Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Questioni controverse

Nello Riscaldati

 

Nell'arrabattarmi con scarso successo in tentativi di mettere insieme qualcosa di serio, di impegnato, qualcosa che sappia di messaggio e di proposta e che, prima di Natale, dovrebbe diventare un libro tale da consentire almeno un'ora di evasione dai tormenti della crisi globale, dai crolli, dai tracolli, dai tonfi, dai tassi, dalle tasse, dall'acqua alla gola, e poi al naso e poi gi?, con tutta la capoccia, ch? te lo ripetono senza tregua e senza piet? 24 ore su 24 e con la palese goduria in preda alla quale ? colui che ti ricorda che tanto puoi fare quello che ti pare ma farai comunque una finaccia, tanto che nelle famiglie sta diventando  tendenza il mettere un corno rosso a fianco al televisore per esorcizzare  questo  perenne ?memento mori?, mi capita, errando qua e l? per i depositi ormai stracarichi della memoria, e prima che un 11 settembre li faccia fuori tutti, mi capita, dicevo, di imbattermi in ricordi che, se pur depositati nei suoi recessi chiss? da quanto tempo, riprendono in breve colore e vita se riportati con le dovute maniere all'aria e al sole.

 L'anno scorso riportai alla luce le peripezie di un avventuroso ritorno dalla Capitale in compagnia del senatore Tiberi sotto un temporale notturno che a Roma, se ti pizzica senza ombrello o in un luogo senza archi o portoni aperti, ha un effetto, come si usa dire oggi, veramente devastante. Quel ricordo  mi ? tuttora presente e mi ? caro il pensiero di averlo vissuto.

 

  Quest'anno, alle prese come tutti con un'estate senza fine, mi sono tornate in mente altre piccole cose che a suo tempo  mi dettero da pensare e da ripensare. Vedr? di ricostruirne un paio cercando, dati gli argomenti, di non essere palloso ed anche per far scaricare  un attimo la mente di chi legge dal pensiero della pronosticata fine del mondo prossima ventura. L'ottimista pu? diventare uno sprovveduto, ma il pessimista sicuramente non vive bene.

 

  La prima ?  un'argomentazione tra l'assurdo e il surreale che sostenni con un amico, un collega statunitense dell'Universit? di Ithaca, di radici ebraiche italiane, e che parlava bene la nostra lingua. Era un dissacratore e  provocatore nato, laico dai capelli alle unghie dei piedi e con una preparazione che ? quella di norma richiesta ai docenti delle Universit? del New England.

 

  Roma, S. Pietro, Anno Santo impazzante. Bancarelle, santini, libri, libretti, calendari, immagini miracolose, medaglie e medagliette, corone e coroncine, statue e statuine, felliniani cortei di religiosi in fila indiana, stormi di suorine in bianco e nero, in tutto bianco o in  carta da zucchero, schive e strette le une alle altre e tutte dietro alla prima impegnata a guidare il volo verso la Basilica, o il convento, o il pullman.

 E poi comitive, comitive e comitive fino ai confini del visibile tutte munite di bandiere e cartelli con la scritta, su tutte e due le facce, del luogo di provenienza.

 Pi? lontano, rasente al colonnato, una veste rosso cardinale che scivola dentro una grossa auto nera che rapida si dilegua affogata dalle capocce dei pellegrini.

 

 La prima domanda del collega mi fece secco:

 

 -Secondo te, se il tuo Cristo tornasse sarebbe cattolico,...?!-

 

 -Ma che domande fai,...provochi....?! Intanto se ? mio ? anche tuo, e ti assicuro che tu potresti scappare al di l? di qualsiasi luogo ma non riusciresti a nasconderti,...poi  non so se stia per tornare, e poi da dove dovrebbe tornare,...?! Comunque se, per assurdo, lo facesse non credo sarebbe cattolico nel significato che diamo noi oggi al termine, perch? se lo fosse sarebbe un Cristo fazioso, cio? di parte, in quanto tu sai benissimo, anche se sei bravissimo a recitare la parte dell'ignorante, tu sai come lo so io, che il termine ?cattolico?  significa completo, integrale, insomma ?universale?, ma sai anche che dopo lo scisma d'oriente e le riforme protestanti e anglicane  quel termine ha perduto il suo significato originale e ne ha assunto uno  prettamente confessionale.

 Tu pensa che i cattolici considerano gli ortodossi degli ?scismatici? e gli ortodossi considerano i cattolici degli ?eretici?, mentre il messaggio di Cristo nasce ?cattolico? e tale dovrebbe e sarebbe dovuto rimanere per tutti e per sempre!  Per?, sai com'?, pur essendo una la bocca che parla, sono sempre tante  le orecchie che ascoltano, e quindi diverse le interpretazioni che ne derivano. Ma appunto per questo fu detto: ?Chi ha orecchie per intendere, intenda!?- E poi Dio non pu? essere ?qualcosa?,..perch?, se ???, ?  ?Tutto?.

 Insomma Cristo sarebbe cattolico se la chiesa fosse rimasta una perch?, solo tale  restando, sarebbe stata appunto ?cattolica? e cio? universale.

 

 -Per? almeno cristiano lo sarebbe,...tu che dici,...o ? anche questa una provocazione,..!-

 

 -Tu stai confondendo, e so che lo fai apposta, stai confondendo Dio con un leader religioso, che potrebbe ?esserci? o ?non esserci? e, sia nell'un caso che  nell'altro, non sarebbe la fine del mondo.

 Di Dio invece non si pu? dire che ?pu?? essere, perch? Dio ???,...!  Dio non ha n? colori e n? bandiere perch? le ha tutte. Gli slogan ?Dio lo vuole? o ?Dio ? con noi? sono strumentalizzazioni commesse da uomini che confusero la fede con il fanatismo e Dio con uno ?sponsor?. Perch? lo slogan ?Dio ? con noi? andrebbe, a rigor di logica, completato  con ?...perci? ? contro di loro?,...cio? contro i  miei nemici e la cosa come vedi non si reggerebbe. Ma in alcune parti del mondo, purtroppo, questo accade ancora

 

 -Parli come un  teologo sofista,...!-

 

 - N? l'uno n? l'altro,...! Se hai fede non hai bisogno n? del sofisma, n? della teologia,.. vivi attuandone i valori e questo ? sufficiente! Se non ce l'hai il problema non ti si pone proprio,...! La cosa peggiore invece sarebbe fingere di averla, professandola cio? a parole  e schivandola od eludendola negli atti.

 

 -Ma senza non si vivrebbe pi? tranquilli,...tu che dici,...!-

 

 -E che dico,...?! Dico che non ? questione di tranquillit?,...dico che si vivrebbe diversamente,...si darebbe cio? al proprio vivere un significato ed una destinazione diversa. La fede non dovrebbe essere vissuta n? in vista di ricompense, e n? come un fardello che ti trovi sulle spalle  perch? sei nato in quel luogo.-

 

 Ricordo che questa strana conversazione si protrasse ancora per un po' di tempo. Richard mi rivolse altre domande molto intriganti   alle quali non seppi dare risposte, tipo, ad esempio, su come faceva ad arrivare alla fine del mese quella gran baracca, cio? il Vaticano, o se il Papa percepisse uno stipendio come i Cardinali e i Vescovi,  poi qualcosa sul valore di  mercato, in dollari, della Cappella Sistina e  se era vero che  il Pontefice pagava poco e in ritardo  Michelangelo per gli affreschi della volta della Sistina stessa, mentre pretendeva dall'artista l'affitto  della stanza dove dormiva proprio  nel periodo in cui la  stava affrescando.

 Richard continuava a parlare ed a porre quesiti del genere fino a che si fece scuro e dovemmo, per forza e di corsa, avviarci a prendere il ?64? per tornare a Termini.

 

 Pi? tardi ripensai che Giulio II, pi? Condottiero che Pontefice, con la fame di soldi che aveva, sarebbe stato capace di ben altro che far pagare il canone d'affitto a Michelangelo. Fu  comunque un grande Papa. Oltre che con Michelangelo, ebbe a che fare con Raffaello e con Bramante, con la crema insomma del grande Rinascimento italiano, e il Rinascimento ebbe anche un costo e senza soldi  sarebbe rimasto solo chiacchiere.

 

  Il secondo ricordo, di tutt'altro genere, risale all'epoca del Movimento Studentesco e riguarda le discussioni di quel tempo, ma ancora oggi attuali, sulle difficolt? di collimazione tra i ?valori? affermati dalla ?sinistra teoretica? e la capacit? operativa, in ordine a quei valori, della ?sinistra pratica?, e cio? tra l'enunciare e il praticare. Ma gi? a quei tempi i terreni sui quali ci si muoveva erano estremamente vischiosi.

 

 Mi ricordo che in una riunione del collettivo di Via dei Volsci, uno studente pose al relatore un quesito simile a quello p?stomi da Richard pi? sopra.

 Chiese cio? se Lenin e Stalin potessero essere considerati di sinistra. Il relatore, un esponente comunista, rest? un po' assorto come se stesse elaborando una risposta argomentata, poi si limit? a dire che la domanda era mal posta e che l'argomento non poteva essere discusso perch? non era iscritto all'ordine del giorno.

  Poi, uscendo, detto relatore si lasci? sfuggire che giusto in quei giorni si stava discutendo al partito su chi, tra i grandi nomi, dovesse essere considerato sicuramente di sinistra senza mettere in imbarazzo il partito stesso, anticipando per? che con  Mao, Lin-Piao e il ?Che? si andava senza dubbio sul sicuro.

 

 Certo sono comportamenti datati e questo ? pi? che comprensibile, mentre invece resta un po' meno comprensibile la distanza, mantenutasi costante gi? a partire da quel tempo, tra il proclamato  ?bisogno? di sinistra  come portatrice di valori culturali e sociali ad asserito alto potenziale umanitario e l' ?assenza?, sul piano storico di una sinistra operativa  in grado di provare ad attualizzare ?in vivo? almeno una parte di detti valori.

 Cio? il quesito potrebbe essere cos? posto: per quali motivi la sinistra politica non ? mai riuscita a prendere la scena e restarci per un tempo congruo al fine di collaudare la sua capacit? attuativa e quindi la validit? oggettiva dei valori proclamati dalla sinistra teoretica o ?filosofica?,...?! Quest'ultima invece cos? presente a dibattiti, tavole rotonde, pubblicazioni, feste e presentazioni di libri,...?!  Detto in parole ancora pi? povere si tratta del problema  della misura dell'attrazione del consenso elettorale.

 

  Se l'?articolo? interessa, e non annoia, se ne pu? parlare pi? a lungo un'altra volta. Per il momento mi sono accorto che l'ho gi? fatta troppo lunga.

 

 Auguro a tutti un fresco autunno. Auguro a quelli che hanno qualcosa a che vedere con la Borsa di poter riuscire a salvare almeno il manico della medesima.

Pubblicato il: 15/09/2011

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