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'Orvieto domani: prospettive per la città e il territorio'

E' il tema del convegno organizzato dall'associazione Ape (venerdì scorso ad Orvieto) sintetizzato nell'intervento del professor Francesco Biondi, a nome della rete delle associazioni del comprensorio orvietano, del Basso Tevere e dell'Alto Lazio

Il tema posto dal Convegno organizzato dall'associazione APE, che partecipa anche all'attività del Coordinamento,  e che fa seguito al convegno dalla stessa associazione promosso lo scorso anno sulla "soft economy", e' il tema che da anni anima il dibattito e le azioni del mondo associativo di questa area dell'Umbria. Infatti salvaguardia e valorizzazione dei territori-temi peculiari del mondo associativo- e' tema importante nello sviluppo economico e sociale di questa area geografica particolare, che poche ne esistono in Umbria, la quale può enumerare insieme risorse naturali, bellezze paesaggistiche, tradizioni, cultura materiale. Un territorio iscrivibile, come lo descriveva Tiezzi nella sua Rivista "Arancia blu" di qualche anno fa, nel "triangolo magico" d'Italia  costituito da Volterra, Urbino ed appunto Orvieto.

 

Questo dato dell'attenzione ai territori assume oggi, in piena globalizzazione, un valore molto elevato perché sono i territori i tesori di famiglia su cui siamo costretti sempre più ad investire, per mostrare la nostra specificità, nel  nuovo contesto mondiale che la globalizzazione ha aperto. Infatti oggi più di ieri qualunque danno al territorio, qualunque mezzo di sviluppo che non sia "riproducibile" è un danno alla futura economia, che ai tempi attuali -data la velocità dello sviluppo imposta dalla globalizzazione-  è economia già dell'oggi. Per fortuna, se lo si comprende appieno, dovranno essere sempre più progetti immateriali a caratterizzare i territori, anziché progetti di opere pubbliche o private che siano di vecchia memoria.

 

Su questo tema la nostra esperienza di associazioni, singoli, operatori turistici, professionisti, guide naturalistiche,  ed altre  "nuove " attività è che siamo consiglieri  troppo spesso inascoltati delle pubbliche amministrazioni. Il che ci costringe qualche volta a forme di lotta incisive, come è successo per la vicenda della cava di Benano a Orvieto, della salvaguardia di quel polmone di biodiversità  che è La Renara, dell'elettrodotto ad alta tensione dell'ENEL a Montegabbione alcuni anni fa dove il solo mondo associativo ha impedito la devastazione di località come il Castello di Montegiove, Castel di Fiori e Greppolischieto (e proprio il CENSIS , qualche anno dopo- nel 2002- definì Montegabbione "il paese con la miglior qualità della vita all'italiana") , della cava di inerti sulle rive del fiume Chiani e della vicenda della Abbadia di San Niccolò al Monte Orvietano di Ficulle in cui siamo impegnati, e con noi la Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali dell'Umbria, a salvare da una possibile disastrosa speculazione edilizia, uno dei luoghi simbolo della nostra cultura: ove cioè  il monaco camaldolese Gratiano, nato a Ficulle, principiò la redazione del diritto canonico (Corpus  iuris canonici) tanto che lo stesso papa Giovanni Paolo II ,in occasione del Nuovo Codice di Diritto Canonico , ebbe a dire: "A questo riguardo mi sia consentito, fra le tante figure di canonisti e giuristi, meritatamente famosi, nominare almeno il monaco Graziano, l'autore del "Decretum" ("Concordia discordantium canonum"), che Dante colloca nel quarto suo cielo, tra gli spiriti sapienti, in compagnia di sant'Alberto Magno, di san Tommaso d'Aquino e di Pietro Lombardo",  oppure ad iniziare una battaglia dura contro la distruzione del Monte Piatto, di fronte alla Rupe di Orvieto, ad opera di gigantesche pale eoliche (oltre 140 metri, più del simbolo della cristianità: la cattedrale di  San Pietro a Roma !). E potremo continuare. Non sono comunque mancate posizioni positive in particolare da parte del sindaco di Orvieto Mocio sulla vicenda di Benano e su quella del Monte Piatto, ed il suo impegno per La Renara,  ma il bilancio è generalmente negativo per quasi tutte le amministrazioni. Suscitano infatti, per esempio, più di qualche perplessità le ultime scelte contenute sulla recente variante al Piano Regolatore Generale del comune di Orvieto.

 

Registriamo conseguentemente, sulla base della nostra esperienza, che l'atteggiamento della pubblica amministrazione ( e qui l'intendiamo come in un insieme tra Comuni, Comunità Montana, Provincia, Regione ed altri amministrazioni pubbliche) è inficiato  ancora da troppa scarsa considerazione che le nostre zone sono  un esempio vivente di bioregione, cioè un territorio con caratteristiche omogenee al di là dei confini amministrativi di Umbria, Lazio e Toscana- ed inoltre che la programmazione dello sviluppo è ancora affidata ai singoli comuni, troppo spesso di piccole e piccolissime dimensioni (fino a qualche centinaio di persone), vero steccato di campanilismo-che ha in sé certo  l'importanza dell'Italia dei mille campanili- ma anche tutto il limite di un ragionare su scala troppo piccola, non avendo peraltro alle spalle una strumentazione tecnico-progettuale adeguata e per tale motivo con una propensione al noto, quindi al passato ,anziché al futuro che è spesso novità. Infatti i risultati migliori riguardano comuni come Orvieto, vera capitale del lembo umbro di questo territorio, che può vantare una progettualità migliore  anche grazie ad una più elevata struttura comunale, ed anche qui non sempre con successo. E questo ragionamento apre il discorso -secondo noi non più rinviabile- di una necessaria rivisitazione dei confini comunali, che esaltando i vecchi campanili contemporaneamente dia al territorio una amministrazione pubblica di livello superiore, capace di ragionare- con i maggiori mezzi a disposizione- all'altezza dei veloci cambiamenti  che la globalizzazione impone. Insomma meno amministrazioni, ma un organo più autorevole politicamente e con maggiori mezzi di progettazione del futuro.

 

Da parte nostra continueremo a sollecitare le amministrazioni verso uno sviluppo sempre più ecocompatibile ed adeguato alla globalizzazione in cui necessariamente alcune attività economiche dovranno  essere interessate da fenomeni di dissolvenza, sostituite via via  da altre più in linea con la globalizzazione. In questo quadro annunciamo che è in preparazione entro l'anno un convegno sulla biodiverrsità  nella Renara e che alla fine di settembre organizzeremo ad Orvieto una conferenza interregionale sul tavolato vulcanico dell'Alfina (zona di confine tra l'Orvietano ed il Viterbese) sul tema dell'acqua di  cui è ricca la zona e l'attività di alienazione di beni non rinnovabili, quali i sistemi acquiferi, da parte di cavatori di basalto. Affinché l'acqua non diventi l'oro blu del ventunesimo secolo, come  lo è stato il petrolio per il secolo scorso, quindi  sia sempre più tutelata, rappresentando essa un bene essenziale al futuro dell'uomo e del suo  possibile sviluppo.

 

COMITATO NAZIONALE PER IL PAESAGGIO DELLA TUSCIA E DELL'UMBRIA- Orvieto

COMITATO SALVAGUARDIA MONTARALE E MONTE PEGLIA- Montegabbione

COMITATO MONTE PIATTO CONTRO L'EOLICO- Orvieto

COMITATO SALVAGUARDIA CHIANI E MIGLIARI -Ficulle /Parrano

COMITATO POPOLARE DI BENANO- Orvieto

ASSOCIAZIONE PER L'ECOMUSEO DEL PAESAGGIO ORVIETANO, CULTURA E AMBIENTE -Orvieto

ASSOCIAZIONE "LA RENARA" PER L'ECOSVILUPPO DEL TERRITORIO- Castel Giorgio

ASSOCIAZIONE "IL FILO D'ARIANNA"PER LE NUOVE CULTURE- Guardea

ASSOCIAZIONE "ALTRA CITTA' "- Orvieto

ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE "IL CANTIERE"-Giove

ASSOCIAZIONE PER LA RINASCITA DELLA SINISTRA -Orvieto

Pubblicato il: 15/07/2007

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