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Turismo. Sì, c'è molto da fare ma gli inizi sono buoni

Marco Sciarra, imprenditore turistico, si inserisce nell'intervento dell'assessore Della Fina sul turismo.  Il Duomo, e come il Duomo gli altri monumenti, non bastano più...

Molto interessanti i dati commentati dall'assessore Della Fina, anche se, come del resto precisato, bisognerebbe vedere se, oltre a vendere musei, siamo stati capaci di prolungare la permanenza media nel nostro territorio, riuscendo a "vendere" una realtà complessa, un "sistema", come spesso piace definire quel ricchissimo bouquet di arte, storia, tradizioni, natura, cultura, stile di vita che la gente cerca per stuzzicare il proprio immaginario e immergersi nel vissuto di una comunità.

Come dice l'assessore, il Duomo, e come il Duomo gli altri monumenti, non bastano più. Occorre che i servizi siano di qualità e che l'offerta preveda l'integrazione del territorio circostante, magari prescindendo dai confini politico-amministrativi e collegando, cosa che sta giustamente a cuore a della Fina, Orvieto con Bolsena. E magari, prima di andare a fare i capofila dei piccoli comuni limitrofi, ci si potrebbe ricordare che anche all'interno della rupe si è spesso e volentieri trascurato il quartiere medievale, che più di altri si presta a stimolare l'immaginario del turista-visitatore-vacanziero.

Ma questo Della Fina lo sa bene e ha detto di volerci lavorare.

Come ha detto che lavorerà anche su una equa promozione dei beni culturali della Rupe e del circondario: una volta appurata la presenza dei riconoscimenti ministeriali e regionali, infatti, la promozione dei musei, dei monumenti e delle raccolte da parte della amministrazione dovrà essere per tutti uguale.

Sarebbe un bel passo avanti, tutti sulle piantine, tutti con le stesse insegne, tutti con condizioni equivalenti, come nel passato non è mai stato. Basti considerare che alcuni monumenti stanno nella Carta Unica senza praticare sconti, altri ne fanno tra il 30% e il 60% dal prezzo del biglietto, e a qualcuno è stata imposta dagli altri una riduzione addirittura superiore all'80% dal già piccolo biglietto di ingresso, pena l'esclusione dall'intero sistema della promozione orvietana.

Molto positivo anche voler evitare commistioni, già fin troppo radicate, tra pubblico e privato, istaurando collaborazioni virtuose ed evitando intersezioni o sovrapposizioni senza distinzioni di ruoli, e mi riferisco alla scelta di affidare all'amministrazione la gestione del punto informativo di Piazza Cahen, lasciando spazi liberi a chiunque, esterno alla amministrazione, li voglia affittare.

E anche questa è una novità, dato che eravamo abituati a vedere biglietterie private in uffici informativi pubblici, con strani accavallamenti e sostituzioni a fine turno o nei giorni di ferie.

Così come eravamo abituati a prendere per istituzionali le pubblicità di consorzi privati.  

Molto bello e positivo, inoltre, l'inizio della concertazione, messa in piedi dai tre nuovi assessori, con le associazioni di categoria del territorio per tracciare le linee guida strategiche per la promozione e per gli eventi. È un'altra novità: ci si era abituati alla routine secondo cui a novembre il Comune rimproverava gli imprenditori per mancanza di fondi, salvo poi coprire tutto e sentire a gennaio gli imprenditori lamentarsi per aver dovuto concedere gli hotel a basso prezzo agli artisti del festival e reclamare per il ritardo nei pagamenti.

Personalmente sono uno che crede che in un centro come Orvieto, se ci fosse stato veramente un barlume di imprenditorialità, già da anni gli operatori economici avrebbero dovuto gestire in prima persona sia Umbria Jazz Winter che Orvieto con Gusto, lasciando all'Amministrazione il solo compito di fornire supporto e strutture. E qui chiudo questa (im)pietosa parentesi.

Complimenti ai tre nuovi assessori anche per aver iniziato un percorso virtuoso che dovrebbe portare al risveglio dal letargo, o alla dischiusa della crisalide, del Palazzo del Gusto. Anche qui speriamo bene, di sicuro il richiamo alle tipicità, al territorio, a tutti buoni valori di cui è infarcito il turismo oggi, sarebbe maggiore in un Palazzo del Gusto in piena attività che non in un Palazzo dei Congressi che pare sia l'unica soluzione del turismo attuale.

Di sicuro c'è molto da fare sul piano della concertazione, ma le intenzioni dei nuovi assessori sono buone. Speriamo solo che si possa arrivare a definire anche solo l'abbozzo di un piano di marketing del territorio, andando oltre le singole azioni scollegate e improduttive, e soprattutto evitando le schizofrenie della promozione attuale, in cui da una parte si vuole essere la capitale della CittàSlow con stile di vita e servizi all'avanguardia e dall'altra si lascia a piedi chi sia salito con funicolare e scale mobili e abbia deciso, rapito dalla bellezza del luogo o dalla qualità della ristorazione, di cenare sulla rupe o di passare una serata tranquilla, cronicamente senza eventi estivi, a passeggiare per il corso. Da una parte si vuole fare campagne promozionali strategiche per il turismo di qualità e dall'altra si osanna l'unico risultato ottenuto, ovvero portare ad Orvieto 11mila russi a 8 euro a pasto.

Avete molto da lavorare, cari assessori, ma gli inizi promettono bene.

Peccato che appena finito il rodaggio ci saranno di nuovo le elezioni.

Pubblicato il: 08/08/2007

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