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Incubo monopolio

cerco guai

? decisamente bello vedere che le categorie produttive si organizzino e si diano da fare per sostenersi, come hanno da poco fatto alcuni ristoratori.

? bello anche sapere che ci si stia muovendo in difesa della legalit? e della qualit?.

Sarebbe deleterio, per?, se questi due concetti venissero interpretati in maniera distorta o faziosa.

Sia chiaro, non so come intendano muoversi i ristoratori e la mia ? una pura dissertazione accademica, dell?accademia del cocomero a vejia, ma tanto vale renderla ?pubblica?.

Ottimo, dal mio parzialissimo punto di vista, muoversi e lavorare per il rispetto delle regole, deleterio sarebbe andare a ricercare cavilli che diminuiscano o vincolino l?offerta. Mi spiego meglio: se ci sono regole sui bar che fanno ristorazione ? sacrosanto sia che vengano rispettate, sia che chi di dovere provveda a farle rispettare.

Se per? la finalit? ultima ? eliminare dal centro storico i bar che fanno ristorazione veloce (fosse pure con cibi precotti ben dichiarati al cliente come tali) allora il discorso cambierebbe.

Mi si dir?: e la qualit?? Questa parola, associata fin troppo spesso a prodotti esclusivi serviti in porcellane purissime e tovaglie di fiandra, significa anche, e soprattutto, dare al cliente esattamente quello che si aspetta da quella tipologia di esercizio o di servizio (e magari qualcosina in pi?, non solo sul conto). Insomma, paradossalmente uno dei ristoranti di maggior qualit? risulterebbe il McDonald?s, dove il cliente trova esattamente quello che cerca quando entra, e non trova un ristorante 7 stelle in un agriturismo che dovrebbe servire i propri prodotti, n? una bettola scalcinata dietro l?insegna di un blasonato e francesissimo bistrot.

Chi cerca un panino al volo deve trovarlo, cos? come chi cerca il Muffato della Sala in calici di Boemia, dato che un turista che si trova bene forse ne porta un altro, ma uno che si trova male, o vede deluse le proprie aspettative, ne caccia cinquanta, se non di pi?.

Detto questo, mi auguro che ci si adoperi ad ogni livello per il pieno rispetto delle regole e per la salvaguardia di una sana e vitale concorrenza. Sarebbe tremendo se si iniziasse una crociata contro la ristorazione veloce e a buon mercato, sia che avvenga con la buona fede di chi ancora crede di vivere nel Mulino Bianco con cui troppo spesso hanno venduto Orvieto a noi orvietani, sia che avvenga con la volont? monopolistica di chi pensa ?nei bar nun te fo magn?, ma le pizzerie nun je do ?l bollino de qualit?, e ?l turista ha da ven? per forza do? se spenne, che tanto lo s?rbo ?na vorta e nu? lo vedo pi??.

Vi ricordate quando, in virt? delle scelte corporativistiche spacciate per filosofia ?slow? si decise di bandire i centri commerciali per voler salvaguardare i piccoli negozi? Sono anni che noi orvietani ci serviamo tra Viterbo e Chiusi. E noi a Orvieto ci abitiamo, pensate un po? chi dovrebbe farci pure la strada per arrivarci e sul suo percorso incontrerebbe altre cento cittadine medievali?

Odio l?idea di monopolio, che sia per i beni culturali, per la ristorazione, per gli alloggi e per ogni altro bene o servizio, proprio quanto odio le furbate di chi non rispetta le regole.

Lungi da noi, specie adesso, innalzare barricate dei ristoranti contro i bar, dei commercianti contro le guide turistiche, delle trattorie contro le sagre, degli alberghi contro i bed and breakfast, delle pizzerie contro gli agriturismo (o agriturismi, coma pare vada di moda ora).

Meglio lavorare insieme, con animo sereno, allo sviluppo e alla promozione della citt?, dalle infrastrutture alla commercializzazione, dalla tipicit? agli eventi, magari trovando forme che non siano un altro consorzio pubblico-privato.

Senn? all?incubo monopolio potrebbe aggiungersi l?incubo del ?divide et impera?: se gi? le categorie produttive sono in guerra tra loro e se per ogni fazione ? vitale confrontarsi con l?amministrazione, ci vorrebbe poco, molto poco, a far contenti tutti con un pacca sulle spalle dicendo male del rivale e tirare a campare sicuri di aver aumentato il proprio consenso.

Detto ci?, l?accademia del cocomero chiude i battenti e invita tutti a sputare i semi lontano dagli altri commensali.

Pubblicato il: 25/08/2008

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