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Il partito delle donne. Votiamo 'Orvieto rosa'

Nello Riscaldati

    Giovedi scorso un programma RadioRai dedicato all?Umbria, trasmesso in un ora di massimo ascolto, dopo aver citato e illustrato tutte le localit? che lo meritavano, ha esortato gli ascoltatori a visitare anche Orvieto ?nota per il pozzo di S. Patrizio e per le sue caverne?! Ha detto proprio cos?: ?per le sue caverne!?.

  Tempo fa, in Perugia, dopo aver dichiarato, a seguito della domanda di un impiegato, di essere nato e residente in Orvieto, il medesimo complet? il quadro chiedendomi: ?provincia di Viterbo, vero,?.?!? 

 

  Ora questo guazzabuglio di superficialit? e di ignoranza, non si sa come e quando seminato, ma nato, forse coltivato, comunque  lasciato crescere, non aiuta certo la nostra citt? nel suo affaticato e sfigato assalto all?avvenire.

  Assalto che poi, a ben pensarci, noi stessi conduciamo in modo concitato e confuso. C?? difatti chi spinge, chi si arrampica, chi si attacca a quello che si arrampica, chi scivola,?c?? chi si appoggia,? c?? chi si appoggia a quello che si appoggia,?poi c?? chi si riposa,?ma c?? anche chi pensa, chi prende di petto i problemi e ti sventola in faccia le soluzioni! Poi c?? chi scrive, me compreso, e, scrivendo, discetta, ammaestra, sfoggia, cita, ricorda, esorta, predica, inveisce, spiega, propone e satireggia senza riuscire per? a decidere se le idee vengano solo a quelli che non hanno denaro, se invece sia vero che quelli che lo hanno le idee non se le fanno venire o se invece abbiamo in repertorio soltanto parole e parole fritte e rifritte e tanti se e tanti ma.

 Cos? questo inconcludente rumorio, dove nessuno ascolta nessuno, ha occupato il posto delle animose discussioni in crocchio che nei tempi andati si celebravano in piazza o nei crocevia e che di solito si concludevano con una salva di sfott?, di imprecazioni e con auguri di ?buon pranzo? o di ?buona notte?. Forse  non saremo una citt? depressa ma un po? confusa s?. 

 

  Ma cosa ci manca per vivere felici?! O pi? esattamente cosa manca a questa citt? per sopravvivere alla meno peggio?!

 

  Chiaramente i soldi, le entrate, i fondi, gli stanziamenti, i flussi, le coperture, il denaro, la pecunia, la moneta, la grana, gli sghei, i dindi, le quatrine, le bajocche, chiamateli un po? come volete ma quelli mancano sempre anche a chi ne ha parecchi.

 Se i banalissimi auguri natalizi, pasquali o matrimoniali venissero addebitati sulla carta di credito anche ad un centesimo l?uno, prima di declamare o scrivere ?mille auguri?, ci si penserebbe due volte e sicuramente il Governo tasserebbe anche quelli. 

  Certo, qualcuno ci dir? che in fondo il denaro non ? tutto e che oltre al denaro ci sono tante altre gioie nella vita. Ed ? vero! Basta pagarsele!

 

  Abbiamo poi, un deficit di strutture politiche efficienti. In parole pi? semplici non abbiamo nemmeno le parvenze di partiti riconoscibili n? notizie di leaders consacrati o potenziali.

  E visto che chi trova il fegato di proporsi e fare appelli ? grassa se viene ascoltato dal vicino di casa, perch? i familiari fuggono nel sentirlo minacciandolo di ricovero coatto, io, dotandomi di una sera di cielo limpido, niente luna, aria fina dal nord e delle schiace del Duomo dove ti sbrachi, guardi in alto e ti perdi fra le stelle, insomma affondato in questa pacchia ho immaginato anch?io una provocazione, provocazione come atto inteso appunto a produrre una conseguenza. Tanto, mi sono detto, non costa niente, nessuna legge lo vieta e non fai del male. Al massimo rimedierai qualche pernacchia!

 

 Scrissi diversi anni fa, e insieme a Guglielmo Portarena, a mio figlio Leonardo ed altri rappresentai al ?Mancinelli? una commedia che ebbe tre pienoni da platea a loggione. Era ?La fine de ?r monno?, dove per? il mondo non finiva perch? veniva salvato dalle donne.

 

 Gi?, le donne,...! Le donne che dopo millenni di soggezione, teorizzata anche da menti eccelse, e che per secoli sono state lasciate nel dubbio se fossero solo corpi da usare, privi cio? di quell?anima che avrebbe loro consentito di coltivare almeno la speranza, le donne che solo da qualche decennio hanno dato senso, verso e continuit? ad una loro lotta di liberazione e che stanno pagando caro il loro assalto all?avvenire ma che non mollano consapevoli del fatto che, essendo quotidianamente sotto tiro, se lo facessero rischierebbero di dover cedere le posizioni gi? conquistate, le donne, pensavo, potrebbero diventare una parte importante della soluzione di molti problemi.

 

  Al di l? delle  qualit? e dei limiti strettamente personali, le donne sono in genere pi? prudenti degli uomini, hanno un intuito sicuramente a pi? alta risoluzione e sono pi? abili nell?amministrare le loro possibilit? arrivando prima a delle decisioni. E poi sono la maggioranza.

 

  Ma, e allora, tanto cos? per provocare, perch? non si organizzano in un'associazione, in un'intesa, in una lega, in un'alleanza, insomma in un qualcosa di ?rosa? tale da avere la consistenza, l?impatto e la dignit? di una vera e propria forza politica e, come tale, contare, assumere dignit? e incutere rispetto? 

  Con il tramonto del rosso e del nero e con una citt? da salvare in un mondo da salvare dovrebbe essere pi? facile anche per chi ha radici diverse sedere vicine, discutere e convergere su degli accordi, insomma amministrare la citt? cos? come si amministra la propria famiglia.

  Non scendo in particolari anche perch?, mancando la materia del discutere sarebbero solo fantasie, credo per? che se la materia si reperisse la forma ne conseguirebbe e la discussione prenderebbe corpo e senso.    

 

 Ed Orvieto ? ricca di tale materia. Molte e di prim?ordine sono infatti tra noi le competenze femminili. Qualcuna dovrebbe solo pensarci, crederci e partorire l?idea, il consenso seguirebbe di suo cosi come seguirebbero l?armonia e le operativit? necessarie.

 

  ?Orvietorosa? dunque, ovvero il Partito delle Donne! Molti uomini lo voterebbero. Qualche donna, forse, no!

 

  E se qualcuno, temendo di giocarsi il posto, e sghignazzando, ritenesse l?idea stravagante e paradossale potrei osservare che negli ultimi decenni e anche in tempi recenti cose ben pi? stravaganti e paradossali si sono viste in politica sia in Orvieto che altrove. Ed in assenza di iniziative sensate se ne vedranno ancora. L?idea non ? stravagante, ma come tutte le cose nuove e mai sentite pu? generare dubbi ed ? facilmente scoraggiabile, e noi in citt? non difettiamo certo di scoraggiatori. Certamente avrebbe un costo personale, uno politico ed uno economico.

 Comunque la mia ? solo una voce, una tra le tante che si levano tutti i giorni tra i giovani, i maturi, gli anziani, i vecchi, i vegliardi, i venerandi, le  matricole, i combattenti e i reduci. Ma qualcosa di questa voce forse rester? e forse qualcuno ne avvertir? un ?eco e forse l?eco verr? fecondata. Chiss?! A questo punto per? la provocazione ? finita,?andiamo in pace.

 

  Un saluto a tutti e senza assolutamente badare a spese. I saluti non sono ancora stati tassati e dispongono a tuttoggi di sufficienti fondi di copertura.

 

 

  P.S. ultimi soprannomi pervenuti: - Bazooka - Bazzicotto ? Candela ? Callarella - ?r Consumato - Gigol? ? la Pulce - Pennello ? Pennellone-.

Pubblicato il: 13/04/2012

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