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Caserma Piave. Definito il metodo di lavoro

A spiegare le fasi del lavoro ieri mattina in conferenza stampa il sindaco Mocio e il vice sindaco Capoccia. Ci sarà un "laboratorio di partecipazione"

foto di copertina

ORVIETO - Caserma Piave, "si entra nella fase operativa" che - parola di sindaco e vicesindaco - porterà per la fine del 2008 o al massimo i primi del 2009 alla gara pubblica per la rifunzionalizzazione. Al centro le proposte che arriveranno dal mercato, ma anche un percorso di partecipazione cittadina che condizionerà le scelte ultime, di pertinenza degli organi rappresentativi (Consiglio comunale e sindaco). A spiegare le fasi del lavoro ieri mattina in conferenza stampa il sindaco Mocio e il vice sindaco Capoccia. Prima di tutto il laboratorio di partecipazione. Sarà coordinato dall'architetto Rocco Olivadese (del Comune di Orvieto) e sarà un luogo fisico, situato nell'ex edificio truppa della caserma, permanentemente visitabile e a disposizione dei cittadini. Poi le fasi. Dopo la pubblicazione in questi giorni sul sito del Comune e sulle pagine dei maggiori quotidiani nazionali e internazionali dell'invito a manifestare interesse per il complesso immobiliare, il gruppo di lavoro coordinato da Gianni Stella, ha già iniziato la discussione sull'information memorandum, il secondo documento in cui saranno trasferite le scelte strategiche dell'Amministrazione. Il documento entro il 31 ottobre sarà inviato a tutti i soggetti che ne avranno fatto richiesta. A febbraio 2008 "dovremmo - ha detto il sindaco - disporre dei progetti di massima sulla base delle funzioni fissate dallAamministrazione, dalla Soprintendenza e dal prg; queste proposte, quindi, saranno prese a base del capitolato tecnico di appalto del bene pubblico". Il gruppo critico formato da grandi professionalità farà la regia di ogni singolo passaggio ed Rpo è delegata invece alla gestione del processo di partecipazione. Le 5 linee di indirizzo sulla base delle quali Rpo spa redasse il business plan "sono così ampie - ha detto Mocio - da essere assolutamente riconvertibili, resta solo da sciogliere l'inserimento o meno della funzione residenziale. Il bene è del Comune - ha precisato - e le scelte le farà il Comune, in tutte le sue articolazioni di governo, sulla base delle valutazioni tecniche degli esperti. Peraltro, tutti gli esperti finora interpellati, ci dicono che è importante pensare ad un unico soggetto per la gestione della riconversione, ma che sarebbe rischioso il mono-investimento. Ovvero, sarebbe preferibile un unico soggetto che propone una serie di investimenti compatibili con le funzioni stabilite, piuttosto che lo 'spezzatino' del complesso immobiliare. L'intervento sarà aggiudicato definitivamente una volta approvato il piano attuativo e sarà assolutamente preservato lo stile architettonico del sito".

 

 

Pubblicato il: 10/10/2007

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