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Orvieto, specchio delle difficolt? del trasporto ferroviario nazionale

Stefano Frellicca

In occasione della  IV Giornata Nazionale dei Diritti dei Cittadini nei Servizi di Pubblica Utilit? promossa da Cittadinanzattiva, alla quale il Comitato Pendolari di Orvieto ? stato invitato, si ? parlato di tutela e diritti dei cittadini che usufruiscono dei sistemi di trasporto. E? stato presentato un dossier correlato da statistiche, elencante una serie di barriere intese non solamente come ostacoli fisici per i disabili, usualmente denominate barriere architettoniche, ma pi? genericamente come ostacoli di varia natura che impediscono o complicano la possibilit? di accesso ai sistemi di trasporto collettivo alla generalit? dei cittadini. Natura economica (aumento improvviso delle tariffe) infrastrutturale (mancanza di infrastrutture o insufficienza delle stesse) informativa (carenza di sistemi di informazione necessari al corretto impiego del servizio) qualitativa (comfort, pulizia, igiene) fisica e di sicurezza. Dai dati redatti, spicca la situazione assai difficile del sistema di trasporto ferroviario, il cui livello di servizi atteso ? inferiore a quello su strada ed aereo. Questo panorama non stupisce pi? di tanto gli addetti ai lavori e i pendolari in particolar modo, inermi spettatori e vittime dei disservizi. E? curioso accostare alcuni dati di rilevanza nazionale con quelli che interessano la realt? orvietana, per constatare come i problemi del sistema ferroviario in generale vengono proiettati nelle singole realt? locali, le quali, al contrario di quello che si possa pensare, ne risentono maggiormente rispetto ai grandi scali. Qualche esempio: negli ultimi sette anni il costo per i servizi ferroviari ? aumentato pi? del 17%, in linea pi? o meno con l?inflazione, ma non ? stato compensato da un aumento del livello di servizi, basti pensare che Orvieto ha visto diminuire il numero di treni che alla mattina confluiscono verso Roma, mentre il traffico in direzione Firenze ? rimasto insufficiente rispetto alla domanda. Senza considerare poi che chi viaggia verso Roma paga biglietto o abbonamento relativi a 126 km mentre la distanza reale ? 112 km, con un aggravio ulteriore del 10% sui costi. Altro confronto: il 16,6% dei treni nazionali ? utilizzabile dai disabili mentre solo a Roma e Milano la percentuale di autobus e tram che rispondono a questa esigenza, ? pi? che doppia. Viene da domandarsi poi come una persona su carrozzella riesca a raggiungere il binario 2 nella stazione di Orvieto, senza attraversare i binari od evitare la rampa di scale del sottopassaggio (e qui bisogna sorvolare anche sull?accessibilit? riguardo ai disabili sensoriali). Se non sono barriere architettoniche queste! Per quanto riguarda la qualit? riferita ad igiene e pulizia nei convogli, puntualit?, frequenze, il livello di gradimento generale degli utenti ? sceso progressivamente negli ultimi nove anni a valori minimi, in linea con il giudizio nettamente insufficiente dato dai pendolari orvietani nel recente sondaggio redatto dal Comitato. Gi? da questi pochi elementi emerge un panorama poco lusinghiero ma con prospettive  future ancor meno ottimistiche, per ci? che riguarda sia il trasporto ferroviario in generale, sia le sorti delle piccole stazioni, sempre pi? abbandonate a se stesse e che invece risultano essere fondamentali per lo sviluppo economico e l?integrazione sociale nel territorio dei centri urbani che vi gravitano. E? un compito arduo invertire questa tendenza, le dissonanze all?interno di Trenitalia stessa, dovute alle divergenze di interessi tra gestione del Trasporto Locale e Lunga Percorrenza  rendono difficile l?intesa tra le parti per soddisfare la domanda di convogli negli orari di effettiva esigenza. A questo va sommata una problematica cronica dovuta ad un contesto tutto italiano dove l?80% del sistema trasporti ? incentrato sull?automobile e nonostante ci?, ci allontaniamo ulteriormente dal suo riequilibrio, considerando che la Legge Obiettivo prevede la costruzione di un numero di chilometri di strade pari al doppio di quello previsto per la realizzazione di linee ferroviarie per l?Alta Velocit?. Questo significa che in attesa del ?risolutivo? ponte sullo Stretto percorriamo in treno buona parte della Sicilia, ad una velocit? media di 60 km/h ed in certi tratti anche sotto i 40, mentre da Roma ad Ancona in Eurostar impieghiamo pi? di 3 ore sotto i 100 km/h (velocit? degna di un buono scooter, al prezzo di un Eurostar!). Rilanciare la nostra stazione di Orvieto dunque, come strumento essenziale per la citt? ed il suo comprensorio che ripongono in essa le speranze per il lavoro di tanti cittadini e per un maggior sviluppo sociale, a contatto con le grandi realt? urbane vicine, una occasione in pi? per aprire le nostre grandi manifestazioni culturali e storiche al turismo. Questo ? il compito che sta cercando di portare avanti il Nuovo Comitato Pendolari, che presto diventer? Associazione, con grande senso civico e nella speranza che sempre pi? cittadini, anche non pendolari, aderiscano al progetto.

Pubblicato il: 25/06/2003

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