Ho scoperto (con colpevole ritardo) Fausti Cerulli poeta e narratore

Mia moglie ? convinta che quella di Fausto Cerulli sia la migliore penna del comprensorio orvietano. Me lo dice un po? troppo spesso, con una punta di perfidia femminile, ma io la penso come lei. Ci? nonostante, non avevo dedicato particolare attenzione a Cerulli poeta e narratore. Infatti gli studi classici, e una buona memoria,  m?hanno condizionato nei confronti della letteratura moderna.  Ogni volta che leggo un poeta o un narratore posteriore alla grande guerra, mi tornano alla mente meravigliose espressioni di Omero, Virgilio, Catullo, Dante, Petrarca, Boccaccio, Tasso, Ariosto, Manzoni, Leopardi  e compagnia bella, compresi i grandi russi, francesi e inglesi. Il paragone, ai miei occhi, non regge. Quando ho voglia di poesia, non mi vengono in mente poeti posteriori a Gozzano. Quando ho voglia di un romanzo, preferisco rileggere i Promessi Sposi che leggere uno scrittore del novecento. Con l?eccezione del Deserto dei Tartari di Buzzati, che non mi stanco di consigliare a tutti gli uomini che hanno superato l?et? giovanile. Anch?io ho scritto novelle e sto scrivendo un romanzo, ma con una certa vergogna e consapevole di non aggiungere niente al patrimonio letterario dell?umanit?.

Chiuso nei miei preconcetti, lessi distrattamente le prime poesie e novelle di Fausto e, quando l?incontrai, gli dissi brutalmente che lo preferivo come analista politico. Poi, visto che lui perseverava,  e conoscendo il suo spirito autocritico, ho pensato che il suo fosse pi? che un divertimento. Ho cominciato a leggere con maggiore attenzione e sono arrivato, per ora, alla conclusione che le poesie e le novelle di Fausto sovrastano non solo la paccottiglia prodotta da una miriade d?illusi, ma anche le opere di quelli che trovano editori che li pubblicano senza farsi pagare.

Caro Fausto, continua. Fallo per te, per me e per gli altri.