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La Corte dei Conti ammonisce, non guarisce

Il fatto che la manovra, basata sull'alienazione di beni, sia stata varata il 20 ottobre, con un ritardo di 20 giorni rispetto al termine ultimo di legge, getta un'ombra sulle sue possibilità di effettiva riuscita

La Corte dei Conti, nel rifilare l'annuale predicozzo al comune di Orvieto, è stata meno dura di Massimo Gnagnarini. Lo si legge sul viso del sindaco e degli assessori.

La Corte ha esaminato la manovra di assestamento del bilancio 2010 approvata da 11 consiglieri sui 17 presenti nella fatidica giornata del 20 ottobre 2010.

Sembra che la Corte abbia fatto i seguenti ragionamenti.

La manovra di assestamento del bilancio ( complessivamente 9.700.239 €, di cui 8.115.113 € per l'accertato disavanzo 2009 e il resto per il probabile disavanzo 2010) consiste in vendite di beni patrimoniali e cessione di diritti su beni demaniali (parcheggi insilati). Ma ripianare i bilanci con le alienazioni, poiché impoverisce  il Comune, dovrebbe avere carattere eccezionale, invece a Orvieto è diventata un'abitudine dal 2006 in poi.

Peraltro l'alienazione di beni richiede procedure complesse, tanto è vero che le alienazioni previste per ripianare il bilancio 2009 non hanno ancora avuto quasi alcun esito, determinando il pesante disavanzo 2009. Perciò il fatto che la manovra, basata sull'alienazione di beni, sia stata varata il 20 ottobre, con un ritardo di 20 giorni rispetto al termine ultimo di legge, getta un'ombra sulle sue possibilità di effettiva riuscita. Quindi l'amministrazione comunale dovrà stare molto attenta e dovrà monitorare le procedure e intervenire tempestivamente sui casi di ritardo.

Per quanto riguarda i contratti derivati, che stanno contribuendo al massacro del bilancio, è meglio non fare assegnamento sulla via giudiziaria e dotarsi di un fondo di sicurezza, accantonandovi somme per affrontare possibili sorprese, ancora più amare, che potrebbero venire dall'oscillazione dei tassi.

Inoltre il Comune deve risanare strutturalmente il bilancio riducendo le spese ordinarie mediante la razionalizzazione degli uffici e dei servizi e senza sacrificare troppo i servizi sociali. Poche speranze, invece, dall'aumento delle entrate.

Da questi ragionamenti della Corte dei Conti si può trarre la conclusione che chi immagina che i problemi di Orvieto possano essere risolti dalla Corte dei Conti va incontro alla solita delusione.

Così il Comune si trova ancora sul piano inclinato che porta al dissesto. Franco R. Barbabella e Pier Luigi Leoni continuano a battere sul tasto dei due polmoni, destra e sinistra, che dovrebbero sostenere lo sforzo per risalire la china. Per ora stiamo a vedere se bastano il polmone di destra e quel pezzo sbrindellato strappato da Concina alla sinistra.

Pubblicato il: 02/11/2010

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