La De.Co. Art e l?originalit? della specie
Gian Paolo Aceto
Finalmente ? successo.
Mentre venti di aria fritta si addensavano su Orvieto, i venti consiglieri ascensiocomunali hanno approvato all?unanimit? la nascita dell?ultima corrente tiepida di arte contemporanea: la De.Co. Art.
Ormai l?arte non ? pi? questione di avanguardie o minoranze, ma di folle oceaniche di apprendisti amministratori che per sfuggire ad un destino genetico, nel senso politico-amministrativo, atroce, hanno inalberato il vessillo della rivolta contro il conformismo, la sudditanza estetica, il plagio, la copia, il banalismo, marito e moglie il ?comparto? e la ?filiera?, ecc., e dato il via alla rivolta contro il pensiero copiato.
Perci? propongo subito, prima che mi scappi, di dare la denominazione comunale di origine all?intero consiglio comunale stesso, come vero prodotto tipico di queste parti, e cio? l?arte di prendere amabilmente in giro il prossimo, a cominciare dalle operaie del Tessile licenziate.
Il Grande Tessitore di questa proposta sempre la pi? astuta del reame potrebbe essere nominato a sua volta ?Il primo sapere nel paniere?.
Orvieto diventa cos? la prima in Umbria, ma probabilmente la settemillesima in Italia. Ma insomma, ? stato pensato e votato all?insegna della Diversificazione Culturale. E di Cultura oggi con la crisi o crisalide di una crisi abbiamo un disperato bisogno! Oh, che bisogno!
Infatti l?arte contemporanea si distingue perch? ogni artista ciascuno nel suo cantuccio colto aspira ad essere originale, anche come legge di mercato (distinguiti, pecora!), e pur di essere originale l? per l? si sottoporrebbe non soltanto a pene corporali ma addirittura a leggere un orazione dell?Analfabeto di un qualsiasi figlio di miopadreromolo che impazza di questi tempi (e Orvietos? finir? per chiudere) nel Culturame demodemodemodemodemotelematico.
Gli ?originali? con le loro trovate estetiche sono diventati migliaia, ma se tu metti diecimila originali in una piazza finiscono per assomigliarsi tutti., l?originalit? moltiplicata crea assuefazione e appiattimento. Tutti originali, nessun originale. E? la legge del mercato. Infatti un ?normale?, uno non artista che capitasse in quella piazza avrebbe subito addosso tutti i giornalisti.
Il Grande Tessitore perci? s? che ha avuto un?idea geniale! Una vera Dritta che Mancava., e cio?:
Con l?istituzione della denominazione comunale d?origine invece di fare qualcosa di unico, per distinguerci facciamo qualcosa che hanno gi? fatto tutti, nel senso che invece di essere originali saremo ?normali? e cos? ci distingueremo! Se non l?hanno fatto in Umbria ? perch? sono peggio di noi.
Il Duce lo faceva meglio. E infatti voleva otto milioni di baionette. Abbiamo perso la guerra semplicemente perch? gi? all?epoca la Cultura esprimeva otto milioni di pittori profondi, otto milioni di poeti e poetesse virgola a capo dopo una sola parola o anche sillaba, otto milioni di musicisti con la nota che scende gi? dal viso peggio della lacrima, totale ventiquattro milioni pronti a diventare da lettori di s? stessi e-lettori di altrui.
Adesso passo dal tono finora serio (usato generalmente soltanto nei consigli comunali quando si deve gravemente decidere se il piccolo mondo antico deve rimanere tale oppure peggiorare) al tragico semiserio, analizzando con la crudelt? pi? mite possibile la decisione presa in Comune e in comune, tanto per distinguersi dagli altri consiglieri. (teoria degli opposti conformismi).
Come ? d?uso, si virgolettano parole e concetti presi dall?articolo e poi dall?intervista col Tessile in ascensione d?idee.
Parole chiave: ?ufficializzazione da parte delle amministrazioni comunali di prodotti??
Ma una volta che a un prodotto gli hai messo un nastrino, una ?cimice? o qualche accidente di ufficiale, non per questo lo vendi meglio se il prodotto e banale e alla fine assomiglia agli altri.
O il prodotto vero c?? o non c??, vale a dire non ce l?ha l?imprenditore. E se ce l?ha ? capace da solo a renderlo interessante. E questa ? l?impresa vera, anche nel piccolo.
?Significato eminentemente culturale? . Ma piantiamola con quello che ? il vero mestiere pi? antico del mondo e straordinariamente sviluppatosi in questi tempi di democrazia, che non ? quello di ?darla?, ma quello di dare la Cultura a tutti e da l? nasce che tutti si ?sentono? importanti.
?l?iscrizione al registro De.Co. sar??,,vagliata?da un?apposita commissione comunale (ecco il sovietico di centro-destra)?.composta da (anche!) possibili portatori di interessi presenti in citt??.
Ci si riferisce a qualche brutto privato in vena di impresa o invenzione, per caso? No, visto che prima ? stata nominata la commissione e solo dopo, chi eventualmente lavora sul serio e bene?..
Prima la bigiotteria giornalistico-politburo-comunale, ma adesso viene la perla.
?Essenziale il rispetto di due principi. La storicit? per evitare improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali (giusto! Ma che schifo il commercio!) e l?espressione di un patrimonio collettivo (a forza di essere collettivi non si muover? pi? nessuno) e non il vantaggio di una singola azienda (avete capito? Competere ? male! Cio? se uno solo o due fanno un bel prodotto e gli altri mediocre, nessun vantaggio per chi osa andare contro corrente!).
Il seguito dell?intervista ? composto (per esempio, eh!) dalla citazione di moltissimi prodotti di tutte le parti, ma il Tessile non ne ha nominato nemmeno uno dell?Orvietano. Quando si dice stare tra la gente e nel cuore dei problemi economici del Territorio?non so, fare qualche esempio?un prodotto che sia fatto da pi? d?uno, tanto per non essere accusati di favorire uno solo?
Ecco, tutto ci? ? appunto la De.Co. art economica, e dimostra ancora una volta l?originalit? della specie. Ciao, Darwin.
Pubblicato il: 05/04/2012