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Opposizione già all'attacco

di Coordinamento Popolo della Libertà Orvieto

Il documento con cui il Sindaco, per l'ennesima volta, disserta sulle prospettive della città è l'ulteriore dimostrazione del conclamato disastro politico e progettuale di questi quattro anni, tanto che la situazione che sta vivendo il centro storico è l'emblema dell'incapacità e della supponenza Suo e della maggioranza che lo supporta. Quando nel documento redatto direttamente dal Sindaco si afferma testualmente che "non si può condannare la nostra città allo status quo" e che "lo status quo ci condannerebbe ad uno scialbo declino" una domanda sorge spontanea: ma fino ad oggi da chi è stata governata la nostra città? Ma dal 1995 fino ad oggi dove stava il Sindaco Mocio? Inoltre, se realmente si vuole impedire che Orvieto finisca di sprofondare nel baratro, il centro-sinistra dovrebbe farsi un esame di coscienza.

Con la solita faccia tosta, si continua a promettere che il centro storico deve diventare un centro commerciale naturale, che occorre incrementare il numero dei residenti, che bisogna avere più occupazione e più formazione. Ma tutte queste petizioni di principio cozzano pesantemente con le scelte fatte in questi anni dallo stesso Sindaco: infatti, i centi commerciali delle multinazionali nascono come funghi, le colate di cemento a Sferracavallo e Cicoria sono all'ordine del giorno, le scuole sono state defenestrate dal centro storico e il Corso in Ingegneria è stato chiuso d'imperio qualche giorno fa.

Di fronte a questo, la questione Piave è la sublimazione della sintesi tra incapacità e supponenza.

Invece di chinare la testa e chiedere scusa per il fallimento posto in essere in questi quattro anni, il Sindaco "usa" la ex Piave per provare a rimanere attaccato alla poltrona. E' indubbio, infatti, che il documento che presenterà sarà esclusivamente funzionale alla sua candidatura e cercherà di blindare quel pezzo di maggioranza che gli è rimasta solidale.

In sostanza, per chi non lo avesse ancora capito, questo documento sarà l'atto con cui il Sindaco andrà all'incasso e spezzerà sul nascere qualsiasi ipotesi di candidature alternative all'interno del PD.

Ma quello che interessa i cittadini è il futuro del centro storico ed in particolare della ex Piave.

Ed allora, cosa propone il Sindaco per la Piave: niente!! Non c'è uno straccio di progetto, non sussiste alcun piano finanziario, non si sa quale parte della struttura sarà interessata, non si conosce per quale motivo si indica di darla in concessione (su quali elementi). Oltre a questo, si ripropone la RPO come strumento per "promuovere lo sviluppo locale": eppure il Sindaco dovrebbe ricordarsi di tutti i baracconi che nel corso di questi anni sono riusciti solo a produrre fallimenti (da ultimo Orvieto Promotion ). Ma la ciliegina sulla torta è quella della interconnessione tra la ex Piave e l'ex Ospedale. Sulla struttura di piazza Duomo, e su tutto quello che ha determinato in termini di buchi di bilancio e di buchi del CSCO, stendiamo un velo pietoso. Quello invece che gli orvietani debbono sapere, visto che il Comune deve impegnare diversi milioni di euro di soldi pubblici per acquistare l'ex Piave, non vorremmo che la stessa cosa si ripetesse anche con il conplesso di piazza Duomo.

In conclusione, riteniamo che il Sindaco non possa ipotecare il futuro di una città solo per un interesse politico personale. Di queste situazioni gli orvietani ne hanno subite anche troppe.

Pubblicato il: 09/07/2008

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