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Viaggio nei partiti superstiti della prima repubblica: gli ex del Psi

Dopo la fine della seconda repubblica ad Orvieto i partiti che ne hanno risentito maggiormente sono stati la Dc e il Psi. Hanno subito quella trasformazione che ha portato alla nascita di nuovi partiti

Politica

di Redazione

La fine della prima repubblica ad Orvieto è stato un duro colpo per alcuni partiti. Chi ne ha risentito maggiormente sono stati la Dc e il Psi. Hanno subìto quella trasformazione che ha portato da una parte alla nascita di nuovi partiti e, dall'altra, alla scomparsa di dirigenti che, privi di qualsiasi di colpa, pur avendo ben amministrato o ben diretto i rispettivi partiti, furono direttamente annientati da quel terremoto politico. Ma se i vecchi Dc sono finiti nella Margherita o negli eredi Dc del centro destra, il Psi ha dato vita ad una diaspora che ha portato i propri ex dirigenti a destinazioni diverse. Così, a distanza di un decennio, ancora si tenta di rintracciare le collocazioni politiche dei vecchi quadri dirigenti locali. Proprio in questi ultimi tempi, per esempio, si è sparsa la voce che l'ultimo vero segretario di Federazione del Psi, Luciano Rotti - già assistente dell'ex assessore socialista alla sanità Giampaolo Fatale - fosse finito nelle fila della Margherita. Ma a togliere ogni dubbio in proposito arriva il comunicato stampa dello Sdi. «Iscritti e simpatizzanti dello SDI hanno partecipato alla riunione del direttivo della sezione di San Venanzo. Erano presenti, oltre al coordinatore dell'Orvietano Evasio Gialletti, l'attuale vice-presidente della Comunità Montana, Stefano Rosati, e l'ex vice presidente della Provincia e della Comunità Montana Luciano Rotti, una figura storica per i socialisti della zona e non solo».
La presenza di Rosati e Rotti ha immediatamente portato la discussione sulle problematiche relative alla Comunità Montana, mentre con Gialletti si è parlato approfonditamente della situazione politica di tutta l'area orvietana.
La necessità di iniziare le consultazioni per le prossime elezioni amministrative e la questione della pari dignità tra i partiti della coalizione sono stati i due punti centrali della discussione. Tutti gli intervenuti, infatti, hanno condiviso la necessità che la coalizione inizi a progettare il futuro dell'area orvietana e che vengano definitivamente risolti i problemi all'interno dell'Ulivo.
Il coordinatore SDI di Orvieto ha sottolineato l'importanza della presenza di Luciano Rotti che a San Venanzo ha avuto sempre una grande importanza per la vita politica generale e per quella dei socialisti in particolare. In passato, infatti, Luciano Rotti è stato segretario della Federazione PSI di Orvieto, in uno dei momenti più proficui per il partito. «Oggi il rinnovato impegno del compagno Rotti dà sicuramente maggiore spinta a tutti gli iscritti per il futuro dello SDI a livello locale», ha sottolineato Gialletti.

Per uno che ritrova la voglia di impegnarsi pienamente in politica ce ne sono altri dieci che ancora stanno alla finestra a guardare. Nelle fila socialiste sono in molti i delusi. Delusi da un partito che si è diviso in milli rivoli (Sdi, Nuovo Psi, componente socialista all'interno di Forza Italia, dei Ds); delusi anche da un problema irrisolto: il rapporto con i cugini del Pci.

Dai 50 anni in su è difficile trovare qualche "compagno" socialista che non abbia ancora il dente avvelenato con l'allora Pds .«Nel momento di nostra maggiore difficoltà, ci hanno chiuso la porta in faccia. Anche ad Orvieto hanno cominciato a dirci che eravamo ladri. Un grave errore che ha permesso a partiti come Forza Italia di recuperare voti socialisti ed al centro sinistra di finire presto - a livello nazionale - all'opposizione».

Qualcuno dirà: «la solita tiritera...» . Ma il rapporto tra gli ex del Psi e gli ex Pci resta una delle più grandi anomalie della politica e della sinistra italiana.

Pubblicato il: 05/06/2003

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