Il Pd convoca una conferenza stampa dunque esiste
Fausto Cerulli
Dunque il PD esiste ancora: dopo il simpatico episodio di qualche anno fa, quando provocatoriamente chiesi di essere tesserato e mi fu risposto che avevano finito le tessere, mi sembrava scomparso dalla scena politica orvietana. Francamente la scomparsa non mi lasciava troppo costernato: anche perch? mi riesce sempre complicato capire cosa sia oggi il PD. Ora invece vengo a sapere che i responsabili, diciamo cos?, del locale PD, hanno addirittura fatto una conferenza stampa; forse per dimostrare che non esiste solo Cimicchi?Una conferenza stampa di cui poco so, non essendo stato invitato, anche se faccio parte, modestamente, di qualche stampa on line. Da quel poco che leggo della esibizione muscolare del partito di centrosinistra, sinistra centro, centro centro, i muscoli non sono stati quelli di un lottatore, come mi sarei aspettato. Un Partito come si deve, o come si dovrebbe, quando decide di rappresentarsi pubblicamente, dovrebbe dire qualcosa su quello che ?, su quello che vuole, su quello che ha nel cassetto. Invece mi sembra che abbia prevalso la solita logora abitudine di criticare senza fare un minimo cenno di autocritica. Io, lo dico subito, sono un censore poco affidabile, visto che la pseudo sinistra orvietana non si ? mai fidata di me, anche quando portavo farina di voti al suo mulino. Cristo, mi sono portato sempre appresso questa mia contraddizione: il fatto di cercare di non contraddire me stesso, almeno in politica, e di restare fedele alle mie idee, con una sorta di accanimento quasi maniacale: con il risultato, che non sto qui a piangere, di essere tagliato fuori dalla battaglia politica. Ma torno alla conferenza stampa del PD: mi sembra che tutto sommato abbiano cercato di sparare sulla Croce Rossa, senza preoccuparsi dei malati trasportati dalla Croce Rossa. Hanno scoperto che l?amministrazione Concina non funziona, che il bilancio sembra essere l?unica preoccupazione degli attuali amministratori, che forse secondo loro dovrebbero invece preoccuparsi di cercare le farfalle sotto l?arco di Tito, o sotto quello di Piazza S. Andrea. Io, come i miei trentacinque lettori sanno anche troppo bene, sono per la rivoluzione, e dunque dovrei augurarmi che il popolo orvietano sia ridotto alla fame, in modo che prenda i forconi di rito, e dia il fatale assalto al Palazzo. Ma ogni tanto cerco di ragionare moderatamente; e mi viene in mente che il problema del bilancio non ? una invenzione dell?attuale amministrazione orvietana, ma un problema che assilla tutto il mondo. E mi aspettavo che dai saggi del PD locale venisse qualche proposta alternativa in tema di bilancio, Invece nulla. Forse perch? il tema del bilancio del Comune di Orvieto ? un tema che scotta soprattutto a sinistra. Mettiamo pure che Concina e i suoi non siano in grado di sistemare il bilancio; ma allora dobbiamo aggiungere per amore di verit? e per scrupolo metagiuridico, che certe falle vengono da lontano. Non sto qui a rifare la storia di Cimicchi o di Mocio o di cinquanta anni di amministrazione di sinistra, se cos? la vogliamo chiamare. Orvieto, diciamolo con franchezza, ha sprecato per anni i soldi pubblici, ha sperperato anche quel poco o tanto di cui si poteva disporre negli anni del boom. Credo che la Conferenza Stampa, per essere seria e conferente, avrebbe dovuto fare i conti con il passato oltre che con il presente: anche perch? ritengo che se non si fanno i conti con il passato, si perde l?occasione di farli anche con il futuro. Lo ha capito anche Bersani, e dico tutto; non brillando Bersani di particolare acume politico. Bersani ha accettato di sostenere un governo papalino, dominato dalle banche nazionali e straniere, morto prima di nascere: e lo ha fatto, almeno stando a quello che va dicendo, perch? le esigenze del Paese richiedono uno sforzo comune: e dunque il buon Bersani va a pranzo a casa Monti insieme all?odiato Alfano, ed all?amato odiato Casini. Ora io non pretendo che il PD appoggi la giunta Concina: oltre tutto ci? sarebbe contrario alla sacrosanta dialettica tra maggioranza ed opposizione. Ma da PD mi sarei aspettato che venisse una parola nuova, un suggerimento per uscire dal baratro: magari Concina avrebbe potuto prendere per buono qualche suggerimento, ed utilizzarlo per modificare la sua linea. Questa, sia chiaro, non ? concertazione: ? semplicemente cura del bene comune, sia pure sulla base di una proposta alternativa. Niente di tutto questo. Il Pd gioca al massacro, e non vuole capire che il massacro non risparmia nessuno, appunto si chiama massacro. Ho letto anche l?intervento della immarcescibile Pikkonen, nota e stimata economista che tanto ha giovato al successo delle precedenti amministrazioni; ed io mi chiedo sempre da dove viene e dove vuole andare, poi mi dico che non vale la pena di perdere tempo a farsi queste domande. Mi chiedo soltanto, per inciso ed in risposta a chi parla di assenza di Orvietani nella stanza dei bottoni attuale, se la Pikkonen sia di Ciconia o di Sferracavallo. La Pikkonen, dunque, essendo persona colta, ha pensato di bollare di ?autismo? la giunta Concina: una parola che mi sarei risparmiata, se non altro per rispetto dei portatori di questa sindrome gravissima. Ma la Nostra ha voluto far sfoggio di cultura, e poi una parola diversa fa sempre colpo. Ora non sto a dire se comunque la definizione sia azzeccata; voglio dire soltanto che anche in questo caso il discorso pecca di banale unilateralit?, sotto almeno due profili: il primo ? che il Pd, sia a livello locale che a livello nazionale, si ? sempre caratterizzato per una gestione personalizzata e centralizzata fino allo zarismo; il secondo profilo consiste nel fatto che nei momenti di crisi la politica ha bisogno di decisioni, per non dire di decisionismo, e che alla crisi si risponde cercando di individuarne le origini per porre rimedio alle conseguenze. Chi ? senza peccato scagli la prima pietra: ma forse ? meglio che nessuno scagli pietre, in questo momento, ma si limiti a lanciare proposte.
Mi rendo conto che rischio di peccare di qualunquismo; con questo mio modesto dire non sono n? di sinistra n? di destra, lo so bene. Ma vorrei far capire prima di tutto a me stesso che quando la nave affonda, e non solo la nave orvietana, la soluzione peggiore ? quella di gridare al lupo al lupo, mentre bisognerebbe mandare un SOS serio e composto.
Mi viene in mente, per dire come si rischia di ragionare per via preconcetta, un manifesto di Giulio Montanucci apparso sulla sua storica bacheca: riconosceva che Cimicchi e Mocio avevano lasciato in eredit? a Concina un pauroso buco di bilancio; ma invece di prendersela con loro, inchiodandoli alle loro responsabilit?, magari anche penali, accusava Concina di essere stato in torto per non averli denunciati. Montanucci ammetteva comunque una pregressa responsabilit? degli amministratori di centrosinistra. E parlava comunque di bilanci, di questioni concrete. Assenti nella conferenza stampa del Pd. Di cui non posso tacere un?altra chicca: i conferenzieri hanno voluto sottolineare le divisioni esistenti all?interno dell?attuale maggioranza, come un segnale di decadimento e di quasi franare. Anche qui mi viene in mente di osservare che il centrosinistra locale non si distingue certo per granitica unit?; e, tanto per dire, vorrei ricordare come e qualmente una delle ragioni della vittoria di Concina, quali che siano le sue qualit?, ? stata la divisione tra Loriana Stella e Stefano Mocio. Raro e significativo esempio di scannamento amichevole. E voglio dire ai miei trentacinque lettori che non sto vendendo l?anima a nessuno, anche perch? poco credo all?anima, e meno ancora al mio tornaconto personale. E voglio dire anche che mi sono rotto le scatole di sentirmi dire che sono diventato un conciniano di assalto e di riserva solo perch? cerco di essere obiettivo, e modestamente scientifico: come si addice al comunista che voglio continuare ad essere.
Pubblicato il: 17/01/2012