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Totem e Tab?

cerco guai

 Tranquilli, non voglio certo ergermi al pari del fondatore della psicanalisi, n? proporvi una soporifera recensione dell?omonima opera di Sigmund Freud, le cui teorie etnologiche, ora universalmente abbandonate, sembra fossero gi? superate al momento della stesura.

Voglio solo divertirmi ad osservare come esistano totem e tab? anche nella vita di tutti i giorni, e non solo nelle popolazioni considerate primitive.

Iniziamo dal definire, brevemente e semplicemente, i due oggetti del contendere, attingendo direttamente da Wikipedia: ?un totem ? un?entit? naturale o soprannaturale, che ha un significato simbolico particolare per una singola persona o clan o trib?, e al quale ci si sente legati per tutta la vita?, mentre ?un tab? ? una forte proibizione (o interdizione), relativa ad una certa area di comportamenti e consuetudini, dichiarata ?sacra e proibita??.

Insomma, due dogmi, uno in positivo e uno in negativo.

E ognuno di noi ha dei totem e dei tab?.

Ricordo, ad esempio, un mio amico che, parecchi anni fa, stava con una ragazza che aveva una intensa sudorazione e che non usava mai il deodorante, perch? lo riteneva poco naturale e poco rispettoso della fisiologia della propria pelle. A sorprendere il mio amico era il fatto che la stessa signorina non disdegnasse di uscire con un dito di fondotinta (che a suo dire migliorava la respirazione cutanea e scoraggiava la sua acne tardiva) in ogni mese dell?anno, abbinato ad un rossetto ceralacca con l?ora solare e ad un lucidalabbra trasparente con l?ora legale, con l?immancabile scioglimento estivo che la faceva sembrare appena uscita dalla sagra della bruschetta.

?Perch? un trucco-stucco s? e il deodorante no? ? mi diceva il mio amico ? Perch? mai questa assurda discriminazione che privilegia la cosmesi futile a quella utile??

Facile! Per lei il deodorante era un tab?. Tutto qui. Ma appena provai a spiegarlo al mio amico la nostra amicizia vacill?, fino a quando i due, pochi mesi dopo, si lasciarono.

Un mio lontano cugino, invece, qualche anno fa, non ebbe scrupoli a criticare ogni singola voce della mia lista di nozze, adducendo la motivazione che si trattava di cose il cui costo era deciso dal design e non certo dal valore intrinseco dell?oggetto, arrivando a dirmi che si meravigliava di me e del fatto che osassi mettere in cucina seggiole cos? care o che permettessi a mia moglie di scegliere soprammobili costosi solo perch? belli e non oggettivamente di valore.

Lo lasciai parlare standomene zitto, come faccio sempre con le persone la cui opinione mi interessa molto meno di niente, tranne quando se ne usc? con: ?Che soddisfazione! L?altro giorno ho cambiato tutte le viti alla mia nuova moto, ora sono tutte di una lega speciale, e la cosa pi? fica ? che sono tutte color azzurro intenso e non cromate come le normali viti. Mi ? costato 1800 euro, ma vedessi che schianto?!

Non ce la feci, e mi usc?, incontrollato come a volte mi capita, uno schietto: ?Eh gi?, quello s? che ? un bell?investimento?!

Ovviamente il mio mezzo parente non cap?, e se avessi contato fino a dieci mi sarebbe stato chiaro che la mia risposta non lo avrebbe spostato di un millimetro dalle sue convinzioni, per il semplice fatto che per lui, la moto era (ed ?) un totem, cui sacrificare tutto, affetti compresi.

Anche nella gestione del traffico orvietano ci sono totem e tab?. I totem per eccellenza, cui sacrificare spazi e risorse, sono le rotatorie, tanto che il totem valentiniano non poteva essere meglio collocato. Peccato che resti un tab? per gli automobilisti locali la maniera di usarle, preferendo scambiare la rotatoria per un territorio franco in cui si possa, e per molti si debba, tagliare la strada sia in entrata che in uscita.

Ma c?? un altro immenso tab? del traffico: ? stato lo stesso sindaco Mocio a confermarmelo, a seguito di innumerevoli richieste e sopralluoghi per tentare di limitare la velocit? delle automobili in Via della Cava (uno di recente ? stato fatto anche dal tenente colonnello Vinciotti e speriamo bene per gli esiti che sar? in grado di sortire).

Valutata l?inadeguatezza, per conformazione o costi, di dossi in gomma, di attraversamenti pedonali rialzati, di marciapiedi, di dispositivi restringi-carreggiata e di far passare i vigili oltre che per le processioni di Sant?Antonio e della Madonna della Cava, ? stata paventata dagli abitanti la possibilit? di fare ricorso ad un autovelox, anche non fisso.

La risposta del primo cittadino ? stata perentoria, e, proprio mentre sui giornali stava per uscire la notizia delle 130 multe al giorno a chi non si era studiato bene il complicato enigma degli orari dei varchi elettronici, ha sentenziato: ?La attuale amministrazione, cos? come la precedente, non ritiene consono fare ricorso a strumenti punitivi come l?autovelox?.

Ok, fine della discussione. Perch? far notare la contraddizione con la iperpunitiva installazione dei varchi? Inutile. Sarebbe stato come imporre il deodorante alla donzella dal trucco da bambola: l?autovelox ? un tab? per la attuale amministrazione e tanto basta.

Cos? come i varchi ne sono i totem, resta da capire a quale divinit? siano stati eretti: al dio pedone, al dio quattrino o al dio centro multimediale?

Pubblicato il: 14/07/2008

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