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Saldi sulla Rupe, affari a picco

Flessione del 20 per cento sulle vendite promozionali in queste prime due settimane di sconti di stagione. Confesercenti e Confcommercio unanimi: 'la crisi è evidente'. Soffre il settore dell'abbigliamento

Società

di Maria Flavia Timperi

 

Il 10 luglio scorso hanno avuto inizio i consueti saldi stagionali, dovunque i dati parlano di un calo del 15-20 % rispetto alle vendite dell'analogo periodo dell'anno passato, una crisi evidente a cui Orvieto non si sottrae.

 

"Benché sia ancora presto per commentare i dati a nostra disposizione - conferma Sandro Gulino, presidente regionale della Confesercenti -

non può non constatarsi, almeno in settori quali l'abbigliamento e le calzature, una riduzione generalizzata delle vendite che si ripercuote anche in questo primo periodo di saldi".

 

Cali significativi registrati da pressoché tutti i commercianti del centro storico che unanimamente lamentano una sensibile riduzione del turismo internazionale.

 

"Più che di calo del turismo è opportuno parlare di calo degli acquisti da parte dei turisti- precisa ancora Gulino - dovuto anche al fatto che si tratta di un turismo di livello qualitativamente più basso, fatto di soggetti che approfittano di voli low cost e che difficilmente si dedicano poi allo shopping. Se a questo si aggiunge l'indiscutibile rialzo subito dai prezzi a seguito dell'introduzione dell'euro e la recessione internazionale, basti pensare ai problemi di Giappone evidente dalla scomparsa dei turisti giapponesi che affollavano Orvieto negli anni scorsi, il quadro si fa abbastanza esaustivo".

 

Ma preoccupa anche l'andamento dell'economia nazionale ed "un clima di diffusa incertezza che porta la gente a spendere decisamente meno", come sottolinea Gino Pedetti, proprietario di un negozio di abbigliamento nel centro storico e di uno allo Scalo.

 

Il settore delle calzature non sembra passarsela meglio, il proprietario del "Teorema", parla di un calo nelle vendite di addirittura il 30-40 % : "con gli aumenti indiscriminati dei prezzi che l'euro ha portato con sé - dice il titolare - si hanno meno soldi da spendere e non si prevede un significativo miglioramento della situazione per l'immediato futuro".

 

In controtendenza alla Benetton non parlano di crisi, i saldi stanno dando anzi i consueti riscontri, grazie forse alla notorietà del marchio ed ai prezzi contenuti che vi si accompagnano da sempre.

 

Va a fondo del problema Riccardo Fatone, vicepresidente della Confcommercio. "Le difficoltà che indubbiamente si riscontrano nell'andamento dell'economia locale sono legate innanzitutto a fattori che locali non sono come la crisi di natura internazionale, la riduzione del potere di acquisto a seguito dell'ingresso dell'euro, ma a questi si aggiungono per Orvieto ulteriori componenti che contribuiscono a determinare lo stato attuale delle cose.

Primo fra tutti, lo svuotamento di contenitori come la caserma Piave ed il vecchio ospedale e la mancata tempestiva riconversione degli stessi con l'inevitabile perdita dell'indotto conseguente. Puntare su Orvieto come "sistema", sulla sua natura turistica, sulle sue risorse eno-gastronomiche da coordinare con un adeguato piano di sviluppo anche industriale vorrebbe dire garantire alla città i redditi necessari a risollevarne l'economia. Discorso a parte merita poi la considerazione che associazioni di categoria come Confcommercio, Confesercenti o associazioni dei consumatori, debbano acquisire il dato che i saldi non possano essere avviati il 10 luglio, ovvero a stagione appena iniziata, senza con ciò compromettere l'andamento complessivo delle vendite".

Pubblicato il: 23/07/2003

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