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Al voto al voto

Nello Riscaldati

                 

E cos?, cammina, cammina, cammina, tra meno di un anno invece di giungere all?Osteria del Gambero Rosso, saremo giunti davanti a un seggio elettorale per rinnovare le amministrazioni locali. Io so che molti, insomma diversi, al solo sentirselo ricordare ti sparano addosso un ?ecchissenefrega, tanto so? tutti uguali: culo, poltrona, cassa e sistemazione a vita?.

Qualcuno, invece, sembra reagire, ma forse lo fa un po? troppo presto, con un ragionamento della serie: ?Ma sai che ti dico? Mi faccio una lista mia, prender? i voti che prender?, ma al ballottaggio, (che l?anno prossimo viene dato per certo), il loro valore salir? di molto e sapr? io come manovrare!?

C? ? anche la variante, di chi pensa ad una lista strutturata in modo tale da poter ?dialogare? sia con l?uno che con l?altro ballottante. E cos?, come succede in Borsa, chi offrir? un ?di pi?? pre-garantito, si aggiudicher? tutto lo stock.

 

Questi ragionamenti non fanno una grinza, sono legittimi e democratici e chiunque trovi, o abbia da spendere del suo, un minimo di 50 mila euro da gettare nel callarone della campagna elettorale ? libero di scendere in campo e combattere la tenzone.

 

Solo che, secondo me, ma sicuramente posso sbagliare, Orvieto non si merita un trattamento del genere, cos? come non si merita di essere amministrata da figure prescelte in base a complicati meccanismi di pesi e contrappesi, i cosiddetti ?equilibri politici? faticosamente raggiunti in burrascose sedute a Perugia, Terni o Foligno, quando addirittura non a Stroncone o a Strozzacapponi.

Ci si batte per partiti, per ex-partiti, per correnti, per amici di quello o di quell?altro, e, alla fine della battaglia, dopo nottate e nottate di sudature passate a stendere, a stracciare e a ristendere organigrammi futuri e future liste, troviamo le stesse facce, magari spostate dalla Lista Provinciale a quella Comunale o viceversa in modo tale che, cos?, tutto risulti sistemato secondo ?i nuovi equilibri faticosamente raggiunti?.

 

E io so bene, come lo sanno tutti del resto, che qualsiasi voce che, in prossimit? di consultazioni elettorali locali, si levi ed affermi essere cosa buona e giusta almeno il provare a rompere ?i secolari equilibri faticosamente raggiunti?, tale voce rompe sicuramente le scatole a chi ha gi? appoggiato la mano sulla sedia con scritto sulla fronte ?guai a chi me la tocca?, seguito da ?mb?! adesso ?sto fregno che vole!? e rompe anche quelle di chi sta gi? almanaccando la sua lista anche se di condominio o limitata ad amici e conoscenti

 

In questo torrido luglio ?sto fregno sta riflettendo, perch? riflettere ? legittimo, gratuito, distensivo e democratico, sulle modalit? possibili per sostituire un?amministrazione ritenuta inadeguata con un?altra auspicabilmente pi? adeguata visto che sulla Bibbia non c?? scritto in nessun versetto che Orvieto debba essere amministrata nei secoli dei secoli sempre dalla stessa parte politica.

E riflettendo, ma dato il caldo di questo torrido luglio posso sbagliarmi, mi viene in mente che un fenomeno pu? verificarsi solo quando determinate condizioni lo consentono. ? lapalissiano in politica che una parte domini quando l?altra soccombe e anche questo ? legittimo, democratico e inconfutabile.

Per sessantanni in Orvieto  abbiamo assistito ad un lungo monotono incontro tra un peso massimo, nutrito dalla ragnatela del potere ed un peso minimo che al massimo si nutriva delle molliche del potere. E dunque non poteva esserci partita.

? solo da qualche anno che si ha la sensazione che il peso massimo stia rapidamente dimagrendo, ma la cosa incredibile ? che quello minimo non si sta ingrassando.

 

Ed allora, se le cose resteranno cos?, non e difficile pronosticare, l?anno prossimo, un ballottaggio tra quello che rester? del Partito Democratico (che poi a me questo aggettivo mi sa un po? curioso, come se tutti gli altri fossero non democratici), e cespugli, veri o creati ad arte, ed un Popolo della Libert? che cos? come ? organizzato oggi, i soli numeri che potr? mettere insieme saranno al massimo quelli della tombola, frazionato ed evanescente com?? per quartieri e per negozi, e che vive sulle presenze televisive dei suoi capi.

 

Ed allora, sempre riflettendo in questo torrido luglio, io suggerisco, ma sicuramente mi sbaglio e sono sicuro che saranno in molti a farmelo notare, che l?unica via che resta per mettere insieme una squadra in grado di giocare una partita decente e senza essere data spacciata in partenza, ? quella di schierare contro la parte oggi dominante e presumibilmente sorretta da cespugli e listarelle, UNA SOLA LISTA, comprendente tutto il resto, chiamarla Filippo o Bartolomeo, che raccolga tutti quelli che dicono di volere questo famoso cambiamento, anche coloro che non si riconoscono in questa o quella sigla, ma che, come orvietani si domandano tutti i giorni: MA ORVIETO, DOV?E??!

Sbaglieranno, saranno pi? bravi, chi lo sa! Secondo me (ma sicuramente mi sbaglio), ? una battaglia che va combattuta anche per dare aria al Palazzo. Le microliste non risolvono i problemi della citt?, ma solo quelli dei promotori.

Se le cose si muoveranno come ho suggerito, la partita forse pu? essere giocata, magari andando ai supplementari, ma sarebbe una bella partita vera. La prima dopo sessantanni. E la gente parteciperebbe e si divertirebbe. Ma forse mi sbaglio. 

 

  

Pubblicato il: 11/07/2008

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