Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
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Io sto con gli operai della SECE

Fausto Cerulli

Sto dalla parte degli operai della SECE, ovviamente; in quanto operai, e non in quanto operai della SECE. Riassumo brevemente la questione della SECE. Si tratta di una Societ? che scava nei terreni basaltici per estrarne il prezioso materiale. Sin qui nulla di male. E nulla di male neppure nel fatto che la SECE, a suo tempo, abbia aperto una cava in quel del Botto. Io odio le cave, ma da qualche parte, se occorre materiale per costruire, occorre ben scavare: anche se sarebbe preferibile che gli scavi, di carattere merceologico e non archeologico, fossero fatti in siti che non abbiano impatto sull?ambiente naturale ed antropico. La SECE aveva ottenuto dal Comune di Orvieto l?autorizzazione a scavare, come dicevo in quel del Botto; ma lo aveva fatto, sia pure nel dispregio dell?ambiente, perlomeno nel rispetto della normativa allora vigente. Poi la SECE ha preso gusto allo scavo del Botto, ed ha chiesto l?autorizzazione per aumentare la superficie e la profondit? dello scavo. Ed il Comune, della serie che un?autorizzazione non si nega a nessuno, figurarsi ad una grossa Societ?, ha concesso l?ampliamento dello scavo. Ma tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino; ? accaduto che un cittadino che ha la casa al Botto, non ha accettato supinamente l?ampliamento. Sia perch? si sarebbe trovato al centro di esplosioni di mine che manco a Bagdad, sia perch? l?ampliamento avrebbe deturpato in maniera irrimediabile l?ambiente circostante. E questo cittadino, invece di traslocare armi e bagagli per evitare il peggio, ha pensato di rivolgersi al TAR, per far dichiarare nulla l?autorizzazione, ed impedire alla Sece di fare i seci suoi.  La SECE, ovviamente, ha presentato un controricorso, per far valere il proprio diritto allo scempio, con la scusa che il Comune, l?altra volta gli aveva detto s? e nessuno si era opposto. Nei panni della SECE avrei fatto lo stesso: il TAR ? il tribunale degli interessi, e l?interesse del cittadino ricorrente contrastava con l?interesse della SECE. Quello che non si capisce ? perch? il Comune di Orvieto, pagando l?avvocato di turno, abbia deciso che l?interesse della SECE era anche l?interesse della cittadinanza orvietana; ed ? intervenuto nella causa davanti al Tar per rafforzare le ragioni della SECE. Comunque, per farla breve, il TAR ha dato ragione al cittadino incazzato e torto alla SECE; e nel dar torto alla SECE ha dovuto, giustamente, dare torto anche al Comune; e nella sentenza si rimprovera la nostra Amministrazione per aver dato il permesso in violazione di precise norme regionali. Quindi il Comune ha fatto la figura dello scemo e dell?ignorante: e gli sta bene. Ma non sta bene il fatto che, per passare da scemo o da ignorante, abbia usato i soldi dei cittadini.

Il Tar ha deciso, dunque, per il blocco del progetto di ampliamento. Ma la SECE, che ha i suoi avvocati e se li paga di tasca sua, ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato- che sarebbe una specie di Corte di Cassazione in materia amministrativa- per chiedere l?annullamento della decisione del Tar con la conseguente possibilit? di riprendere a scempiare in quel del Botto. Anche qui,

la SECE ha fatto quello che una qualunque Societ? avrebbe fatto; utilizzare tutti gli infiniti marchingegni che la legge mette a disposizione di chi non vuole accettare di aver torto. E dunque, ancora una volta la SECE sta facendo i seci suoi; ma quello che lascia sconcertati ? il fatto che anche questa volta il Comune, sempre con i nostri soldi per pagare un avvocato la cui parcella per una causa al Consiglio di Stato ? almeno cinque volte superiore a quella per una causa al TAR, ha deciso di accodarsi alla SECE, e di ricorrere anch?esso al Consiglio di Stato nello stesso procedimento; in sostanza per fare in modo che la SECE la spunti. Io mi domando se sia giusto che un Comune, dopo aver perso una causa al Tar per appoggiare una SECE qualsiasi, senta il bisogno di reiterare l?appoggio anche di fronte al Consiglio di Stato. Sempre con i soldi nostri: e sempre con il fatto che l?avvocato, anche se perdi la causa, lo devi pagare lo stesso. Ora, se Mocio

e gli altri Amministratori si sentono scocciati perch? il Tar li ha tacciati di insipienza, fanno bene a ricorrere al Consiglio di Stato per lavare l?offesa: ma dovrebbero farlo di tasca propria,

e non con i soldi della collettivit?. Io non so come andr? a finire la causa davanti al Consiglio di Stato; avendo letto la sentenza del Tar, dovrei ritenere che il Consiglio di Stato non possa non confermare la decisione del Tar: una decisione giuridicamente precisa, a mio modesto parere di avvocato, e soprattutto innovativa, a mio modesto parere di cittadino che ama i posti dove vive; perch? il Tar ha stabilito che il singolo cittadino, oltre che a tutela del proprio interesse legittimo, pu? ricorrere alla giustizia anche a tutela di un interesse generale; come nel caso in cui la sua richiesta di rispetto dell?ambiente coincida con un interesse generale alla difesa di quell?ambiente.

Pubblicato il: 02/12/2008

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