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Vino. Per uscire dalla crisi mettiamo 'in vetrina il meglio: il Superiore e la Muffa nobile'

di Stefania Tomba Intervista a Luigi Barberani, nuovo presidente del Consorzio per la tutela del vino di Orvieto. "Vorrei che i produttori, tutti anche quelli più piccoli, arrivassero a sentire il consorzio come una cosa loro"

foto di copertina

STEFANIA TOMBA
ORVIETO - Dallo scorso 10 luglio è il nuovo presidente del Consorzio di tutela del vino di Orvieto. Luigi Barberani, titolare dell'omonima azienda sulle sponde del lago di Corbara, parla del suo mandato e di come, sotto la sua guida, cambierà l'Orvieto e il consorzio.  
Presidente, la prima domanda è d'obbligo: il confronto sulla resa che ha anticipato la sua elezione è stato molto duro. Come sarà guidare un consorzio litigioso?
Guardi, credo che la polemica sui giornali e nell'opinione pubblica sia stata eccessiva. C'è stata - è vero - una dialettica, un confronto su idee diverse, ma come accade un po' ovunque. Il nostro poi è un consorzio che mette insieme produttori, imbottigliatori, industriali, pensi che è rappresentativo del 95% della produzione. Dunque la dialettica, anche vivace, è più che legittima. Tuttavia, passata la fase del confronto, l'assemblea ha votato un consiglio all'unanimità e, allo stesso modo, il consiglio ha indicato la presidenza. Intendo dire che una volta raggiunti dei compromessi condivisi, come vede, non c'è motivo per cui non si possa andare avanti con tranquillità.

Modifica delle percentuali di Trebbiano e Grechetto, introduzione della muffa nobile, ma anche del Tetrapak. In che modo le modifiche al disciplinare miglioreranno l'Orvieto?

Il nuovo disciplinare va in una direzione: migliorare la qualità del prodotto. Il nostro è un territorio ad alta vocazione per i Bianchi e, in qualche sotto zona, anche per i Rossi, pertanto l'Orvieto non merita di essere presente solo nella grande distribuzione. La sfida è agire sulla qualità e tornare, ad esempio, anche nella ristorazione, puntando sulle sinergie territorio - turismo - vino. Altre città, pure importanti, non hanno la possibilità di proporsi come Orvieto eppure sono state in grado di fare tanto per la promozione del territorio e dei prodotti. Orvieto merita di essere valorizzata e con essa il vino che è parte integrante del suo valore, storico, culturale ed economico.

Appunto: la crisi dell'Orvieto. Qual è la situazione delle giacenze?

Oggi la crisi del vino è mondiale, l'Orvieto ha reagito meglio di altre Doc similari come il Frascati o il Verdicchio. È vero, abbiamo avuto un grosso problema con le giacenze relative alla produzione 2009, quando si è determinata una sovrapproduzione legata all'innalzamento della resa per ettaro. Probabilmente un errore, ma in quel momento pareva ci fossero condizioni di mercato particolari. In ogni caso, proprio in queste ultime settimane la situazione delle giacenze è nettamente in ripresa, grazie soprattutto alle vendite all'estero. Ciò non vuol dire che non ci sia la crisi

Come uscirne?

Mettendo in vetrina il meglio: il Superiore e la Muffa nobile, una novità a livello normativo ma che può contare su una grandissima esperienza tra vari produttori. A partire da questa immagine di grande qualità, poi, è necessario lavorare per trainare tutto l'Orvieto. La promozione è parte integrante di questo percorso per questo contiamo di poter ottenere una visibilità significativa nelle manifestazioni e in ogni occasione che possa essere funzionale alla valorizzazione del prodotto, della città e del territorio. Penso ad Umbria jazz, ma non solo. È nostra intenzione anche lavorare in collaborazione con tutti. È quanto sta già avvenendo con il Comune e quanto siamo intenzionati a fare anche con Provincia e Regione.

Si può fare un primo bilancio della campagna di promozione partita lo scorso anno?
Direi, innanzitutto, che è importante averla fatta. Forse non eravamo sufficientemente preparati per affiancarla e renderla più incisiva, ma è importante aver iniziato questo tipo di approccio. A questo proposito ricordo la straordinaria opportunità dei fondi Ue, anche se capisco che parlare di promozione e investimenti ai produttori, in momenti di crisi non è facile. Ma è proprio in fasi come questa che sono richiesti più sforzi e più impegno.
Se dovesse esprimere un desiderio oggi: qual è la cosa che vorrebbe veder compiuta al termine del suo mandato?

Vorrei che i produttori, tutti anche quelli più piccoli, arrivassero a sentire il consorzio come una cosa loro. Non un'entità astratta, ma un organismo a loro disposizione, dove rivolgersi costantemente, dove proporre idee ed esperienze. Purtroppo in passato c'è stato sempre un certo distacco tra produttori e consorzio, è nostra intenzione accorciare queste distanze stando il più vicino possibile ai produttori e organizzando riunioni frequenti. Perché per tutti l'obiettivo è unico ed è quello di valorizzare l'Orvieto, il che significa in primis dare finalmente valore agli investimenti dei produttori.

 

Pubblicato il: 29/08/2010

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