Sopprimere i piccoli comuni non solo ? impossibile, ma ? inutile
Pier Luigi Leoni
Di tanto in tanto non posso fare a meno di mettere becco nel tormentone della riforma degli enti locali. Per dedicarmi alla professione che amavo e che fortunatamente ho potuto esercitare per pi? di quarant?anni, quella di segretario comunale, ho dovuto studiare la storia dei comuni italiani e, per mia cultura personale, ho studicchiato quella di altre nazioni europee, e particolarmente quella della Francia. Mi sono fatto l?opinione che ? praticamente impossibile ridurre drasticamente il numero dei comuni. ? impossibile in democrazia, ma fu quasi impossibile anche per la dittatura, che di comuni ne soppresse molto pochi, e quei pochi furono quasi tutti ripristinati dalla restaurata democrazia. La soppressione forzosa di un comune ? uno schiaffo all?orgoglio di una comunit?, non tanto e non solo perch? essa vede diminuita la propria autonomia, ma perch? vede abbattuto il suo rango. E quasi sempre si tratta di un rango che risale alla notte dei tempi. Non si vive di solo pane.
Ma oltre che impossibile, la soppressione dei comuni minori ? inutile, come ampiamente dimostra la Francia, la cugina che ci ha fregato un mare di opere d?arte, ma dalla quale abbiamo copiato un mare di cose nel campo del diritto e delle istituzioni.
Il segreto sta nel favorire con le leggi, soprattutto fiscali, la collaborazione intercomunale privilegiando le associazioni (o le cosiddette unioni) che raggruppino dai 30.000 ai 100.000 abitanti. Infatti, nella realt? economica e infrastrutturale della nostra epoca i servizi locali sono pi? efficienti in quella fascia demografica. E poi, che i piccoli comuni si tengano pure i loro palazzetti comunali, i loro stemmi, i loro gonfaloni e i loro sindaci, mettendo a far loro compagnia qualche consigliere e qualche assessore secondo i gusti locali. E non si venga a dire che gli amministratori comunali costano. Non c?? alcun bisogno di retribuire gli amministratori dei piccoli comuni. A parte i rimborsi delle spese effettive, le indennit? di carica e i gettoni di presenza vanno eliminati, soprattutto perch? incidono negativamente sulla selezione della classe politica locale. C?? tanta gente per bene e disinteressata disposta ad amministrare i comuni senza la mira di arrotondare il reddito. ? il parlamento, cio? la classe politica nazionale, che ha introdotto e aumentato le indennit? di carica e adesso si lamenta perch? gli amministratori comunali costano. Tirano fuori il bastone, perch? sono a corto di carote.
Quindi, a mio parere, il momento ? favorevole per una razionalizzazione dei servizi locali senza sopprimere i i piccoli comuni. Per? bisogna vedersela col disorientamento di un governo in affanno e con la prepotente miopia della classe politica regionale, che sogna di riconfinare a suo arbitrio le autonomie locali.
Pubblicato il: 08/09/2011