Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
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IL FERRAGOSTO DI ORVIETO. Da Voltumna ed Ercole a san Lorenzo e l??Assunta?destino connaturato di una citt? sacra, del suo fanum e del santuario tab?

Silvio Manglaviti

Una proposta per l?irrinunciabile gita fuori porta di Ferragosto: Campo della Fiera, l?Alfina, Monte Landro. Sulle tracce dell?antica festa orvietana dedicata all?Assunta. Per Orvieto ed il contado tutto fulcro dell?anno calendariale nel momento dello stoccaggio delle messi, il raccolto delle quali era stato propiziato gi? in Primavera (in aprile, contro la ruggine del grano, in onore di Sirio e della costellazione del Cane, con i Rubigalia: per cui ho al riguardo supposto allo stesso prof. Bizzarri la derivazione del toponimo di Monte Rubiaglio, sede cultuale di Ercole, la cui pieve locale era in origine dedicata a S. Lorenzo) per compiersi nelle ultime raccomandazioni di giugno (Giunone; Era; Santi Pietro e Paolo; S. Giovanni Evangelista ed ancora Ercole). Il Campo della Fiera rappresenta l?alfa e l?omega, per il santuario di Voltumna che presto o tardi salter? fuori e per il ruolo di campus nundinarum svoltovi per secoli, le di cui nundinae o nonae, restano fisse per sempre a futura memoria nel toponimo Nona presso Sferracavallo. Dal Fanum, seguendo Fosso Fanello si guadagna l?Alfina. E da sopra Canonica, prendendo per Fosso Lauscello e Vignolo o dalle Quattro Strade per Casa Perazza o Camicione ci si instrada per Poggio Torrone e Montalfina, prolegomeni topografici a Monte Landro, poco distante da San Lorenzo Nuovo dove, oltre alla corroborante Sagra degli Gnocchi, ? possibile allietare anche la coscienza visitando l?interessante mostra sugli scavi archeologici nel monte di cui sopra. Finalmente paghi, nelle pance e nei cervelli, in cuor nostro realizzeremo di aver trascorso una bella giornata immersi in un immenso santuario, naturale e della Storia e della Cultura nei giorni santi dedicati a santa maria assunta in cielo, a San Lorenzo, ma anche ad Ercole e Voltumna. Cosa hanno a che fare tutti con Orvieto?

Ottaviano Augusto, nel 18 a.C., decret? le Feriae Augusti per l?intero mese sextilis ? da ora detto agosto ? che, da sesto con Numa era divenuto ottavo mese del calendario sotto Giulio Cesare. Tra le celebrazioni solenni il 13, quando nel suo tempio sull?Aventino si teneva la pi? importante dedicata a Diana, patrona del legno, delle fasi della luna e della maternit?; a tutti i cittadini romani di ogni classe e censo, padroni e schiavi era consentito per l?occasione mescolarsi tra di loro. In tempo di Feriae Augusti si celebrava Vertumno (Voltumna; i Vortumnalia avevano luogo il 27), dio delle stagioni e della maturazione dei raccolti; oltre a Conso, dio dei campi e Opi dea della fertilit? (Opiconsivia, il 25). La celebrazione della fertilit? e della maternit? nel Ferragosto romano, era di derivazione orientale: ricordiamo Atagartis, dea madre siriaca, patrona della fertilit? e del lavoro dei campi. Successivamente, il cristianesimo ha sovrapposto il culto della Vergine Maria a quello di Diana fino al dogma dell?Assunzione in Cielo, ottocentesco ma dichiarato formalmente da papa Pio XII solo il 1? novembre 1950, Anno Santo, con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus. L?Assunta ? Patrona del Comune di Orvieto e delle celebrazioni urbiche e comitali in suo onore il 15 di agosto se ne trova traccia nelle fonti antiche, che riportano gli elenchi dei castelli fedeli ad Orvieto i quali recavano in dono per tale festa al Comune, che provvedeva poi a girarli all?Opera di Santa Maria, ceri, bravii e pallii secondo precise quantit?; segno di devozione ambivalente, alla Beata Vergine Maria e alla citt? padrona. All?Assunta ? dedicato il Duomo, la chiesa del Popolo e del Comune orvietano: S. Maria Populi et Comunis Urbisveteris, come riportato in un?ambasceria del 1288 presso il Collegio dei Cardinali a Roma (Renato Bonelli). Festeggiata in origine come ?Dormizione?, dall?apocrifo attribuito a Giovanni Evangelista, la fede nell?Assunzione di Maria ? tradizione antichissima; da Efrem il Siro (dottore della Chiesa) ad Alberto Magno, al suo discepolo doctor angelicus (che in Orvieto scriver? l?officio del Corpus Domini), al doctor seraphicus (che ampli? San Francesco: per la quale fu preteso lo spostamento di San Lorenzo de arari nel sito attuale) fino alla tarda scolastica di S. Bernardino, il cui logo (IHS) tappezza la citt?, sopra e sotto la Rupe.

I reperti recentemente portati alla luce sull?Alfina, a Monte Landro (il Poggio dell?Altare gi? noto ai ?vecchi? di San Lorenzo Nuovo, castello del contado orvietano) dalla Soprintendenza Archeologica dell?Etruria Meridionale (Dott. Enrico Pellegrini) nella campagna di scavo diretta dal Prof. Adriano Maggiani (Universit? Ca? Foscari di Venezia, cattedra di Etruscologia e Archeologia Italica) testimoniano la presenza di un santuario etrusco; scoperta storicamente significativa che consente una nuova visione di un territorio ancora poco conosciuto nell?antichit?. Dato che sull?onda del convegno di giugno e della mostra di agosto in corso (in cui sono stato chiamato a mostrar e raccontar di storie e territori e dove, come sempre inevitabilmente, mi ritrovo a far la storia trimillenaria del territorio orvietano), riguardo a tale argomento si senta parlare da pi? parti pi? o meno a sproposito di un possibile ritrovamento del Fanum, ? opportuno fare alcune considerazioni.

Archeologi e storici identificano Orvieto qual sito di Velzna, ricca e potente, famosa per la produzione di macine esportate in tutto ?il mondo?, per i mulini ?automatici? e per essere il granaio d?Etruria. Qui aveva sede il santuario federale etrusco ? retto anche da Porsenna, fautore dell?Asse ?Chiusi ? Velzna? versus Roma e che, tradizione vuole, ebbe ragione del mostro Volt proprio sull?Alfina ?, il Fanum Voltumnae, gli scavi del quale in localit? Campo della Fiera sono condotti dalle Universit? di Macerata e Perugia sotto la guida della Prof.ssa Simonetta Stopponi.

Partendo dalle considerazioni del Prof. Maggiani circa l?importanza intrinseca di questo ?nuovo? luogo sacro su Monte Landro per una vasta area afferente a Volsinii (Bolsena) e come dai reperti sia possibile riconoscere l?antico legame con il sito principale orvietano, sarebbe forse anche non corretto far finta di niente e scartare a priori l?ipotesi che ci si potrebbe trovare in presenza di luoghi pertinenti al Fanum, gravitanti su questo. Evidentemente non si pu? confondere il santuario sanlorenzano con il Fanum Voltumnae presso Velzna. Tuttavia, non ? balzano pensare ad una possibile migrazione piuttosto del Fanum in queste zone, a ridosso di Volsinii, dopo la devastazione di Velzna da parte dei romani. Dopo tutto, il Fanum ? un ?Luogo-Nonluogo? mobile e in movimento, le cui tracce si ritroveranno presso Bolsena (Tamburini) e poi a Spello; il legame Orvieto ? Bolsena, Velzna ? Volsinii, imperniato sull?Alfina, si legge geostoricamente nella spola continua tra i due centri della Tuscia: da Orvieto a Bolsena, prima, nel III sec. a.C.; da Bolsena di nuovo ad Orvieto (frequentata in et? imperiale), con la migrazione della Diocesi nel VI sec.

Le tracce di questo antico andirivieni geografico si possono rilevare nella toponomastica. Cos? Fosso Fanello, che dall?Alfina scende su Campo della Fiera, in connessione topografica con quello Lauscello ?Lacus Riuscellus? (Serena Croce), sulla direzione verso il Lago di Bolsena, potrebbe essere idronimo (gi? nel Catasto Gregoriano) di ?ruscello che porta al Fanum?(resta da indagare l?altro fosso omonimo sulla sponda sinistra del Paglia). Inoltre, proprio tra i due fossi Lauscello e Fanello, sull?Alfina in zona Canonica, Gamurrini riportava il famoso trovamento dell?ara votiva (oggi perduta) ad Hercoli Sancto, nel luogo di un incrocio o deviazione dell?antica Cassia etrusca tra Velzna e Volsinii.

Interessante la sovrapposizione in et? cristiana della devozione e culto per San Lorenzo, il martire delle stelle cadenti di agosto, diffusissimo in Tuscia, a quello di Ercole, il popolare dio del sole, delle fonti (anche termali) e degli incroci viari, noto anche come il Liberatore, il Salvatore. I rinvenimenti (iscrizioni, elementi votivi, santuari) che lo riguardano sono disseminati lungo il probabile tracciato di una leggendaria Via Heracleia, che dopo Roma e Cerveteri puntava sulla Tuscia in direzione di Orvieto: dalla Sicilia risaliva lo stivale e valicava le Alpi, impianto di base di tutte le direttrici consolari e medievali, dalla Cassia alla Francigena, e garantiva sicuri collegamenti con santuari/aree di sosta a protezione di commercianti e pellegrini (Universit? di Milano. Focus 2004). Ercole, emblema solare, si festeggiava in agosto, come il Vertumno del Vicus Tuscus. Il 12 del mese si celebrava un sacrificio ad Ercole Invitto presso l?Ara Maxima, il grande altare presso il Circo Massimo. Il banchetto che seguiva la festa, senza restrizioni al tipo di libagioni e che veniva consumato per intero, era offerto da mercanti e generali di Roma.

Il culto di Heracle, i principali assi di comunicazione, i nomi loquaci dei luoghi raccontano di un territorio antichissimo, scomparso sotto le coltri stratificate del tempo e della storia ma non nella memoria: continuiamo dunque a leggere ancora siti e reperti a Campo della Fiera e Monte Landro con l?obbiettivo concreto di ripristinare l?antico santuario orvietano per un?Orvieto Citt? Santuario.

L?Amministrazione Comunale, rappresentante istituzionale Populi et Comunis Urbisveteris ha il dovere e l?onere di sposare e portare avanti progetti riguardo al Santuario ed inerenti alla vocazione naturale di un?Orvieto Porta della Tuscia in Umbria, se non ?Ponte tra l?Umbria e la Tuscia?. Penso che i tempi siano pi? che maturi per organizzare un tavolo operativo con tutti gli attori interessati, dalle compagini umbre al Distretto Culturale della Tuscia, a prescindere e senza curarsi troppo di distratti, detrattori e temporeggiatori.

Il Santuario di Orvieto, Orvieto Citt? Santuario, deve affrancarsi da tab? pennellato artamente addosso: non ? invenzione n? provocazione culturale, ? verit? storica e destino connaturato di un Luogo Totem che per?, se abbandonato anche dalla sua Comunit? ? destinato a consunzione certa e a divenir ?non luogo? (Aug?).

 

P.S.: ? ma come fanno ? certi ? a ?scordarsi? di cotanto Patrimonio dell?Umanit????

Pubblicato il: 11/08/2011

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