Elezioni comunali: Istruzioni per l'uso
Massimo Gnagnarini
Consumatasi questa seconda repubblica, seppur della terza ci sfuggano i contorni, di sicuro non saranno pi? i partiti, quelli con cui abbiamo avuto a che fare negli ultimi vent'anni, a competere per il consenso popolare e dunque a governare.
In effetti gi? adesso per il governo tecnico nazionale, pur tra lacrime e sangue, il gradimento degli elettori resta oltre il 50% , mentre quello per i partiti in queste settimane non supera il 2% . Significa che neanche i militanti, gli iscritti e forse gli stessi dirigenti di partito si fidano pi? dei partiti e neanche del proprio. Il distacco della gente dai partiti politici ha la conseguenza non soltanto degli inesauribili scandali emersi ed emergenti, ma anche della rottura definitiva e irreversibile del tradizionale schema storico-culturale tra destra , sinistra e centro.
Dunque c'? da chiedersi per chi e per cosa voteremo ?
Di sicuro il prossimo Consiglio Comunale di Orvieto sar? formato di soli 16 consiglieri oltre il Sindaco scelti, con ogni probabilit? , tra due o pi? super liste di natura "tecnocivica" le quali, per l'appunto, saranno un mix tra senso civico e politico e nelle quali si intrecceranno le novit? con storie e appartenenze anche diverse tra loro.
Saranno liste che andranno ben oltre le vecchie e nuove alleanze tra partiti e che segneranno non la cifra del formarsi di una maggioranza e di una minoranza politica, ma di un'unica squadra composta di esecutori e di controllori i cui ruoli complementari restano coesi in un idea di visione futura della citt? .
In esse troveranno posto candidati in possesso di riconosciute specificit? e qualifiche inerenti la natura e il contenuto delle soluzioni che saranno contestualmente proposte all'attenzione degli elettori orvietani per risolvere l'insoluta "questione orvietana".
I partiti , uniti o divisi al proprio interno, avranno da sostenere l'una o l'altra giustificando la propria esistenza ma, nel contempo, astenendosi dal presentare i propri simboli troppo sputtanati, ormai, per garantirsi un minimo di autosufficienza e credibilit? .
Saranno legittimamente e auspicabilmente anche gli esponenti dei partiti a candidarsi senza perch? la loro appartenenza costituisca un viatico privilegiato n? tantomeno un elemento di pregiudizio.
Anche il neo Sindaco da eleggere, pur mantenendo tutte le prerogative che la legge gli affida, sar? principalmente il garante, avvalendosi della mediazione e della sintesi, dell'azione pragmatica e del suo divenire necessaria, compresa e condivisa da tutta la citt? .
C'? stata, infatti, ed ? ancora in corso nella nostra comuni? locale una difficolt? ad adattarsi e forse a comprendere che viviamo in un mondo complesso nel quale le scelte e le iniziative pi? efficaci per favorire il bene comune non scaturiscono dal prevalere di uno schieramento, ma dalla capacit? di aggiornare la visione della citt? nella continua ricerca di opzioni e soluzioni anche diverse tra loro.
Tra tutte le istanze di rinnovamento, dal favorire le quote rosa piuttosto che i pi? giovani ecc.., deve prevalere quella della consapevolezza che la partecipazione alla cosa pubblica presuppone non soltanto la mera disponibilit? a candidarsi e a misurarsi elettoralmente, ma anche la fatica di studiare e di comprendere le questioni e i problemi sui quali si desidera intervenire.
Assumere per scontato che ci? sia sempre avvenuto ? una leggerezza alla quale gli elettori orvietani non dovrebbero mai pi? indulgere specie quando si trovano all'interno della cabina elettorale.
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Certo rimane il problema dei processi costitutivi e formativi di questo nuovo livello di classe dirigente. Ci? pu? esser risolto e superato con successo attraverso l'iniziativa libera dei cittadini nel favorire un contesto di partecipazione e di confronto e quindi di aggregazione e di condivisione tra singoli, comitati e associazioni.
Tuttavia ritengo che gli stessi partiti pi? organizzati avrebbero convenienza a favorire una simile transizione che ? l'unica capace di ritessere un tessuto connettivo tra la politica e la societ? civile e quindi ricreare le condizioni minime e indispensabili per la ripresa del ruolo che storicamente e costituzionalmente compete ai partiti stessi.
In ogni caso siamo tutti chiamati a darci da fare perch? a Orvieto non esiste pi? chi, nel bene o nel male, ci pensa o ci penser? al nostro posto : non l'antico partito padrone, non l'uomo nuovo della provvidenza.
Pubblicato il: 13/04/2012