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La Margherita di Mocio

Il vice sindaco è stato eletto Presidente del partito orvietano con una votazione 'bulgara'

Politica

Stefano Mocio è stato eletto Presidente della Margherita orvietana sabato scorso con una votazione "bulgara", quasi il 90% dei voti. Non c'erano per la verità altre candidature, perché il gruppo di Maurizio Conticelli, l'unico che avrebbe potuto costituire un'alternativa, non ha presentato propri candidati. «Mi è stato assegnato il compito di accompagnare il partito alle elezioni amministrative del 2004 ed alle successive scadenze elettorali, fino alle politiche. Ho di fronte tre anni di lavoro difficile, perché la Margherita è una formazione di notevoli potenzialità, ma che va organizzata ed omogeneizzata. Costituirò quanto prima uno staff che comporrà i programmi su cui confrontarci con gli altri partiti della maggioranza, perché siamo a tutti gli effetti un partito collocato nel centro sinistra, che ha responsabilità di governo della città ed il dovere di una proposta a livelli elevati». Così ci racconta Stefano Mocio, non particolarmente concentrato sulla richiesta di costituzione da parte di Conticelli e Cortoni di un gruppo della Margherita in Consiglio comunale ad Orvieto, che potrebbe evidenziare la contraddizione di un vice sindaco- presidente della Margherita con all'opposizione il gruppo consiliare del suo partito. «Non drammatizziamo- dice a proposito- ma guardiamo al futuro piuttosto che al passato. Ciascuno ha il diritto di riferirsi, oggi, alla propria storia ed agli impegni presi con gli elettori, ma deve anche guardare a domani, ai prossimi appuntamenti, e tenere conto che ora c'è un partito che deve andare unito e forte di tutte le proprie espressioni di fronte agli elettori. Il dibattito che deve svilupparsi all'interno della Margherita, per essere proficuo, deve riferirsi ai progetti per il futuro e non soltanto al giudizio sulle opere già realizzate, nei cui riguardi ciascuno ha compiuto il proprio ruolo, nel rispetto delle dinamiche della democrazia».

Mocio considera la questione della richiesta di costituzione del gruppo della Margherita presentato da Conticelli e Cortoni e quello di Menfi di modificare il nome del proprio gruppo come aspetti esclusivamente giuridici di una battaglia che è necessariamente desinata ad esaurirsi e che non costituisce sostanza politica. "Investire sul programma" sintetizza la linea politica che il neo presidente vuole concretizzare e che assume anche un forte valore anestetizzante nei confronti dell'opposizione interna "conticelliana", che rischia di trovarsi abbarbicata in un ruolo di opposizione legato alla "consiliatura" ormai quasi terminata, proprio nel momento in cui si sta disegnando il futuro.

Pubblicato il: 01/07/2003

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