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Sciarra. Sulla vendita fallimentare tutto regolare, ma è 'indelicata'

Con l'acutezza che gli è solita, pur coprendendo le perplessità dei commercianti di abbigliamento del centro storico, va più a fondo e còglie alcuni aspetti interessanti di questa vicenda

foto di copertina

L'assessore al Commercio Sciarra interviene sulla vicenda della vendita fallimentare presso la Sala del Governatore. Con l'acutezza che gli è solita, pur coprendendo le perplessità "epidermiche" dei commercianti di abbigliamento del centro storico, va più a fondo e còglie alcuni aspetti interessanti di questa vicenda, dalla comunicazione alla stampa della vendita da parte del curatore fallimentare, alla ricaduta mediatica dovuta all'opposizione dei commercianti, agli aspetti di marketing meno evidenti ma ragionevoli.

"Sono rimasto fortemente sorpreso dalla iniziativa di realizzare una vendita fallimentare all'interno di uno spazio comunale in pieno centro storico, seppure la Sala del Governatore sia praticamente l'unico spazio del Comune concesso gratuitamente alla cittadinanza per assemblee o iniziative di vario genere" esordisce l'assessore al Commercio Marco Sciarra.

"La sorpresa - prosegue - deriva sia dai tempi con cui ho appreso la notizia (a vendita praticamente avviata, dato che la sala era stata concessa direttamente dal personale del Comune con l'esplicito assenso del dirigente) sia per i modi (capannelli di persone, comunicati alla stampa, telefonate a quasi tutti gli uffici comunali ma nessun contatto con me se non attraverso le forze politiche sollecitate dai singoli commercianti). Di sicuro è assolutamente discutibile l'opportunità di concedere una tale sede per una iniziativa come una vendita fallimentare, seppure dal punto di vista autorizzativo gli uffici mi abbiano confermato che sia tutto in regola. Se da una parte, infatti, è legittimo che il liquidatore possa mettere in atto tutte le azioni che possano far recuperare qualcosa ai creditori, anche locali, della società fallita, è altrettanto vero che una vendita fallimentare in pieno centro è quantomeno indelicata perché potrebbe turbare un clima di sana concorrenza, esacerbato dalla crisi economica generalizzata".

"Anche se, ad onor del vero - continua - andrebbe dimostrato quanto capi di collezioni passate e fondi di magazzino possano interferire con la merceologia dei negozi vicini, di categoria medio-alta, così come sarebbe interessante misurare quanto potrebbero invece beneficiarne i negozi vicini qualora quella vendita fosse, al contrario, davvero appetibile e portasse un consistente aumento dello shopping nel centro storico nei quattro giorni della sua durata. Molto spesso, infatti, in settori complessi come i consumi, gli effetti finali sono difficilmente prevedibili, tanto che verrebbe da chiedersi perfino se e quanto le comunicazioni alla stampa, con le immancabili risposte, precisazioni o smentite, creando una notevole cassa di risonanza mediatica, stiano agevolando, attraverso una pubblicità indiretta e involontaria, la stessa iniziativa che si voleva arginare e che si esaurirà comunque nell'arco di tre o quattro giorni".

Pubblicato il: 06/11/2010

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