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ORVIETO di Gabriele D?Annunzio

Franco Ercini

 
ORVIETO di Gabriele D?Annunzio

Orvieto, su i papali bastioni
Fondati nel tuo tufo che strapiomba,
sul tuo Pozzo che s'apre come tomba,
sul tuo Forte che ha mozzi i torrioni,
... su le strade ove l'erba assorda i suoni,
su l'orbe case , ovunque par che incomba
la Morte, e che s'attenda oggi la tromba
delle carnali resurrezioni.
Gli angeli formidabili di Luca
domani soffieran nell'oricalco
l'ardente spiro del torace aperto.
Stanno sotterra, ove non ? che luca,
oggi i Vescovi e il gregge. Solo un falco
stride rotando su pel ciel deserto.
Uman prodigio dell'artier da Siena,
nel ciel deserto il Duomo solitario
risplende come nel reliquiario
il Corporal sanguigno di Bolsena.
Di grandezze la sua fulva ombra ? piena,
piena di Dio, piena dell'Avversario.
O Angelico, Ugolin di Prete Ilario,
Gentile, il respir vostro odesi appena!
Sola il v?to dei marmi bianchi e neri
occupa e turba la tremenda ambascia
dell'artier da Cortona, come un vento.
Ruggegli nel gran cor Dante Alighieri;
e per? di s? dure carni ei fascia
il Dolore la Forza e lo Spavento.
Sfolgorati procombono i Perduti,
salgon gli Eletti a ber l'alme rugiade;
e gli Arcangeli snudano le spade
mentre i Musici toccano i leuti.
Ma i re spirtali degli inconosciuti
mondi,Empedocle che le vie dell'Ade
sforza, l'amor dell'api e delle biade
Vergilio che apre al Teucro i regni muti,
e l'Alighier grifagno che con ira
in foco in sangue in fanghe in ghiacce inerti
i peccatori abbrucia attuffa asserra,
cantano all'Uomo un inno senza lira
dall'alto; e il Tosco ha due volumi aperti,
Libro del Cielo e Libro della Terra.

Omaggio alla mia citt?, ed al mio professore delle medie che non dimenticher? mai , perch? ha saputo insegnarci tra le tante cose della vita anche queste poesie di grande spessore.
Ad Arturo Manciati, con l'affetto di studente di 42 anni fa.

Pubblicato il: 04/11/2011

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