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LA LUCE DELLA CONOSCENZA CONSUMA IL PENSATORE

Mario Tiberi

Di sera, verso l?imbrunire, mi ? di sollievo andare a distendere le terga sulla panca metallica posta a fianco della stazione di sopra della Funicolare. L?, protetto da alberi secolari, trovo quiete per il mio animo e ristoro per le mie membra.

Era di mercoled?, un mercoled? qualsiasi, e da lontano vedo avvicinarsi una persona a me carissima, professionista del diritto nella nostra citt?; poco dopo ci siamo trovati l?uno di fronte all?altro e, passato appena un batter di ciglia, lui mi fissa ed esclama domandando: ?A che pensa il pensatore?!??.

La maggior parte di Voi ricorder? certamente l?indimenticabile trasmissione televisiva ?Indietro Tutta?, il grottesco e satirico spettacolo che mise alla berlina l?illusoria tentazione dei quiz a premi. Ebbene, uno degli angoli pi? spassosi era proprio dedicato all?indovinello su che cosa, in quel momento, stava cogitando uno stralunato e spiritato pensatore; nessuno o nessuna mai ?ci azzeccava? e, quindi, nessuno o nessuna mai vinceva nulla.

Chi Vi scrive, non pensa per vincere, ma per vivere!.

A cosa stavo pensando? Il mio pensiero, tra il turbato e l?indignato, correva a riflettere sulla miserevole greppia in cui giace la nostra ?povera Italia?, stretta tra i balletti rosa dell?ingessato Capo del Governo e i giri di valzer dell?offuscato leader della Lega, tra il reiterato camaleontismo trasformistico del Presidente dell?API (mi perdoni la signora Calcagni) e l?affarismo corrosivo del Vice-Presidente PD della Regione Lombardia, tra la cella di Papa e la scampata galera di Tedesco (non il Papa Tedesco, Ratzinger per grazia di Dio ? fuori da tutto ci?).

E poi ancora, un aggiuntivo senso di ribellione perch? costretto, da umbro, a dover subire una Presidenza del Consiglio Regionale barricata dietro la presunzione d?innocenza. A questo proposito, ? giunta l?ora di fissare un punto fermo su uno dei capisaldi della contemporanea civilt? giuridica.

Nessuno, nemmeno lontanamente, si sogna di mettere in discussione l?irrinunciabile garanzia costituzionale che presiede al principio della innocenza presunta fino a sentenza passata in giudicato, ma tale garanzia acquisisce pieno valore solo quando giustizia sia resa in tempi rapidi, certi e ragionevoli altrimenti, inevitabilmente, si trasforma in uno scudo per l?impunit? perch? il passare del tempo insabbia e cancella la memoria e, con essa, la certezza del diritto e la certezza della pena per chi ha infranto la Legge.

Tutto gi? sembra essere stato riposto nel dimenticatoio, mentre cos? non ?; da codeste colonne torno vibratamente a chiedere, al Partito Democratico dell?Umbria, di pretendere dal Presidente del Consiglio Regionale le sue immediate dimissioni per inderogabili ragioni di etica politica.

L?avversione rigettante si trasferisce, infine, alla amara constatazione di dover verificare la presenza, anche nel ridotto della realt? locale, di sparuti e per? ben agguerriti e furbastri ?Scilipoti nostrani?. La politica orvietana non pu? essersi ridotta a scimmiottare la seguente parafrasata formula matematica, per cui ?da una corpulenta base grassa per una ricurva altezza magra non si pu? che ottenere un prodotto basso diviso due!?. Stento a crederci e non voglio crederci.

Tirando le somme: ? vero, la ricerca continuativa ed ostinata, quasi ossessiva, della luce della conoscenza per giungere alla verit? consuma il pensatore, ma proprio nell?attimo in cui lo consuma gli dona fresca e rigenerante energia per risorgere.

Pubblicato il: 27/07/2011

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