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Prologo di Primavera. Se siete stanchi di stare alla finestra vi invito a chiudere quella finestra e scendere in mezzo alla strada

Gianluca Foresi

?E? primavera, svegliatevi bambine?? suonava un vecchio adagio, ormai di molti anni fa. Non ? ancora giunta la stagione della rinascita, in realt? manca ancora un paio di settimane. Ma a ridosso di questa data, parafrasando l?adagio di cui sopra, mi verrebbe da dire: ?? Primavera, svegliamoci orvietanei?. Questa stagione, che sta per inaugurarsi, eromper? col suo ventaglio di sensazioni, e la natura come un pavone irragger? la sua ruota, offrendoci colori, profumi, suoni e luci. Tutto questo segue il freddo e muto inverno, non un morta stagione soltanto, ma un tempo in cui nel magazzino dell?anima abbiamo rimesso e conservato tutti i nostri buoni propositi,  i sogni pi? o meno realizzabili, i desideri leciti e, perch? no, pure quelli meno leciti. Vedo gi? alcuni chinare la testa e aggrottare la fronte, altri invece sollevarla verso il soffitto, socchiudere lievemente le palpebre, arricciare un po? il naso, ma tutti pronti ad avvolgere i propri pensieri come fili intorno al fuso del ricordo, per poi dipanare quegli istanti in cui si sono trovati a riflettere su queste cose.

Tutto a breve torner? a rinascere; questo, fortunatamente, si ripete ciclicamente, e speriamo che accadr? anche per le stagioni e i secoli a venire.

Ma non ? principalmente di questa rinascita che mi e forse ci interessa (?ci? scritto ossequiosamente minuscolo, altrimenti gli heideggeriani  in quanto tali si potrebbero  gettare dal ponte dell?Essere!). Dicevo dunque che non mi interessa, o meglio non ? precipuamente quella della natura, seppur mirabile, la rinascita di cui desidero occuparmi per farvi lambiccare un po? il cervello.

Attualmente, a rischio di esser tacciato di visionariet? e anacronismo, desidero affrontare ed immergermi nel mare magnum del ri-nascimento orvietano.

Questo non ha nulla a che vedere col periodo storico in cui la nostra citt?, come l?Italia del resto, ha vissuto momenti di grandezza e splendore in molti se non in tutti i campi dello scibile umano.

Il ri-nascimento di cui qui si desidera parlare, cercando di stimolare una qualche reazione (ricordo che gi? quel paese mi ? stato fatto visitare spesso?), ? quello che riguarda l??orvietano?, dove Orvietano ? inteso non come territorio o agglomerato urbano, ma come cittadinoa.

Vorrei qui tentare (gli esorcisti stiano tranquilli: non ? di quella tentazione che qui si discute) di rianimare il moribondo desiderio partecipativo che, vuoi per timore, vuoi per ignavia, vuoi per vergogna, vuoi per semplice disinteresse, vuoi perch? tanto non possiamo fare nulla (?eh ma quante le vuoi? avreste ragione e lamentare), le donne, gli uomini, le ragazze e i ragazzi di tufoammantati hanno dato ormai da troppo tempo per spacciato.  

Riportare alla piena salute la voglia di essere determinati e determinanti nella propria realt?, non lasciando che siano i professionisti della politica, o almeno non solo loro, ad occuparsi e a dirigere il corso dei mutamenti socio-cultural-economico-politici della nostra citt?, renderebbe tutti noi molto pi? liberi e meno succubi e ?vittime? di scelte che non vengono prese da noi, ma che inevitabilmente ricadono su di noi.

Quante qualit? ha la gens urbevetana (goffo tentativo di utilizzare il latino, dovevo provarci altrimenti Mario Tiberi non mi legge): qualit? che sono l? sotto gli occhi di tutti, ma forse non di coloro che le posseggono, qualit? che spesso sonnecchiano in nuce e che attendono di essere estratte come pietre preziose. Stanno l? in attesa che qualcuno colga il frutto del loro contributo, che qualcuno si faccia terra per ricevere il seme dal quale germoglier? la pianta della riconoscenza (qualcuno chiami il 113: sento che c?? qualche cosa che non va).

Ritorna l?immagine della Primavera: prima-vera e nuova occasione per rimetterci in gioco sul tavolo della non rassegnazione ad un destino plasmato e guidato da quelli a cui da troppo tempo piace vincere facile (pagher? i diritti agli autori del gratta e vinci).

 

Se siete stanchi di Massimo ?baffetto? D?Alema, che ripete il solito refrain di quanto sia stato fallimentare il Governo Berlusconi (da quale pulpito: ? lui che ce l?ha lasciato);

Se siete stanchi di Silvio ?Cialis?  Berlusconi, che ripete il solito stantio slogan: ? colpa dei comunisti (non ricordando che sta l? per demerito loro);

Se siete stanchi di Umberto ?Thor? Bossi, che sputa sentenze e veleno contro tutto e tutti;

Se siete stanchi di Antonio ?puntaipiedi? Di Pietro, che quotidianamente continua a martirizzare la lingua italiana;

Se siete stanchi di Nichi ?citazione? Vendola, che arringa le folle come un poeta metropolitano;

Se siete stanchi di Pierluigi ?piadina? Bersani, che sembra l?uomo caduto sulla terra;

Se siete stanchi di Ignazio ?cingolato? LaRussa, che s?incazza anche quando la moglie fa l?amore con lui tutte le sere;

Se siete stanchi di sentire Leonardo ?dimezzato? Mariani (Calvino non volevo?) leggere i discorsi presi al parroco di Sferracavallo;

Se siete stanchi di Toni ?tastibianchi-tastineri? Concina, del quale non riuscite a seguire tutte le partecipazioni agli eventi mondani;

Se siete stanchi di Carlo Emanuele ?che botta di fortuna? Trappolino e della sua eccessiva sovraesposizione (che barocchismo?) parlamentare;

Se siete stanchi di Guido ?ti spiezzo in due Turreni? e dei suoi delicati e pacati interventi ai consigli comunali;

Se siete stanchi di Mario ?corsivo lungo / corsivo breve? Tiberi e delle sue citazioni latine;

Se siete stanchi di Gianluca ?ma che hai bevuto? Foresi e delle sue Giullarate;

Se siete stanchi di stare alla finestra e limitarvi a guardare il tempo e il susseguirsi degli eventi senza poter concretamente parteciparvi e mutarne il corso, vi invito a chiudere quella finestra e scendere in mezzo alla strada e unirvi a quelli che come voi sentono l?esigenza di sentirsi partecipi e vivi, diventando una sola forza, una sola voce. Questa Voce potrebbe dar vita ad un nuovo Alfabeto per Orvieto cos? da creare un linguaggio e di conseguenza una modalit? comunicativa ed espressiva diversa, altra dalle solite forme, attraverso la quale esprimere  idee,  proposte e proteste, per arrivare al cuore di quelli che hanno a cuore (il bisticcio ? voluto) le sorti da troppo tempo ormai non pi? magnifiche e progressive di Orvieto.

Non abbiate timore venite allo scoperto, e insieme scopriremo quanto ? utile il contributo di ognuno di noi.

Pubblicato il: 10/03/2012

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