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Ritrovare l'identità di Orvieto

Antonio Barberani, leader cittadino di Forza Italia, parla del progetto per Orvieto del suo partito. La sinistra ha mortificato la città culturalmente ed economicamente. Necessaria un'alternativa che dia fiducia nel futuro

Politica

di Simona Coccimiglio

In un colloquio ad ampio raggio che spazia dalle prossime elezioni amministrative passando attraverso il rapporto tra le forze politiche che compongono il centrodestra ed un giudizio sull'operato della giunta Cimicchi, parla ad Orvietosì il coordinatore di Forza Italia di Orvieto Antonio Barberani.

Come si prepara il suo partito ad affrontare le prossime elezioni?

Una risposta adeguata ed esaustiva alla sua domanda merita una premessa di fondo. Orvieto non ha più una sua identità che la contraddistingua, come un tempo, in Italia e all'estero. Vi sono state sedimentate di anno in anno stratificazioni sociali che ne hanno dissolto la peculiare fisionomia, rendendola del tutto irriconoscibile. A conferma di questa consolidata mancanza di identità, Orvieto è stata definita di volta in volta la città della pace, della solidarietà, della musica, dello slow food, della gastronomia, e di quant'altro. In una parola, la città degli slogan, set per degustatori del fine settimana. Tutto questo a causa di un'Amministrazione che ha costruito e consolidato il suo potere attraverso iniziative che hanno mortificato lo sviluppo economico, sociale e culturale della città. È necessario riportare Orvieto ai fasti di un tempo. Per farlo occorre una classe dirigente nuova, che si ponga come alternativa concreta ed efficace. Non si tratta di un mero scontro tra centro destra e centro sinistra, bensì di una lotta tra forze di conservazione e forze di rinnovamento, tra chi intende liberare le energie vitali esistenti ad Orvieto e darsi un grande progetto di cambiamento e chi vuole mantenere in città il tappo della politica.

Che intende dire per mortificazione dello sviluppo economico?

Il sistema di potere che la sinistra ha creato e consolidato nel tempo ha causato una quasi asfissia della libertà d'impresa sul territorio. Non si aprono scenari di sviluppo economico per quegli imprenditori che scelgano di sottrarsi ad una tale concentrazione di forze nelle mani dei soliti pochi. Orvieto non attrae investimenti e non ha prospettive di crescita economica. Si è ormai ridotta ad essere la meta dei turisti della domenica, disconoscendo ipotesi di modernizzazione.

Pensa che ad Orvieto ci sia un tappo anche sulla libertà culturale?

Ad Orvieto vige da tempo la dittatura del pensiero unico. È preclusa ai cittadini la possibilità di misurarsi con punti di vista diversi. Ha visto mai ad Orvieto realizzarsi manifestazioni espressione del pensiero liberale o di punti di vista anticonformisti in politica internazionale?

Non pensa che siano i cittadini a volere questo?

In una città morta dal punto di vista culturale, senza più stimoli in tal senso, accade che i cittadini finiscano per assuefarsene. Come se ormai non ci fosse speranza per opinioni contrarie, o quantomeno diverse.

Tornando alle elezioni, Forza Italia correrà insieme alle altre forze di centro destra?

Non potrebbe essere altrimenti vista la grande consonanza di idee e di obiettivi che ci accomuna.

Mi dirà il nome del candidato?

Mi sottraggo volentieri al toto sindaco che sembra imperversare in città. E questo anche perché non è detto che il nostro candidato debba avere un colore partitico. Che sia impegnato in politica o meno, che sia di Orvieto o non lo sia, è necessario che faccia propria l'urgente necessità di cambiamento, e di rinnovamento, in città.

Pensa che il cambiamento cominci dal richiedere l'anagrafe patrimoniale degli amministratori?

Decisamente sì. Si tratta di un'esigenza di trasparenza in nome della quale si chiede a chi ci governa, da destra e da sinistra, di agire. Non le sembra un'ottima premessa di rinnovamento cominciare rispettando una regola elementare di democrazia?

Mi dica, Barberani, due punti sui quali vi batterete per convincere l'elettorato a votarvi.

Una nuova politica economica ed una nuova politica culturale. Se devo indicare due punti soltanto allora le rispondo l'abolizione della tassa del consorzio di bonifica, e quella sui rifiuti. Le pare possibile che in una città dotata di discarica i cittadini debbano pagare un tributo cosi esoso?

L'Amministrazione comunale ha fatto della politica sociale il proprio cavallo di battaglia. Il rinnovamento della città che il centro destra auspica passerà anche da qui.

Orvieto è una città di forte tradizione cattolica, ampliamente rappresentata anche nel centro destra. È prioritaria per noi l'attenzione verso chi sta peggio e l'adesione a valori di pace e solidarietà. Senza che questo diventi un mestiere e addirittura un businnes.

Pubblicato il: 18/10/2003

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