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Procede bene la decima edizione del festival

Un grande omaggio ad Antonio Carlos Jobim, compositore supremo di bossa niva e songwriter fra i più geniali del secolo scorso e scomparso otto anni fa

Cronaca

Umbria Jazz Winter ha aperto ormai da due giorni la decima edizione con una impressionante sequenza di belle canzoni brasiliane. L'omaggio del festival era tutto per Antonio Carlos Jobim, compositore supremo di bossa nova e songwriter fra i più geniali del secolo scorso.

A celebrare il maestro di Rio scomparso otto anni fa, c'era un gruppo del tutto legittimato al compito, e non solo perché si chiama Quarteto Jobim, ma anche per motivi genetici. Due dei componenti sono infatti il figlio di Jobim, Paolo, chitarrista, ed il nipote, Daniel, pianista; in più, la coppia Jaques e Paula Morelenbaum, rispettivamente violoncellista e cantante.

Ospite per l'occasione il giovane percussionista Feijao. Qualcuno ha definito il quartetto una specie di ''royal family'' della bossa nova. La visione che delle canzoni di Jobim è stata trasmessa da questo complesso è raffinata e a tratti eterea. Nessuno mai sopra le righe, mai una concessione all'effetto speciale, volumi bassi, quasi da set acustico: insomma, lontano dalla frenesia ritmica del samba, un camerismo levigato e tutto teso a valorizzare l'aspetto melodico e cantabile dei capolavori di 'Tom' Jobim, recuperando anche brani meno noti e frequentati.

Perfetta la coesione fra i quattro, che apparentemente fanno soltanto il minimo indispensabile ma suonano con una naturalezza propria di chi si trova perfettamente a suo agio in un repertorio. Aiuta molto il materiale, una sfilza di autentiche perle, incluse le inevitabili Corcovado, Desafinado, Insentatez, più qualche divagazione nei pressi di Joao Gilberto e della coppia Vinicius de Moraes-Baden Powell (una splendida Berimbau). Prima del quartetto, ancora Brasile con il duo formato dallo stesso Morelenbaum e dal chitarrista Luiz Brasil, entrambi molto noti (soprattutto il primo) per aver accompagnato sul palco ed in sala d'incisione Caetano Veloso.

Una formula ancora più minimale della precedente, e forse troppo convenzionale, con il chitarrista che accompagna ed il violoncellista che suona il tema ed improvvisa. Per Brasil, un assolo alla fine del set, e la voglia, per il pubblico del teatro Mancinelli, di sentire qualcosa di più. Ma Morelenbaum, autentico guru della musica brasiliana popolare e colta, ha un suono ed un fraseggio ammalianti e ripaga del suo eccessivo protagonismo. Umbria Jazz è insomma partita a spron battuto, perchè l'omaggio a Jobim era soltanto il più importante della quindicina di eventi disseminati fino a notte fonda nel centro di Orvieto. Purtroppo si deve prendere atto di una defezione. Richard Galliano, in programma lunedì con un omaggio ad Astor Piazzola, non ce la farà a recuperare i postumi di una operazione e non verrà: il fisarmonicista francese soffre da tempo di ernia, malattia professionale per uno che deve sostenere uno strumento che pesa 20 chili, e da cui lui non si separa mai. Per ora il concerto è annullato, e non si sa ancora se al suo posto suonerà qualcun altro.

Pubblicato il: 29/12/2002

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