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Renzo Cotarella: 'Un prezzo delle uve non remunerativo mette a rischio la denominazione'

Il campanello d'allarme arriva dal presidente del consorzio tutela dei vini di Orvieto, al termine del consiglio di amministrazione che si è tenuto ieri pomeriggio. Cala la produzione dell'Orvieto.

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - "Un prezzo delle uve non remunerativo mette a rischio la denominazione".  

Il campanello d'allarme arriva dal presidente del consorzio tutela dei vini di Orvieto, Renzo Cotarella, al termine del consiglio di amministrazione che si è tenuto ieri pomeriggio. 

All'ordine del giorno: il polso della situazione sulla produzione della vendemmia 2007 - la prima da quando è arrivato il via libera dalle Regioni Umbria e Lazio alla riduzione della resa per ettaro (luglio scorso) - e sull'andamento dei mercati.   

La produzione ha registrato quest'anno un calo del 10 % per l'Orvieto doc classico e del 20 per il doc.  Si parla di circa 20mila ettolitri di vino in meno rispetto alla produzione dello scorso anno, un calo leggermente più significativo per il doc classico che non per il doc.  "Si tratta - spiega il presidente del consorzio, Renzo Cotarella - di una riduzione leggermente più alta di quella strettamente legata alla modifica del disciplinare.  Un calo, in cui ha influito l'andamento stagionale che non ha consentito grandi quantità.  Il tutto, fermo restando la qualità che rimane impeccabile".  

Le bottiglie di Orvieto che arriveranno sul mercato, dunque, saranno meno.  La qualità intatta.  E i mercati? Per Cotarella, la rinascita del vino locale passa per una corretta politica dei prezzi.  "Il consorzio ha il compito strategico di tutelare la denominazione", premette il presidente per dire che "per non rischiare di compromettere la qualità e la perpetuazione della doc, è auspicabile che i prezzi non scendano sotto gli 80 euro all'ettolitro".   

"Prezzi non sufficientemente remunerativi - aggiunge - danneggiano i produttori, che, a lungo andare potrebbero non reggere più il colpo, nonostante siano ormai abituati a gestire le loro aziende anche in condizioni di perdita. Ma a rimetterci è anche in maniera più immediata la denominazione, che perde in termini di visibilità e d'immagine".  

Dai prezzi, insomma, per il consorzio, non può prescindere alcun progetto di rilancio. Lo testimonia anche l'accordo che il consorzio stesso ha siglato a febbraio, con il 60% degli imbottigliatori, per l'acquisto del vino sfuso a non meno di 70 euro all'ettolitro.

E sempre di prezzi, ma non solo di quelli, si parlerà oggi alla Cardeto, dove dalle 9,30, l'assemblea dei 280 soci è convocata per l'approvazione dei prezzi di liquidazione delle uve e per il rinnovo del consiglio d'amministrazione.

(Foto di Gianni Fantauzzi)

Pubblicato il: 20/10/2007

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