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Rpo: dimissioni accettate si ricomincia da capo

Entro gennaio sarà scelta la soluzione operativa per la Piave. Senza fretta, "per non commettere gli errori che ci sono stati" e con la massima partecipazione. Insomma, ritorna tutto in discussione.
Qualcuno pensava di far commissariare il Comune e mettersi al mio posto

foto di copertina

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Rpo: dimissioni accettate si ricomincia da capo. Dopo il silenzio del sindaco che ha caratterizzato quest'ultima settimana, quella successiva alla lettera di dimissione del Consiglio di amministrazione della società, il primo cittadino, che si è confrontato giovedì con il presidente Barbabella, rompe gli indugi. Annuncia che il Comune accetterà le dimissioni, respinge le accuse e indica i criteri per la seconda fase dell'operazione Piave. Un'operazione per cui, tiene a precisare Mocio, non c'è ancora una scelta definitiva relativa allo strumento operativo.

 

"Stiamo vagliando due o tre possibilità - dice il sindaco - dal project finance al fondo a conferimento immobiliare, ma una decisione ancora non c'è, né ci faremo prendere dall'eccessiva fretta proprio perché, dal momento che è stato già commesso un errore, non possiamo permetterci di sbagliare.  Comunque arriveremo ad una decisione entro gennaio".  Insomma, il sindaco parla di "errori della politica" sulla vicenda Rpo e, nell'accettare le dimissioni che diverranno esecutive con l'assemblea dei soci che si terrà prima di Natale, annuncia anche che la società di servizi non si scioglie.  Nuove nomine verranno fatte anche se non è ancora chiaro se verrà nominato un cda (più ristretto e forse più tecnico) o un amministratore delegato.

 

 "La seconda fase d'altro canto - ha detto Mocio - richiede competenze e professionalità più ampie".  La srl a capitale minino di 10mila euro sarà la longa manus del Comune per la rifunzionalizzazione del centro storico con incarichi e relative provviste che verranno dispensati di volta in volta.  Ma una cosa è chiara: alle accuse mosse da Barbabella che indicava il Comune quale responsabile dello stallo dell'attività della srl Mocio non ci sta.  

 

"Non c'erano i peg attivi per conferire incarichi - afferma - bisognava prima portare avanti l'operazione di risanamento del bilancio.  Né si può pensare che una società possa non pagare l'Ici: come la penserebbe la Corte dei Conti?". Insomma il sindaco respinge ogni addebito chiarendo che in tutto questo non c'è in ballo "alcun attacco alla dignità personale dei membri del cda". Ripete che sbaglia chi sottovaluta il lavoro svolto da Rpo e che il business plan sarà la base della fase di verifica sul mercato.
Di fatto, però, adesso torna tutto in discussione.

 

A partire dalle destinazioni d'uso che dovranno dice il sindaco "essere riviste anche in funzione dei mancati finanziamenti pubblici e in funzione dell'azione di premarketing". Intanto una certezza sono i criteri con cui si procederà, criteri sui quali Mocio non transige e si spenderà, ha detto, "in prima persona": unitarietà del progetto, partecipazione dei cittadini, minor costo possibile, minore presenza possibile della mano pubblica.

 

Sull'ipotesi del fondo a conferimento immobiliare, infine, Mocio non si sbilancia ma chiarisce diversi aspetti. Il primo è che, eventualmente, non accetterebbe di entrare in fondi in cui il Comune non possa contare almeno sul  51%. Ogni fondo ha infatti un comitato di gestione composto da quanti conferiscono immobili e "pesano" all'interno del comitato in funzione degli immobili che conferiscono. In questo modo "resterebbe sempre il Comune, in coerenza con gli scenari prospettati dagli esperti, a scegliere per la Piave".  

Pubblicato il: 26/11/2006

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