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Quattro morti per droga in un mese, ma non c'è spaccio sulla rupe

La droga si comprerebbe fuori, a Perugia.  Secondo le indagini delle forze dell'ordine starebbe cambiando o è cambiato il mondo della tossicodipendenza

foto di copertina

ORVIETO - Quattro morti per overdose in tre mesi, pur in assenza di un significativo fenomeno di spaccio. E' così che sulla Rupe, secondo le indagini delle forze dell'ordine, starebbe cambiando o è cambiato il mondo della tossicodipendenza, anche a seguito delle ultime e più vaste operazioni di polizia e carabinieri.  

La droga, insomma, si comprerebbe fuori, a Perugia soprattutto, e all'occorrenza; oltre che in piccoli quantitativi, destinati prevalentemente all'uso personale ed immediato. Un modo per ridurre al massimo il rischio di essere beccati e per sottrarsi a dei controlli che, in un piccolo mercato come quello orvietano, possono essere, in poco tempo, piuttosto efficaci ed incisivi.  

Di certo, l'operazione "Cahos" dei carabinieri e la più recente "No warning" della polizia hanno avuto un ruolo determinante nell'imprimere una svolta alle consuetudini degli abituali assuntori locali.

Perché, comunque, anche senza uno spaccio vistoso, il fenomeno droga esiste. Cosa che non viene negata dagli inquirenti. Solo che il fenomeno, appunto, sembra essersi "specializzato" su questo "pendolarismo" che distoglierebbe dalla Rupe la parte di questo mondo legata al traffico della sostanza stupefacente.

Pubblicato il: 27/11/2007

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