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Delitto per delitto: Alessandro Gassman e Giuseppe Fiorello

Martedì 29 e mercoledì 30 al teatro Mancinelli la trasposizione teatrale del thriller psicologico 'Strangers on a train'' con due protagonisti d'eccezione: Alessandro Gasman e Giuseppe Fiorello

Cultura

di Maria Flavia Timperi

L’inconfondibile voce di Hitchcock accoglie la platea del Mancinelli e crea immediatamente un’atmosfera di preludio a fatti sanguinosi, ed a sipario alzato lo spettacolo ha inizio scandito da tempi e silenzi che contribuiscono ad elevare il livello di tensione.
Ed infatti “Delitto per delitto”, thriller psicologico tratto dal famoso romanzo di Patricia Highsmith,
‘Strangers on a train’, ispirò già negli anni Cinquanta proprio Alfred Hitchcock che lo portò alla ribalta traendone il celebre film “L’altro Uomo”, una delle ben tre versioni cinematografiche che il lavoro conobbe.

È datata 2000 la riscoperta del drammaturgo Craig Warner, che ha fatto del romanzo una versione teatrale, approdata ora in Italia con la traduzione di Giovanni Lombardo Radice e la regia di Alessandro Benvenuti che ricostruisce sul palcoscenico una sorta di film in bianco e nero, con le stesse atmosfere tese ed ironiche firmate dal grande Alfred.

A raccogliere l'eredità di Farley Granger e Robert Walker, troviamo Alessandro Gassman (alias Guy Haines) e Giuseppe Fiorello (alias Charles Bruno), al suo debutto ufficiale in teatro.
La trama prende spunto da un incontro casuale in treno in cui i due protagonisti trasformano una banale chiaccherata tra estranei, dapprima in un farneticante scherzo e, successivamente, in un terrificante patto di sangue reciproco volto a realizzare una coppia di delitti perfetti che legherà le loro vite a doppio nodo, stravolgendole.

Guy, talentuoso architetto in procinto di divorziare da una moglie fedifraga e impicciona e Charles, ricco ereditiere con psicosi a carico e vessato da un padre troppo ingombrante, maturano durante la conversazione in treno l’idea di eliminare i rispettivi “problemi” con dei delitti incrociati: Bruno ucciderebbe la moglie di Haines, mentre quest'ultimo toglierebbe di mezzo il di lui padre. Nessun movente ed il fatto che i due non si conoscano garantirebbero loro la realizzazione del delitto perfetto.

Ironizzando sulla proposta, Haines si lascia alle spalle il bizzarro incontro, fino al giorno in cui gli giunge notizia del misterioso omicidio della moglie. Bruno ha davvero messo in atto il suo piano ed ora tocca a Haines compiere l'altra metà del crimine. Come un tarlo, Bruno si insinua nella vita del povero Haines, distruggendone piano piano le certezze: dal profondo legame con la nuova moglie, Anne, al fervore creativo fino alla sua stessa voglia di vivere. E Haines non potrà fare altro che cadere nella trappola e compiere il delitto richiesto.
Un falso epilogo, che porta entrambi allo scoperto e all'autodistruzione: Bruno con il suicidio e Haines con il peso del crimine commesso.

La trasposizione teatrale presentava non poche difficoltà: la molteplicità dei luoghi di ambientazione delle situazioni, coadiuvata dal disegno luci di Marco Palmieri e dalle scene di Eugenio Liverani (i cui cambi sono resi a vista, con giochi a incastro e a scomparsa, realizzati da personale "di ruolo", ad evidenziare l'unicità dei mondi dei due protagonisti), nonché la corda psicologica ed il clima di suspance della storia reso attraverso i sottofondi in playback e le musiche di Patrizio Fariselli.

Ne risulta uno spettacolo godibile, dal gusto un po’ retrò, ricco di pathos e di belle intuizioni registiche, introspettive e cinematografiche, con molta attenzione riservata all’escalation emotiva dell’azione ed al profondo intreccio psicologico che lega i due personaggi, tra cui nasce una inconsapevole e fatale attrazione morbosa che li avvinghierà fino a far uscire il lato più oscuro e nascosto della loro personalità; in realtà, Bruno e Haines non sono altro che due facce di una stessa umanità, nella quale il male esiste comunque, e sarà proprio la morte a legarli per sempre.
Buona la prova di Gassman e Fiorello, quest’ultimo
sorprendentemente a suo agio nel difficile ruolo dello psicopatico Charles Bruno, mentre spicca per fascino e personalità la bravissima Paila Pavese.

Pubblicato il: 30/04/2003

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