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Aziende a controllo pubblico e minoranza: prima sarebbe bene guardare le travi nei propri occhi

Alessandro Maria Li Donni

Brutta bestia l?ipocrisia e l?ignoranza dei fatti.  L?estate politica orvietana ha portato polemiche a non finire sulle aziende a controllo pubblico.  In particolare gli strali della minoranza si sono concentrati sui compensi, s? perch? sembra che a nessuno interessi il lavoro, l?unica attenzione ? riservata al denaro.

In alcuni casi si pu? essere d?accordo ma prima sarebbe bene guardare le travi nei propri occhi piuttosto che le pagliuzze in quelli altrui.  Molti, anzi quasi tutti gli enti locali, hanno deciso di costituire societ? operative per gestire i servizi in maniera ottimale.  Con la creazione di aziende esterne un comune ottiene: taglio di voci di bilancio, rapporti di lavoro non pi? privilegiati, gestione esterna.  A questi obiettivi ne va aggiunto un altro di non poco conto: poter far cassa immediatamente con la cessione parziale o totale di quote.  Ora molti enti stanno raggruppando i servizi per categorie dando vita a multiutilities sicuramente pi? appetibili e con economie di scala vantaggiosissime.  Certo in tutto questo c?? da inserire un costo fisso, quello di amministratori e revisori dei conti, come in tutte le societ? di diritto.  I revisori hanno tariffe stabilite, mentre per i cda di solito si prende ad esempio una societ? di pari fatturato ed omogenea per oggetto sociale.

Detto questo si pu? tornare a discutere di Orvieto.

Meraviglia non poco constatare come i consiglieri di minoranza, alcuni dei quali uscenti (Conticelli, Cortoni, Olimpieri), non abbiano avuto il tempo da gennaio ad oggi di chiedere l?ammontare esatto dei compensi di consiglieri e revisori.  Meraviglia altres? la memoria cortissima di altri che dimenticano facilmente incarichi in casa propria.  E? il caso di Stefano Olimpieri che, severissimo nel giudicare i compensi dei consiglieri orvietani, si dimentica come anch?egli sia da circa tre anni liquidatore, ? bene sottolineare questa parolina, del Consorzio Agrario di Terni-Rieti, con emolumenti ben superiori.  AN dovrebbe anche ricordarsi che fra i revisori dei conti colpevoli della ?malagestione? della Farmacia Comunale c?? anche Mario Montegiove.  Sempre ad Olimpieri, zelante bancario, bisognerebbe ricordare le responsabilit? ed il lavoro di ogni membro di un consiglio di amministrazione.

Maurizio Conticelli, poi, arriva anche ad imprecisioni incredibili.

L?ex-candidato sindaco ha parlato di ?scatole cinesi? in maniera veramente impropria.  In termini finanziari si parla di scatole cinesi quando ci si trova di fronte ad una serie di societ? che allungano a dismisura le catene di controllo in maniera da rendere quasi impossibile risalire ai proprietari di una societ?.  Questo non ? certamente il caso di RPO e Farmacia che hanno come unico socio il Comune di Orvieto.

Sempre Conticelli, in compagnia del buon Olimpieri, parlano di ?moltiplicazione dei costi? per la Farmacia Comunale.  Basterebbe andarsi a leggere il conto economico 2003, l?ultimo della gestione diretta del Comune, per accorgersi che i meri costi di gestione fiscale e contabile arrivavano all?esorbitante cifra di circa 36mila euro, al netto di contributi.  Risulta che l?attuale consiglio abbia dato in outosourcing la contabilit?, le paghe e la parte fiscale ad un professionista orvietano per circa 600 euro mensili lordi.  Ha poi ragione il vice-presidente Tilli ad affermare l?impossibilit? a fare raffronti tra l?intero 2003 ed una frazione del 2004, vista la differente natura giuridica dell?azienda ed in particolare la non omogeneit? di dati e periodi.  Fino al 31 dicembre del 2003, infatti, molti costi oggi a diretto carico dell?Azienda erano in pancia al bilancio comunale, quindi difficilmente quantificabili.

Certo ? sconcertante come i tre consiglieri d?opposizione anziani non abbiano avuto il tempo di chiedere informazioni in consiglio su RPO, Tema e Farmacia Comunale.

E? indubbio che si potrebbe fare di pi?, ma bisogna ricordare e sottolineare come, e questo lo dovrebbe sapere bene il bancario Olimpieri, come in una societ? con fatturato superiore al milione di euro i gettoni di presenza di ogni consigliere non sono inferiori ai 300 euro a seduta, non al mese.

Probabilmente sarebbe molto pi? corretto spostare il dibattito su di un altro piano politico che ? quello dell?organizzazione finanziaria delle societ? del Comune, tenendo in giusta considerazione il progetto di ritorno in mano pubblica dei rifiuti e l?eventuale creazione di un termovalorizzatore.  Suggerimenti gratis, oltre questo, ? bene non darli, quindi ? meglio chiudere cos?, anche perch? si potrebbe essere tacciati di sprechi e moltiplicazioni inutili.

Pubblicato il: 12/08/2004

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