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Cardeto e Monrubio: un 'colosso' da 500 soci

Ha suscitato grande interesse, forti entusiasmi ma anche, come è normale, qualche reticenza l'ipotesi di fusione delle due storiche cooperative vitivinicole

ORVIETO - Un percorso avviato per unire le due principali cantine vitivinicole dell'Orvietano, Cardeto e Monrubio, e rilanciare l'Orvieto a partire da un unico soggetto più forte e competitivo. Ha suscitato grande interesse, forti entusiasmi ma anche, come è normale, qualche reticenza l'ipotesi di fusione delle due storiche cooperative vitivinicole.

Sebbene il progetto sia in una fase assolutamente iniziale e tutto da verificare nella percorribilità, se ne era parlato a lungo nell'ultima assemblea Monrubio servita a rinnovare (anzi a riconfermare per intero) il Consiglio di amministrazione. Tuttavia alla Cardeto per il momento prendono tempo e il vertice non si pronuncia ancora ufficialmente sull'potesi fusione.

Le due cantine insieme farebbero un "colosso" di circa 500 soci, una novità senza precedenti che aprirebbe scenari nuovi per il prodotto Orvieto sul quale si imposterebbe, a quel punto, un'unica politica di gestione e di programmazione. Insomma, l'unione fa la forza gridano in molti. Che è lo stesso incoraggiamento arrivato la scorsa settimana, prima all'Umbria wine day e poi ad Orvieto al convegno nazionale di Unioncamere sul mercato internazionale dei vini, dall'assessore alle politiche agricole, Carlo Liviantoni.

Nell'annunciare il progetto regionale di ristrutturazione del settore vitivinicolo che sarà pronto a dicembre, Liviantoni, infatti, aveva espressamente fatto appello alla buona volontà dei produttori perché si mettano in squadra dimenticando i particolarismi e cancellando le eccessive frammentazioni. L'obiettivo regionale è razionalizzare le 600 etichette che "sono troppe" - come ha ribadito più volte Liviantoni - e creare un prodotto fortemente identitario in grado di costituire massa critica apprezzabile dal mercato.

Per l'Orvieto in gioco c'è la riconquista di un'immagine e delle ampie fette di mercato perse nell'ultimo decennio.  Obiettivo questo che è unanimemente condiviso. Quello che resta da capire, ora, è la strada da percorrere.

Pubblicato il: 15/11/2006

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