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Un'unica cantina sociale per l'Orvieto

"Prove tecniche di matrimonio" in corso tra due principali cooperative vitivinicole dell'Orvietano: la Cardeto e la Monrubio

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Un'unica cantina sociale per l'Orvieto.  Potrebbe, anzi dovrebbe, essere questo il risultato delle "prove tecniche di matrimonio" in corso tra due principali cooperative vitivinicole dell'Orvietano: la Cardeto e la Monrubio.  Un progetto, quello in ipotesi, che rappresenta indubbiamente una novità assoluta, novità che potrebbe concretizzarsi anche in un tempo non troppo lontano con l'obiettivo di imprimere una svolta decisa al mercato sofferente dell'Orvieto.

I tempi non sono ancora scanditi e non tutte le scelte sono state compiute ma il feeling c'è e, come si dice in questi casi, se son rose fioriranno. Significativi segnali di riscontro in questo senso sono arrivati anche negli ultimi mesi con le logiche interne che hanno portato al rinnovo dei due consigli di amministrazione delle due cooperative.  Alla Cardeto, infatti, dove è stato conferamto al vertice il presidente Andrea Muzi, sarebbe stato significativo, secondo i bene informati,  l'avvicendamento alla vicepresidenza tra l'avvocato Francesco Cinti e l'attuale Giorgio Perquoti.

E' arrivata, invece, domenica scorsa, la riconferma piena del Consiglio di amministrazione della Monrubio.  Presidente Tommaso Picciolini e, nel cda: Stefano Cimicchi, Giovanni Giuliani, Giuseppe Cecci, Vincenzo Cecci, Gabriele Mari, Maurizio Albani, Fausto Manzi, Luciano Cuccomino.  

Nell'assemblea si è parlato, e in termini entusiasti tra i soci (soprattutto tra quelli che conferiscono le uve in entrambe le cantine), del prossimo possibile sodalizio.

Ne dà conferma ufficiale il presidente di nuovo in carica, Tommaso Picciolini.  "I tempi sono maturi - esordisce - per tornare sul progetto lanciato dieci anni fa e poi naufragato per vari motivi: è tempo, ormai, di lavorare insieme sull'Orvieto se vogliamo davvero rilanciare il nostro prodotto - insiste Picciolini - arrivare ad avere un'unica cantina vorrebbe dire più potere contrattuale, più competitività e maggiore incisività nella gestione e nella programmazione.  D'altro canto è dimostrato che l'eccessiva polverizzazione delle risorse non porta risultati, al contrario, invece, per essere competitivi sul mercato serve fare massa critica".  

Insomma si impone una strategia comune per mantenere e conquistare posizioni nelle vendite che, negli ultimi anni, stanno facendo registrare allarmanti giacenze nelle cantine. Al punto da costringere molti produttori a mandare in picchiata i prezzi a dispetto di una qualità del prodotto ottima.  Nello specifico, però, dei risultati della Monrubio che hanno portato alla sua riconferma, il presidente si dice soddisfatto.  Nonostante la crisi generale, infatti, grazie alla direzione commerciale affidata al wine maker di fama mondiale, Riccardo Cotarella "i risultati - dice il presidente - sono stati brillanti sia dal punto di vista dei prezzi che delle vendite".

Pubblicato il: 14/11/2006

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