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I tifosi del commissario prefettizio

Pier Luigi Leoni

Caro Direttore,

nessuno pu? sapere come finir? il tentativo del sindaco Concina di salvare la consiliatura col ?patto per la citt??, alias ?progetto Orvieto nel futuro?. Moltissimi, a destra e a manca, tifano per il commissario.

Sintetizzo, per l?ennesima volta, le ragioni che mi fanno preferire l?accordo al commissario: non esiste nel mondo prefettizio un essere che possa amare Orvieto quanto possa amarla la classe politica orvietana, nonostante i suoi limiti, le sue rivalit? e i suoi rancori.

Il commissario che preferisco ? la classe politica orvietana, perch? sar? giudicata dai suoi concittadini (e lo sa bene)  mentre il commissario prefettizio si ritirerebbe, insalutato hospite, negli oscuri uffici dove la cadenza dilettale ternana si mescola con quelle della Magna Graecia.

Nei cosiddetti secoli bui del Medioevo, quando Orvieto erigeva la sua luminosa cattedrale e raggiungeva i suoi apici di civilt?, di ricchezza e di potenza, le fazioni locali si fecero mandare da Roma un podest?. Pensavano che un brav?uomo estraneo agli impicci locali li avrebbe tirati fuori dai guai. Gli mandarono Pietro Parenzo, che era un?ottima persona. Ma fin? come tutti sappiamo. E gli Orvietani dovettero cavarsela da soli.

Nel nostro evolutissimo secolo, che al massimo ? riuscito a erigere il casermone,  i problemi bisogna ancora risolverseli da soli. E se si chiama un commissario, non arriva uno disposto a farsi martirizzare.

Ma non c?? peggior sordo di chi non vuol sentire.

Caro Direttore, tu non hai paura delle tue opinioni e, per tua fortuna, non siedi sui banchi del consiglio comunale. Se mi dici che ho preso una cantonata, ti giuro che ci rifletto.

Con tutto il rispetto per i pochi Orvietani che mi hanno votato, tu sai quanto poco tengo alla mia poltroncina.

Pubblicato il: 05/04/2010

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