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L?Umbria ? matrigna anche con il nome della neo comunit? montana

di Guido Turreni, del Popolo della Libert? di Orvieto

In Umbria quando c?? da tagliare qualcosa a qualcuno si pensa solo ed esclusivamente ad Orvieto ed al suo territorio.

Tutti ricordiamo la vicenda paradigmatica di questo modo di fare della soppressione della nostra USL, che non mi scorder? mai di rinfacciare ai proto-pre-post kompagni locali, provinciali e regionali; si tratt? infatti dell?unica USL, in Umbria, che sia stata soppressa ?in via sperimentale? in una regione di appena 800.000 anime, l?unica, peraltro, con i bilanci a posto.

L?Umbria, infatti, ? talmente abituata a colpire Orvieto e gli Orvietani che lo fa anche coi nomi: pensate che dopo aver accorpato alcune comunit? montane, fra cui quella dell?Orvietano, sono riusciti a chiamare l?ente comunit? montana con un elenco sterminato di nomi dei territori di competenza (amerino-narnese-tuderte) - ci vorr? la prolunga sulla carta intestata per contenerli tutti - ma si sono scordati di Orvieto e degli orvietani che nel nome filastrocca, non sono stati nemmeno citati, che so, almeno come confinanti.

Questa dimenticanza non poteva passare inosservata ai politici orvietani di sinistra impegnati in provincia, che non appena sono riusciti a finire di leggere il nome del nuovo ente montano, sono sobbalzati sulla loro poltrona perch? mancava il nome di Orvieto.

Subito ? scattata la mozione indirizzata a Giunta e Consiglio Regionale per aggiungere il nome ?Orvietano? alla sfilza di territori ivi contemplata.

Sul piano politico invece, e malgrado prese di posizione ufficiali, abbiamo proposto uno dei nostri politici pi? freschi ed innovativi della scena locale per la poltrona di presidente, non per riciclarlo contro la sua volont?, s?intende, visto che ha recentmente affermato di voler concedere spazio ai giovani, ma proprio per rimediare al grave insulto, che potevamo dimenticare solo con la suddetta eminente personalit? alla guida dell?ente montano.

Ora, al di l? di una sana ironia, non so veramente come giudicare la matrigna Umbria e chi le si oppone o sembra farlo.

Intendiamoci: ? un bene che sia ritornato un po? di orgoglio territoriale nei nostri politici di sinistra, dopo anni di loro sudditanza psicologica e culturale persino nei confronti di quelle citt? umbre che vantavano molta meno vocazione culturale di noi.

Ed ? anche importante, almeno sul piano simbolico, segnalare alla burocrazia regionale perugina-folignate-castellese-trasimena din don dan e via cantando, quanto ci teniamo alla nostra identit? ed integrit? territoriale, anche solo riguardo al nome di riferimento della comunit? montana, perch? altrimenti si rischia di avere la stessa considerazione che il TG3 dell?Umbria ha della nostra citt?.

Per? c?? un per?: non credo che basti inserire un nome in un ente o proporre qualcuno per la solita poltroncina di potere, per mutare gli squilibri endoregionali veramente sfavorevoli per Orvieto e gli Orvietani, squilibri che in trent?anni di regionalismo selvaggio ci hanno mutilato territorialmente e mortificato economicamente per una programmazione regionale dello sviluppo del nostro territorio assente o estemporanea.

Se ci limitiamo ai nomi o a rivendicare qualche occupazione per il politico di turno, senza pi? poltrona, rischiamo di fare solo del campanilismo senza costrutto.

Invece, credo che il prossimo sindaco avr? il dovere morale, prima ancora che politico, di iniziare a porre le basi per una revisione di 180 gradi sul ruolo della Regione Umbria nel nostro territorio, per gettare nuovi ponti con la Regione sulla base di rapporti di reciproco rispetto, sul piano formale (evitiamo altri Masci, please), e di solidariet? territoriale, sul piano della programmazione dello sviluppo nella nostra area territoriale.

Per fare ci? dovremo operare nel modo opposto fin qui praticato dalla Giunta Mocio e Mocio-bis, perch? non si pu? pretendere rispetto dalla Regione se poi si va a pietire, per questioni di bilancio, di comprare qui, scontare di l? o posticipare dall?altra parte; dovremo invece per prima cosa saper camminare sulle nostre gambe, senza pi? chiedere la paghetta alla nostra matrigna, se vogliamo porre con autorevolezza la questione Orvieto in Regione, ? ovvio !

E? inutile altrimenti fare la fine del parente ?scomodo? che viene invitato a cene o a ricevimenti, purch? mangi in cucina; a questo punto ? meglio rifarsi la famiglia nel Viterbese, dove invece ci aspettano a braccia aperte per farci sedere a capotavola.

In ogni caso dobbiamo fare in modo, come orvietani, che l?Umbria finisca di scordarsi perfino di come ci chiamiamo, oppure, addirittura, che esistiamo.

Pubblicato il: 10/12/2008

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