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Calano gli acquisti. Centri storici in crisi

Un Natale in tono minore, tra tanti problemi che rallentano la propensione all'acquisto. I centri storici più esposti alla crisi

Cronaca


Natale è passato. Si fanno i conti, che non tornano.


In Umbria si parla di un calo degli acquisti intorno al 20%, con punte nel centro storico di Perugia, il centro storico per antonomasia, del 30%.


Anche ad Orvieto le cose non sono andaste bene, soprattutto nei settori più soggetti alle strette di cinghia, abbigliamento, scarpe, accessori.


Sandro Gulino, presidente della Confcommercio, ci dice che calcoli credibili in termini percentuali non è possibile farne fino a metà gennaio, ma che a livello epidermico certamente si registra un calo, più evidente nelle attività del centro storico. «Umbria Jazz sicuramente porterà risorse, ma non andranno ai settori commerciali in crisi, seppure, ovviamente, qualsiasi soldo arrivi in città è una ricchezza per tutti. La speranza diffusa è- continua Gulino- che i saldi risolvano una parte del problema, che è l’appesantimento dei magazzini. Ma sono, per ora, soltanto ragionamenti costruiti su valutazioni soggettive dell’andamento commerciale nel periodo natalizio.».


Insomma, in ogni città italiana, ci raccontano tivù e giornali, ed anche umbra, sembra presentarsi il fenomeno del calo degli acquisti, con maggiore pesantezza nei centri storici.


Un trend che va la di là del Natale e che merita un’analisi attenta e specifica, per poterne governare l’evoluzione.

Pubblicato il: 29/12/2002

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