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Presentazione del libro 'Dita di dama' di Chiara Ingrao

Sabato 13 marzo alle ore 17, Sala del Governatore del Palazzo dei Sette, Orvieto

Con il patrocinio del Comune, assessorato alle Pari Opportunità, in occasione della Giornata internazionale della donna, sabato 13 marzo alle ore 17 presso la Sala del Governatore del Palazzo dei Sette, nell'ambito dell'iniziativa "Donne nelle lotte operaie e politiche tra il 1969 e il 1972" verrà presentato il libro di Chiara Ingrao "Dita di dama" La Tartaruga edizioni. Interverranno Chiara Ingrao e Anna Maria Crispino, introduzione di Ornella Cioni. L'iniziativa è organizzata dall'Associazione culturale Il Filo di Eloisa con l'adesione di Albero di Antonia, Cgil Camera del lavoro di Orvieto, Emily in Italia Umbria, Associazione Le Sette e Dieci

Nell'ambito dell'iniziativa a cui interverrà l'assessore alle pari opportunità, Cristina Calcagni, verrà riproposta una parte della mostra fotografica realizzata in occasione dell'8 marzo dall'Associazione Culturale "Le Sette e Dieci". Verranno letti alcuni brani del libro e sono previsti interventi da parte delle associazioni aderenti.


Donne nelle lotte operaie e politiche tra il 1969 e il 1972. "Dita di dama", di Chiara Ingrao

di Ornella Cioni

Scorrono veloci come i giorni le pagine di "Dita di dama" di Chiara Ingrao, come i giorni della vita, che proviamo sempre un po' di stupore e di incredulità quando ci guardiamo indietro o quando ci scivola lo sguardo il mattino sullo specchio e stentiamo a credere che quelle rughe siano proprio le nostre. Sì perché anche noi, come Maria e Francesca, non avevamo ancora vent'anni nel sessantanove e quella storia ci riguarda.

Il libro segna le tappe politiche fondamentali del periodo 1969-72, ma ciò che colpisce sono le tappe parallele delle giovani vite dei personaggi, gli snodi fondamentali attraverso i quali assumono senso esistenze che altrimenti potrebbero essere semplicemente spezzate o condannate all'ottusità di un percorso già segnato, di una vita senza niente da sperare. Macrostoria e microstoria si intrecciano e intorno alle due protagoniste si mette a fuoco un personaggio collettivo, dove distinguiamo 'Aroscetta, Ninanana, Mammassunta e Seccardina e Antonietta, ma che è il gruppo delle operaie di una fabbrica di televisori, alla periferia di Roma, che dà vita e sostanza nella propria realtà a quelle lotte operaie che in quegli anni volevano cambiare non solo la fabbrica, ma anche la qualità della vita di ciascuna/o. E' così che la vita di Maria, che sembrava spezzata dall'ingresso in fabbrica, vissuto dalla ragazza come una discesa agli Inferi, ritrova un senso e un progetto. Sono gli anni del passaggio della rappresentanza operaia nelle fabbriche dalle Commissioni interne, irrigidite dalle burocrazie di partito, ai Consigli di fabbrica e anche Maria, "la delegata ideale" del suo reparto e le sue amiche "le rappresentanti dal basso", vivranno le prime esperienze nel sindacato. Le loro prime lotte saranno proprio dentro il sindacato, contro l'ostilità della generazione delle Commissioni interne, uomini e donne, e contro l'impenetrabilità di un linguaggio politico sclerotizzato. Ma Maria non si farà fregare, come gli aveva raccomandato Roberto quando frequentava la scuola del sindacato e capirà presto qual è il suo vero compito: "Non sono loro, che devo imparare a capire. Sono quelle che mi stanno dietro, in mezzo ai fumi di stagno". E tutte le sue energie e il suo impegno saranno concentrati a cogliere la problematicità della vita di fabbrica delle sue compagne e a tradurla in azione politica. Maria chiede aiuto a Francesca, la sua amica del cuore più fortunata, quella che non è dovuta entrare in fabbrica e ha potuto iscriversi a giurisprudenza. Chiede aiuto a lei per sbrogliare la matassa di delicate vertenze delle sue compagne più sfortunate, ma sarà Maria che così facendo guiderà Francesca a scoprire il fascino e il senso delle leggi, così noiose quando si preparano gli esami, così preziose quando servono a capire e a difendere la vita delle persone e a trovare la sua strada di avvocato del lavoro: "La legge è pure carogna, ho imparato da Maria. La legge sta lì e non schioda, lascia perdere che poi ci sono i mascalzoni che la violentano, o sono potenti e se la fanno riscrivere a modo loro; ma la legge come l'ho imparata io da quei giorni, come l'ho praticata tutta la vita, non è mica una madre comprensiva, che basta pregarla un po' e ti fa contenta".

Con una soluzione linguistica originale, di un italiano regionale, tipico del parlato, che a volte scivola nel romanesco più duro, l'autrice dipana la storia delle due amiche attraverso gli eventi fondamentali di quegli anni. Le bombe di piazza Fontana, gli scioperi a scacchiera, lo Statuto dei lavoratori, la legge sul divorzio, i conti che non tornano dell'incipiente terrorismo, la sempre più forte presa di coscienza delle donne, le prime mobilitazioni sull'aborto, il treno degli operai per Reggio Calabria. E in ogni pagina la bella, indelebile amicizia delle due ragazze, raccontata da Francesca con tutta l'ambivalenza, talvolta dichiarata, talvolta accennata, di una relazione che dura tutta una vita. I capitoli, che portano per titolo dei versi della Commedia dantesca, ci regalano pagine che sembrano sommesse, ma restituiscono  una dimensione di  epica popolare di quegli anni e riteniamo che questo sia un dono per chi quegli anni li ha vissuti, ma soprattutto per chi quegli anni deve imparare a conoscerli.

Chiara Ingrao, interprete, è stata sindacalista, programmista radio, parlamentare, consulente del Ministro per le Pari Opportunità. È stata dirigente dell'Associazione per la pace, ed è tuttora impegnata nel movimento pacifista, nel femminismo, nelle iniziative contro il razzismo e per i diritti umani. Per BCDe ha pubblicato nel 2005 Soltanto una vita e il romanzo Il resto è silenzio nel 2007.

Pubblicato il: 09/03/2010

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