Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Barbabella e la politica alta

Intervista 'Il centrodestra non è un'alternativa per il governo della città'.' Il centrosinistra deve impegnarsi per una cultura della modernità'. Parretti sindaco e lo Sdi

Politica

di Simona Coccimiglio

Un colloquio incentrato non tanto sulla prossima campagna elettorale quanto sulla politica, intesa in senso nobile, il più alto che si possa concepire. prossime elezioni amministrative quanto sulla politica, intesa in senso nobile, il più alto che si possa concepire. L'auspicio ad un ritorno alla politica dei programmi e delle idee. Tutto questo ed altro rivela l'intervista a Franco Raimondo Barbabella, ex sindaco di Orvieto, oggi preside del Liceo Scientifico "E. Majorana", capogruppo dello Sdi in Consiglio comunale , esponente di spicco della politica orvietana attiva.

Preside, le amministrative sono ancora lontane ma la campagna elettorale sembra essere cominciata e già da diversi giorni si parla di candidati possibili dell'uno o dell'altro schieramento.

Mi rifiuto categoricamente di intervenire in questo dibattito che ritengo sterile e improduttivo, soprattutto dal punto di vista politico. I nomi sparati al di fuori di un qualche quadro di riferimento attendibile non mi interessano, tanto meno il presunto potere che rappresentano. La politica, quella vera, è fatta di altre cose, di programmi, di idee e di confronto su di esse. Le coalizioni esprimono un avvenuto accordo sulle proposte di cui ciascuno, in seno ad un determinato schieramento, si è fatto portatore. Si tratta di un principio da riaffermare con estrema urgenza. Confrontiamoci di nuovo sulle idee. Piuttosto che domandarci in astratto e come in un gioco chi sarà il candidato a sindaco di questo o di quel partito alle prossime elezioni, discutiamo di temi e problemi reali, nell'interesse dei tutti i cittadini. Domandiamoci per esempio se il piano sanitario regionale resterà sulla carta. Se le case protette per gli anziani diventeranno anche pubbliche oppure se ci saranno solo quelle private. Se il denaro pubblico sarà speso per la tutela del territorio e per la sicurezza e la crescita culturale dei cittadini.

Secondo Antonio Barberani il centrosinistra ha espresso nel corso degli anni una dittatura del pensiero unico. Che ne pensa?

Mi conceda una premessa. La coalizione di centro sinistra ha espresso finora non solo idee ed attività ma anche ampi consensi su di esse, promuovendo una politica della città improntata al dinamismo e alla proiezione in avanti su diversi terreni. Detto questo, che ad Orvieto abbia sempre soffiato vento di sinistra e che vi sia stata una forte influenza storica del Pci, un potere consolidato nel tempo, beh questo è indubbio. Mi chiede in sostanza se si è mai innescato un processo di diversificazione culturale, e non solo, tale da poter determinare un pluralismo reale? Credo di sì. Il resto, solo chiacchiere. Se si ritiene che in città la cultura sia monopolio del potere della sinistra, e lo sia da tempo, si agisca per invertire la tendenza, con altre proposte altrettanto o più valide di quelle finora offerte ai cittadini. Insomma, il confronto è aperto, avanti tutta!

Lei è anche capogruppo dello Sdi in Consiglio Comunale, ha avuto modo di scontrarsi con le forze di opposizione in diverse circostanze. Qual è il suo giudizio sull'operato del centrodestra orvietano?

La destra come coalizione, quella realmente esistente e non quella sognata, non rappresenta attualmente a mio parere un'alternativa di governo della città. Dico questo al di là del giudizio personale sui suoi rappresentanti. Gli schieramenti non sono funzionali agli uomini, ma alle idee e ai programmi che essi riescono ad esprimere. Ciò non toglie che in diverse occasioni la minoranza abbia posto sul tavolo del confronto temi seri e di rilevanza sociale non indifferente. E anche su alcuni progetti il confronto è risultato molto proficuo. Il punto però è che più che nel centrosinistra è proprio nel centrodestra che prevale la logica degli schieramenti mentre in altri gruppi di opposizione prevale l'idea che "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare". In questa condizioni il confronto è molto difficile.

Che mi dice della possibile candidatura socialista di Giancarlo Parretti? Si parla anche di un suo potenziale accordo elettorale con lo Sdi.

Lo Sdi è un partito socialista e riformista, anzi l'unico che possa dirsi davvero riformista. Come tale è schierato a sinistra e non ha alcuna intenzione di flirtare con movimenti o persone che poco o nulla hanno a che vedere con idee, programmi e progetti che scaturiscono dalla nostra più profonda tradizione politica e culturale. Il nostro partito è aperto ad ogni confronto solo su queste basi e comunque non è disposto in alcun modo a fare improvvisati giri di valzer. Ho l'impressione che proprio per questo nostro rigore veniamo messi ancora una volta sotto tiro: strane voci, notizie false, affermazioni di fantasiosi aiuti elettorali, tutto viene già oggi e forse verrà ancor più messo in circolo nei prossimi mesi per creare disorientamento e per colpirci. Non siamo però ovviamente né preoccupati né incerti, semmai questo ci conforta al contrario della validità delle nostre posizioni. Come ho già detto, noi stiamo dentro una logica di coalizione di centro sinistra e ragioneremo in tale ambito di programmi e di candidati, tutto a tempo debito, che peraltro sta arrivando. Insomma, ognuno faccia la sua battaglia, secondo le sue convinzioni ed i suoi obiettivi. A noi lasci il compito di decidere liberamente sulla base degli impegni assunti con i nostri elettori e degli orientamenti degli iscritti allo SDI.

Mi ha parlato di una coalizione di centrosinistra che ha espresso una politica della città improntata al dinamismo ed alla proiezione in avanti in campo sociale, culturale ed economico. In che cosa ritiene che abbia invece mancato?

Non sono pochi gli ambiti da migliorare. Il centrosinistra deve per esempio lavorare ancora molto sulla cultura della modernità. Ad Orvieto c'è veramente poca dimestichezza con l'informatica, con le lingue europee, con la cultura scientifica e tecnologica. A questo si aggiunge una grande sofferenza nel campo delle infrastrutture telematiche. Occorrono perciò programmi più ambiziosi e interventi più rapidi e decisi. Bisogna potenziare gli interventi di formazione, e non solo nelle scuole. È necessario più in generale differenziare i progetti e le iniziative culturali. Ancora, è necessario spostare risorse nella direzione della protezione sociale ed in quella della sicurezza dei cittadini e dei beni materiali del nostro territorio. Modernizzazione significa più qualità, più opportunità, più sicurezza, più benessere. Gli interventi debbono rispettare questi parametri.

Si riferisce in qualche modo alla polemica sorta tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e il centrodestra intorno a Palazzo Coelli?

Non ho preso visione del progetto inerente Palazzo Coelli nella sua struttura architettonica ma confido nel buon gusto e nella competenza dell'architetto Terracina, che mai si farebbe promotore del deturpamento del patrimonio storico orvietano. Credo invece che l'idea di un complesso multimediale ad Orvieto risponda ad un'esigenza reale dei cittadini, in linea con quella cultura della modernità di cui le parlavo prima.

Quale sarebbe il suo maggiore impegno se, al domani delle amministrative, le venisse affidato un ruolo esecutivo?

Io ho una convinzione davvero molto profonda: il più grande impegno che non solo la coalizione vincente ma anche tutte le altre forze politiche della città dovranno avere è quello di affermare il ruolo di Orvieto in Umbria, una regione che sarà armonica solo quando sarà sconfitto un troppo spesso ricorrente centralismo. Non debbono prevalere né Perugia né Terni né Foligno. E naturalmente non pretendiamo che prevalga Orvieto. Solo che Orvieto ha il diritto-dovere di conquistarsi definitivamente un ruolo sociale, culturale ed economico decisivo, pari a quello che esercitano oggi le altre città umbre.

Le faccio una richiesta insolita, chiuda lei questa intervista.

Aderisco con piacere, rivolgendo un invito a coloro che come me fanno politica impegnata da oltre trenta anni: operiamo per riavvicinare i giovani alla politica, esprimiamo una buona classe dirigente, combattiamo mestatori e avventurieri di professione. Non perdiamo mai il gusto di poter dire ciò che pensiamo in libertà, secondo le nostre convinzioni, ma anche con il senso dell'opportunità e comunque nel rispetto degli altri.

Pubblicato il: 23/10/2003

Torna alle notizie...