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Pensare la Sinistra e invecchiarsi addosso

Gian Paolo Aceto

di Gian Paolo  Aceto

Non ? che per i politici la gente non conti. E nemmeno che per la gente siano i politici a non contare pi? niente. Ma  ?  questa stessa gente che non ha pi? voglia di contare, e perci? ad intervalli, elezioni o manifestazioni che siano,  si limita ad accettare di ?essere contata?.

E? ormai una constatazione diffusa che per qualsiasi partito, per conservare il potere o ottenerlo almeno in parte, ? necessario far leva  o sugli istinti peggiori (lo scadimento da popolo a trib?) o sulle illusioni che  alcuni concetti totem riescono ancora ad alimentare (democrazia, pluralismo, partecipazione, s? ma non agli utili,  adesso tra l?altro ? in arrivo un?indigestione di Libert?, con conseguente partito incorporato che certo la impalmer? questa libert? cos? bella e giovane, cos? nuova soprattutto), riuscendo nell?obiettivo segreto e immancabile di far diventare una  persona un Numero, e pi? ?  maiuscolo meglio ?serve al Partito?, qualsiasi esso sia. Per cui la cabina elettorale invece di essere lo specchio di eventuali novit? di pensiero e di aggregazione che rispecchino l?evolversi della societ?, diventa la consacrazione della politica come mattatoio di massa.

Ci si entra da persone apparentemente libere, e se ne esce zombie.

E siccome si tratta comunque di persone umane, con sempre rinnovate capacit? di reazione, anche ?passive?, questo provoca  una lenta erosione delle energie vitali,  psichiche,  che ogni uomo possiede come dono divino dalla sua nascita; e l?individuo si ritrova solo, anzi pi? solo di quanto l?essere individuo porti ad essere.

Cos? la gente finisce per adottare la rinuncia come scelta di vita, andando ogni tanto alle cosiddette Elezioni Democratiche gi? sapendo di non contare, e finisce per non voler pi? contare sul serio, rinuncia. E al bavero della giacca  (o nell?animo,  spesso) finisce per portare un nuovo invisibile distintivo, ?la cimice democratica?.

Si viene cos? a formare un totalitarismo strisciante, che porta in s? una novit?. Non ? pi? imposto dall?alto da  un?entit? precisa, storica, per esempio un capo, un partito, una lobby;  ma nasce ?dal basso?, dal modo e dalla sostanza stessi con cui la gente rinuncia.. Naturalmente la rinuncia a contare porta con s? un normale gesto autistico per illusorio bisogno di sicurezza, e cio? la coazione a  ripetere,  il voto per esempio.

Perch? questo voto si ripeta, ? perci? necessario da parte dei politici martellare le coscienze con lo stesso identico messaggio, il quale generalmente pi? ? astratto pi? funziona.  Infatti i misteri, gli oracoli, hanno sempre ammaliato gli uomini, soprattutto se presi come folla.

In effetti non ci sarebbe niente di pi? nobile dell?invito a pensare, che sembra proprio il contrario della coazione a ripetere.

Ma come un fantasma del passato che si materializza, ecco in questi giorni a Orvieto un invito  a pensare.

Pensare la Sinistra.

Uno, pensa che ti  ripensa, pensa: ma pensa un po?! Il pensare diventa come una visione, che si basa sul vedere.  Pensa  Napoli, e poi?.

Sono cent?anni che  la si pensa, che viene pensata  perch?  molti intellettuali veri e propri kap? del pensiero  la fanno pensare,  ed ? da molto, troppo tempo,  che  si prendono voti pensandola,  e il continuare a pensarla e farla pensare ? l?unica maniera di far esistere la sua continua inesistenza.

Per i partiti ?democratici?  ? in ogni caso una merce riconoscibile  (massimo pregio  per gli analisti di mercato,  che la merce sia un detersivo o il ?precariato?), e vendendola bene una percentuale del mercato la si riesce sempre ad ottenere,  pompandola, anzi pensandola bene.

E questo lo si fa,  per esempio, invitando a ?pensare? tutta una serie di problemi ?da risolvere?, il precariato gi? detto, la sicurezza, il lavoro, la sicurezza ancora,  poi magari il ? precariato  parlamentare?, ecc., tutte questioni che se fossero ?risolte? creerebbero un mondo castrato, artistico,, l?esatto contrario del concetto di vita come  apprendistato di vittorie e sconfitte, come conquista personale e coscienza dell?imprevedibilit? dell?esistenza, singola e di gruppo.

Il muro di Berlino ha incominciato a cadere molto prima di quando ? stato costruito, ed esattamente nel 1922, con l?avvento del Fascismo, che certamente aveva una sua  ?rozzezza?, ma non diversa da quella dei sostenitori di Cesare, che si era messo contro l?aristocrazia del Senato ?democraticoepluralista? dell?epoca.  Il fascismo, pur  tra immani tragedie dovute anche alla pochezza politica di molti suoi capi, fu  in ogni caso una barriera alla soviettizzazione rivoluzionaria e all?annullamento dell?identit? storica italiana. Devo dire che moltissimi sono pi? o meno d?accordo, anche se non lo dicono apertamente? Perch? se lo dicessero dovrebbero buttare al macero cinquant?anni di propaganda. I  tedeschi poi, che sanno  sempre come peggiorare le cose a modo loro,  hanno portato alla catastrofe. Poi c?? stata la Resistenza, sacrosanta, e chi stava dall?altra parte, qui in Italia, anche in buona fede, dovr? aspettare ancora un bel  po? per un giudizio pi? sereno sulle sue scelte.

Cinquant?anni di pace,  ma il Capitale della Sinistra continua  a rendere.

Ed ecco che qui a Orvieto stanno per arrivare gli esperti di massimi sistemi politici e sociali. E come da programma, si riuniranno a pensare. Cosa? Ma come mandare al governo  chi ? sempre stato buono, anzi buono buono, D?altronde non gli era difficile, visto che ha passato tutta la sua giovinezza al cinema.

E il meccanismo infernale porter? gli iloti di turno, e non soltanto orvietani,  che non lo sono, e nemmeno un po?, ma si ha bisogno che si comportino come tali per assicurare il regno della Bont?, li porter? ad applaudire il primo cadavere che passa, o che parla, o che  ?pensa?, perch? questa ormai ? l?abitudine.

Il politico sottile sa che proprio la mediocrit? di massa ? il suo principale referente. La vittoria elettorale si ottiene attraverso la fanatizzazione dolce di queste presunte mediocrit?.

E di questi tempi i partiti e i gruppi di sinistra hanno adottato lo strumento  (e concetto) principe di questa fanatizzazione ?leggera?, da notte bianca, per veicolare la propria merce: la Festa.

Che la festa non sia il momento pi? adatto per pensare ? noto a tutti, cos? come si sa che il percorso di vita di un bambino ? diviso saggiamente in due momenti: la scuola e la vacanza, ben separati.

Pensare la Sinistra stando in Festa ? il messaggio di questi giorni, rivolto a una platea  di presunti invecchiati senza essere cresciuti, o di gente che si vuole ?far pensare? per farli esistere, per ?coinvolgerli?, altro concetto che ormai ? sempre pi? vicino a quello dell?accanimento terapeutico.

Perci? ? attraverso la Festa che si cercano la legittimazione e il consenso. Cos? che, come forse tanti bambini vorrebbero (e sono giustificati perch? bambini), il momento della scuola, cio? l?imparare dove si sta, quindi la Politica,  si attua non nel momento della ?scuola? (per quello ci sono i delegati, i parlamentari), ma della vacanza, la festa appunto.

Il Gioco ?  tutto, e la Politica altrove.

Pensare la Sinistra,  appunto. E siccome il mestiere di pensare attiene al cervello che pensa, dunque alla mente,  che da sola pu? avere la qualit? della ?geometrica potenza? (ricorda qualcosa?), e che ?  sempre singola, anche se ha la pretesa di coagulare i cervelli delle ?masse?, da questo pensare non usciranno pi? tante sinistre quanti sono i cervelli, come sempre stato, ma un accordo tipo ?unit?? (elettorale) nella diversit? (altra dizione storica), secondo il detto andreottiano per cui il Potere logora ecc.

E di questo pensiero di sinistra, qual ? il carattere distintivo?  Ma l?essere Democratica, Watson!

Che ? un aggettivo  sempre tollerato e benvenuto in tutte le case  dove si passa piacevolmente il tempo a tollerare tutte le idee basta che siano carine, fresche, giovani e ben fatte, le idee.  E se sono case ?politiche? cosa cambia? Niente. Invece di  altro  in vendita  viene posta una merce astratta,  la mente dell?elettore.

L?esercitarsi perci? in un?astrazione qual ? appunto il concetto di sinistra, con l?aggravante del ?democratica?, provoca quella che si pu? definire, e in buona parte lo ?, l?alienazione ideologica della persona che esercita su quel tipo di pensiero la propria energia psichica.

Ma ai capi non gliene importa niente. Tutte queste singole alienazioni faranno poi numero in cabina elettorale, secondo l?elegante concetto gi? espresso tempo fa?: Vota e crepa!

Pubblicato il: 30/08/2007

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