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Mocio:'Non facciamo l'errore di scambiare RPO con la caserma Piave'

Risorse per Orvieto avrà altri compiti, più vasti, da individuare

foto di copertina

di Dante Freddi

"Non facciamo l'errore di scambiare RPO con la caserma Piave". Lo ha ribadito il sindaco Stefano Mocio durante la conferenza stampa di sabato scorso.
RPO infatti è nata con la Piave e per occuparsi della Piave, oltre che di molto altro. Ma dall'estate scorsa, da quando è stata trasformata il S.r.l. e contestualmente gli è stata sfilata di mano la disponibilità della caserma, si occuperà soltanto di "molto altro". I compiti saranno assegnati di volta in volta dal Comune e saranno correlati da impegni di spesa in tal senso.
Per quanto riguarda il passato e lo stallo lamentato dal Cda di RPO, il sindaco ha chiarito che la condizione è stata determinata dall'oggettiva difficoltà di bilancio. Insomma, non c'era un euro per far funzionare RPO e tutto si è fermato, non certo per mancanza di fiducia nel Consiglio di amministrazione."Né credo-approfondisce il sindaco- in attesa di partire organicamente con la seconda fase di lavoro sulla ex Caserma o su altri beni, sia opportuno continuare ad incidere sulle riserve della società". Quindi tutto ancor più fermo per qualche mese.

Quando poi, ma è dall'approvazione del business plan che se ne parla, Mocio afferma di voler istituire veri e propri 'laboratori di città', per allargare al massimo la partecipazione, compie affermazioni ineccepibili e non contrastabili.
Non si può sparare sulla democrazia e chi la propugna.
Probabilmente è giusto così, ma allora bisogna anche riconoscere che viene meno la motivazione della scelta che tre anni fa portò alla creazione di una società per azioni, che avrebbe dovuto essere più agile, non ingessata dalle dinamiche amministrative, rispondente ai tempi serrati che richiede il mercato. Se oggi tutta l'operazione viene rimessa in mano al "popolo" e poi ai partiti ed al Consiglio comunale, quel tipo di scelta è stata di fatto rinnegata. Operazione sbagliata, tre anni di energie umane ed economiche bruciate, si comincia daccapo. Niente di straordinario, si può sbagliare. I cittadini valuteranno la gravità dell'errore e la capacità di recupero.
Ma non possiamo pensare che tutto si è fermato perché mantenere una Società per azioni costa troppo e perché la società dovrebbe pagare l'ICI al socio unico Comune, quindi a se stesso.

Questioni di lana caprina.

Pubblicato il: 27/11/2006

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