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Risorse per Orvieto. Per Capoccia 'dimissioni fuori luogo'

Interventi di Gialletti, Capoccia, Piccini, Meffi, Barbanera, Imbastoni, Giardini, Morcella, Conticelli. Disagio nella maggioranza. Procede l'ipotesi dell'inclusione della Piave in un fondo immobiliare regionale
Antonio Barberani(FI):"E' stato superato ogni livello di decenza"

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - "Fuori luogo" le definisce Capoccia (Ds), mentre il resto della maggioranza, con rarissime e comunque imbarazzate eccezioni, dà vita ad un "fuggi fuggi" generale.
Le dimissioni in blocco del Consiglio di amministrazione di Rpo, annunciate lunedì al termine di mesi di dure tensioni col socio unico, lungi dall'essere un fulmine a ciel sereno, hanno fatto calare il gelo nel centrosinistra, seminando malcelati imbarazzi. Il primo secco "no comment" arriva dal sindaco che si riserva di intervenire una volta chiuse "partite importanti".

Gli unici ad osare commenti a caldo - e di segno assolutamente opposti - sono Evasio Gialletti (Sdi), che si limita a dire di "condividere le dichiarazioni del presidente" senza aggiungere né una parola in più né una in meno e Marino Capoccia (Ds) che, invece, le parole le trova. E non sono clementi. "Rpo - afferma il segretario della Quercia - con la trasformazione da Spa ad Srl che ne ha cambiato al missione, avrebbe dovuto attendere l'input dell'azionista di riferimento. E' chiaro che le indicazioni non possono arrivare se non dopo che il Comune abbia individuato una strategia. E proprio in questo senso il sindaco, da un lato, ha fissato un incontro con Rpo per giovedì (domani, ndr), dall'altro, sta approfondendo l'ipotesi del conferimento nel fondo regionale, un fondo alimentato da banche in grado di creare appeal sugli investimenti. Ma sia chiaro che la proprietà così come anche le indicazioni sulle destinazioni d'uso resterebbero in capo al Comune. E una decisione del genere, dunque, non comprometterebbe affatto né il ruolo di Rpo né i metodi di lavoro che erano stati stabiliti, prima fra tutti la partecipazione dei cittadini. Qualsiasi decisione verrà approfondita nella maggioranza per poi procedere in maniera tempestiva e determinata".

E se per Capoccia le dimissioni - o meglio la dichiarazione politica di dimissioni, visto che devono ancora passare per l'assemblea dei soci che verrà convocata a breve - sono state "fuori luogo", "inevitabili" sono state, invece, per Gianpietro Piccini (PdCi) che rimanda alle sedi politiche opportune altre considerazioni. Roberto Meffi (Dl), invece, si riserva "di entrare nel merito dopo l'incontro di giovedì". Giancarlo Imbastoni pure segue la strada del "no comment".

E Rosanna Barbanera (Prc) ricorda che da mesi il suo partito denuncia la mancanza di discussione dando ad intendere che la decisione di Rpo riflette l'andamento generale dell'attuale situazione. "Si va a rilento e non si discute" ribadisce.

Grida, invece, "al fallimento di un'intera classe dirigente" Fi, per bocca di Antonio Barberani. "La cessione - afferma - sarebbe uno schiaffo insopportabile per i cittadini. Ci opporremo in tutte le sedi e i modi alla messa in liquidazione di Orvieto, non escludendo il ricorso allo sciopero fiscale". Molto meno scandalizzato è Massimo Morcella che in Consiglio aveva proposto la vendita della Piave e che ora spinge perché "la politica sia onesta e pensi a mettere a frutto qualcosa del lavoro fatto se c'è qualcosa di buono o altrimenti valuti le alternative senza precludere la cartolarizzazione". Maurizio Conticelli (Altracittà) esprime solidarietà per Rpo pur ribadendo la contrarietà di sempre all'impostazione politica e metodologica dell'intera questione e non manca di far notare "il ribaltamento a 180 gradi rispetto alle politiche del passato". Quello che si augura è che ora, "con i pesantissimi ritardi accumulati non ci faccia prendere dalla fretta assumendo decisioni sbagliate".

"Sono disperati" è il commento lapidario di Luca Giardini (An).

Pubblicato il: 22/11/2006

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