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Addio ad Aleksandr Sol?enicyn, eroe del dissenso anticomunista

Roberto Abatematteo. Azione giovani Orvieto

Domenica 3 Agosto 2008 muore a Mosca Aleksandr Sol?enicyn, eroe del dissenso antisovietico e paladino della lotta contro le barbarie della Russia socialista.

Un uomo la cui vita riflette il tentativo di riuscire a rendere note al mondo le condizioni disumane della prigionia a cui il regime comunista di Lenin e Stalin sottoponeva i propri dissidenti interni, costretti a lavori forzati senza fine nei gulag di tutto il paese.

L?oppressione del comunismo sovietico per lui comincia dopo appena tre mesi di vita, quando sua madre, rimasta vedova, viene privata delle terre che le erano state lasciate in eredit? dal marito. Casa e terreno vengono collettivizzati, mentre il giovane Aleksandr vive di stenti insieme alla madre e ad una zia.

Serve come ufficiale di artiglieria durante la seconda guerra mondiale nell?Armata Rossa, ma nel 1954 viene arrestato e rinchiuso in un gulag a causa di una lettera, intercettata dai servizi sovietici, in cui critica Stalin e il suo operato. Diviene cos? uno schiavo al servizio dello Stato comunista in cui tutti gli uomini sono uguali.

La sua tremenda esperienza viene racchiusa in quella grande opera letteraria che ? ?Arcipelago Gulag?, il suo capolavoro autobiografico, nel quale illustra i lunghi anni di prigionia nelle fredde lande sovietiche, descrivendo torture, maltrattamenti e lavori inumani a cui i prigionieri sono sottoposti.

Il primo vero scritto di contestazione antileninista e antistalinista, in cui la triste realt? del mondo dei campi di concentramento comunisti viene finalmente resa nota al mondo intero.

Vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1970, a causa del terrore di Mosca pot? ricevere il premio solo nel 1974, una volta che il regime sovietico, ritenendolo un personaggio troppo scomodo, lo espulse dal paese.

In patria venne riabilitato soltanto nel 1990.

Ad oggi la critica di Sol?enicyn al marxismo, al comunismo e alla dittatura sovietica, e la lucida e realistica visione del mondo dei gulag, che lui visse per un decennio della sua vita, restano una delle pi? importanti (se non la pi? importante) testimonianza del terrore comunista.

 ?Per fare le camere a gas, ci mancava il gas?

 ?Per noi in Russia, il comunismo ? un cane morto, mentre per molte persone in occidente ? ancora un leone vivente?.

 

L'articolo risultava senza firma per errore tecnico della redazione

Pubblicato il: 05/08/2008

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