Questo sia il giuramento: Orvieto nostra non deve morir mai!
Nello Riscaldati
Passato remoto
Sorridete, o viole, ? primavera,
e i germogli le zolle hanno gi? rotte,
sorridono le grotte,
ove la spera del sol lo speco incide.
Ecco il vecchietto che al sol, grato, s'asside,
resuscitando in cor la verde et?
e i tempi andati, quando la citt?
rideva tutta dai balcon fioriti,
e gli occhi suoi miravano, rapiti,
la giovinezza d'una chioma nera
ed un sorrider che sussurrava: ?spera!?
Solitario vecchietto,
solingo abitator delle contrade,
passeggiator delle deserte strade,
ben crudele destino quel che vuole,
ch'alcuno, assieme a te, si goda il sole.
Vecchietto lieto,
innamorato della vecchia Orvieto,
che muore a ogni morir d'un dei suoi figli,
che pi? non fioriranno a primavera,
come a Porta Romana fanno i tigli.
Vecchietto solitario,
un dolce sonno chiuda a te il sipario,
sui gravi tempi che 'l futuro appresta.
Chi di orvietano resta,
elevi a te perenne monumento,
al tuo lavoro, ai tuoi giorni, alle tue notti,
alle fatiche, alle lacrime, ai sudori,...
E qui mi fermo, il resto tu lo sai.
Questo sia il giuramento:
?Orvieto nostra non deve morir mai!?
Pubblicato il: 25/03/2010