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Lettera di un amico a Nello Riscaldati

Valeriano Venturi

                     
Caro Nello,

in merito alle tue opinioni sul maestro unico che ho letto su dei quotidiani on line, ti invio un mio contributo ad una dialettica limitata a questo argomento.

Carenze ci sono sempre state, ci sono e ci saranno. A molti sembra che, tra le altre, tanti non abbiano pi? il senso delle Istituzioni che pur liberamente abbiamo, insieme, voluto; quelle Istituzioni la cui osservanza trasforma una comunit? di individui in Popolo, attribuendogli la Sovranit? e la forza sue tipiche.

Ci? accade per un processo circolare: degli individui scelgono liberamente delle norme cui attenersi e, attenendosene, si formano in Popolo; Popolo che poi rimanda all?individuo la forza che lo stesso gli ha conferito. E questa forza rende l?individuo protagonista responsabile della propria vita consociata. Senza l?osservanza di quelle sue Istituzioni quell?individuo rimane elemento indistinto di una massa informe; idoneo solo a ricevere ordini, ad essere suddito cio?, e non assume le dignit? e la forza di essere cittadino forte della sua responsabilit? di appartenere alla comunit?.

Ma, per raggiungere questo risultato, l?osservanza delle Istituzioni ha da essere naturale, non onerosa; istintiva, quasi inconscia. E a quella osservanza quindi l?individuo ci deve arrivare quasi inconsapevolmente, con un costume che acquisisce dai suoi primordi; nella famiglia, certamente, ma essenzialmente nella scuola primaria quando avverte per la prima volta il vivere organizzato insieme ad altri. E l? incontra la prima Istituzione, che appare, ed ?, per lui, il simbolo delle Istituzioni: il Maestro. Da cui assorbe, tra l?altro l?idea di una autorevolezza che sente indiscussa anche e proprio perch? non condizionata dalla presente personalit? di altri, pur bravi, insegnanti.

Ed il bambino di sei, sette, otto anni non pu? (e non deve ancora) fare certi tipi di distinzioni. Se giudizio ? facolt? di scelta, ? vero che un bimbo di sei-otto anni non ha ancora quella facolt?. E le scelte che dovesse fare sarebbero forse ispirate a generiche simpatie, ma non deriverebbero da quella iniziale e graduale educazione a ragionare, conoscere, valutare cose e fatti e rispettare quelle Istituzioni, nel senso in cui sopra accennavo. Istituzioni che, appunto, il Maestro prefigura.

 

Caro Nello, ? teoria? Rispondo con una mia esperienza personale. Frequentavo la seconda elementare, feci tardi e mi accompagn? il babbo. Arrivati alla scuola di Piazza Marconi, affacciato alla finestra della classe c?era il Maestro. Il babbo gli fece un cenno con la mano ed io potei entrare in aula senza essere accompagnato dal bidello.

Allora capii che il babbo era importante come il Maestro.

Ho ancora vivissimo il ricordo di quella sensazione.

 

Cari saluti ed ancora buon lavoro.

 

                                                           

Pubblicato il: 27/10/2008

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