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Volontariato di Protezione civile nella Provincia di Terni. Nasce un gruppo di lavoro

Per impostare e definire le linee di azione del coordinamento. coinvolti per la prima volta i responsabili delle associazioni e gruppi comunali di Protezione civile del Ternano ed i componenti della 3^ commissione provinciale

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Si è svolto martedì scorso, presso il centro remiero di Baschi, l'incontro che ha dato vita al gruppo di lavoro che imposterà e definirà le linee di azione del coordinamento di Protezione civile nella Provincia di Terni, in cui il volontariato è molto attivo al fianco delle istituzioni.
Si è trattato del secondo momento di confronto dopo una prima riunione svoltasi presso la Provincia di Terni, che ha visto coinvolti per la prima volta i responsabili delle associazioni e gruppi comunali di Protezione civile del Ternano ed i componenti della 3^ commissione provinciale.

I temi oggetto della riflessione e delle necessità operative degli operatori di Protezione civile sono i seguenti:
 i gruppi comunali e le associazioni di Protezione civile presenti nella provincia di Terni rappresentano nel panorama regionale una presenza più che significativa, come è stato dimostrato in particolare nella recente missione Abruzzo. E' quindi opportuno e necessario che l'ente Provincia si adoperi per mettere a sistema questa presenza in un più stretto rapporto operativo tra tutte le forze in campo. E' anche un'esigenza delle numerose associazioni dei volontari del ternano quella di costituire un coordinamento provinciale che veda la Provincia quale ente designato a ridisegnare un modello "operativo" territoriale che oggi - per quanto concerne l'ambito di competenza della materia di Protezione civile legata all'attuale Comunità Montana - risulta non efficace per le dimensioni della stessa. L'idea è quella di proporre un diverso modello legato a sub-ambiti territoriali che siano identificati in tre diverse aree: Centrale Umbra, Pievese-Orvietano-Amerino-Tuderte, Ternano-Narnese. Tutto ciò predisposto da un'attiva e qualificata presenza dell'ente Provincia con staff di rappresentanti del volontariato, nominato dalla stessa e/o dietro indicazione dei gruppi dei volontari, che operino nell'attività di coordinamento delle forze ternane.
 La formazione di un coordinamento provinciale di Protezione civile permetterebbe inoltre - secondo i diversi gruppi attivi - di acquisire un nuovo protagonismo del territorio di competenza in rapporto alla necessità che in questa, e in altre materie, la Provincia di Terni si rappresenti al meglio e maggiormente nei confronti della Regione. Ciò permetterebbe la possibilità di essere maggiormente considerati e di vedere riconosciuto un ruolo di pari dignità fra le province di Terni e Perugia.
 L'ente Provincia, avendo la materia delegata della formazione professionale - sostengono - dovrà svolgere una funzione determinante di attivazione di politiche di formazione per il volontariato, che vedano la realizzazione di corsi specifici non solo legati alla conoscenza dei numerosi rischi presenti nel territorio del ternano, ma soprattutto alla realizzazione di "Presìdi idraulici", elemento centrale nelle emergenze periodiche legate al rischio idrogeologico. In questo senso hanno ricordato che nell'ipotesi iniziale del piano dei Presìdi idraulici, era previsto, previa formazione, un ruolo centrale del volontariato, cosa che nel documento che andrà in discussione il prossimo 15 ottobre presso la Provincia di Terni è diventato marginale. Per questo ribadiscono che per la loro presenza nel territorio e per la capillare conoscenza dello stesso, i volontari possono garantire realmente un effettivo monitoraggio delle situazioni critiche. I volontari, ritengono inoltre necessario effettuare esercitazioni in ambito provinciale, volte al coinvolgimento di tutte le forze di Protezione civile (istituzioni e volontariato) e al superamento dei "localismi" presenti, allo scopo di trovare al proprio interno coesione e visione globale del proprio territorio, esaltando le specificità, diversità e competenze delle varie Associazioni di volontariato, quale ricchezza d'insieme provinciale. Relativamente alla conoscenza dei rischi del territorio, i volontari evidenziano come sia necessario costruire una mappatura del rischio chimico-industriale (Narni, Terni) e quello delle sostanze chimiche da trasporto, sia su gomma che ferro: A1, E45, SP 448, Alta velocità e linea lenta Firenze/Roma, Roma/Ancona.
 Per la realizzazione di un coordinamento provinciale, sostengono inoltre, è necessario lavorare con maggiore impegno alla realizzazione del Progetto AZIMUT, già presente ma mai realizzato completamente, che veda le associazioni di Protezione civile attive nell'operatività provinciale, come è stato fatto per la Provincia di Perugia. La formazione diventa un tema centrale per un volontariato sempre più professionalizzato. In questo senso, ribadiscono che la Provincia di Terni, soggetto preposto alla formazione professionale, può e deve organizzare corsi specifici di formazione di Protezione civile, anche attraverso il contributo della Regione dell'Umbria. In questo senso hanno individuato una struttura residenziale già pronta "chiavi in mano" con 40 posti letto, sale convegno e formazione, cucina e mensa presso il Centro Remiero di Baschi, di proprietà dello stesso Comune e oggi non utilizzata. Una struttura che per collocazione e funzionalità potrebbe diventare - sostengono - il "polo formativo regionale" di Protezione civile.
 La costruzione del "sistema coordinamento" non può, inoltre, astenersi dal creare una rete radio che permetta alle istituzioni e gruppi dei volontari di stabilire comunicazioni necessarie in fase di emergenza: tutto ciò favorito anche da un'attiva e qualificata presenza della Prefettura di Terni che, come non mai, ha assunto un ruolo propositivo e di coordinamento tra i vari enti, Provincia, comuni e enti di Bonifica, richiamando gli stessi alle proprie competenze e responsabilità istituzionali sulla materia Protezione civile.
 Per far fronte alle possibili emergenze è necessario attivare un forte decentramento delle strutture operative nel territorio. La chiusura del C.A.P.I. di Terni, dicono i volontari, ha di fatto azzerato la presenza di materiali e mezzi di primo intervento che, indiscutibilmente rappresentano le prime esigenze operative nelle fasi di emergenza. A questo proposito identificano almeno due poli provinciali, all'interno dei quali disporre di materiali, oltre a tende e letterecci: l'aeroporto di Maratta e la struttura dell'ex Caserma di Orvieto che, sostengono, potrebbero rappresentare le aree di ammassamento più efficaci, vista la conformazione del territorio provinciale.
 Con l'operazione avvenuta del recupero materiali "ABRUZZO", le associazioni e gruppi comunali che hanno partecipato a quella missione, sostengono ancora, devono essere messi in condizione di ricevere la dotazione minima di tende e letti, allo scopo di  renderle autosufficienti e potenziare l'intero "sistema" provinciale.
 E' sempre più presente, infine, il bisogno di costruire progetti d'ambito provinciale, razionalizzando le poche risorse e scegliendo di operare utilizzando tutte le forme di finanziamento oggi possibili: bandi nazionali del dipartimento nazionale di Protezione civile, bandi regionali in materia di Protezione civile, bandi europei, progetti con le Fondazioni bancarie. Di qui l'esigenza che la Provincia adotti un'azione dinamica, in sinergia con le forze del volontariato, che permetta un forte e rinnovato coordinamento delle potenzialità già esistenti relativamente alla struttura di uomini e mezzi.

Pubblicato il: 07/10/2010

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