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Concerto in Cattedrale Joseph and the amazing technicolor dreamcoat

Il 4 novembre, alle 18,30. Lo spettacolonasce dalla collaborazione tra Associazione Musicale L.Mancinelli, il Liceo classico F.A.Gualterio e alcune scuole di danza dell'Orvietano

Il consueto appuntamento con la musica, che nasce da un lungo rapporto di collaborazione della Associazione Musicale L.Mancinelli con il Liceo classico F.A.Gualterio e con alcune scuole di danza dell'orvietano ( Armonia, Laboratorio teatro in movimento,Scarpette rosse ) propone quest'anno il Concerto in Cattedrale Joseph and  the amazing  technicolor dreamcoat di  Tim Rice § Andrew Lloyd Webber su una tematica biblica  ( Genesi 37,23 e segg. ) in chiave moderna.

Lo spettacolo si terrà nel duomo di Orvieto, il 4 novembre, alle 18,30.

ll testo di Webber, nato come piéce ad uso goliardico, è  un musical che trasgressivamente scorre  in stile comico-parodico la storia  di Giuseppe "interprete dei sogni". Scritto  su commissione del preside A.Dogget della  Colet Court per un concerto di fine anno, fu rappresentato per la prima volta a Londra nel 1968; la versione definitiva risale al1991 e, a tutt'oggi, ogni anno cinquecento scuole  in  Inghilterra  ne realizzano un allestimento.

Lo spettacolo attuale, curato  per la direzione musicale  dal maestro Nello Catarcia, per la regia da Santo Ciconte,  si presenta nella forma del concerto, adatto ad interpreti giovani, di cui la scuola ha sfruttato le diverse abilità nel canto, nella danza, nella musica strumentale dal vivo.

Il lavoro è una libera rilettura  decontestualizzata, in stile brillante e  al femminile del musical originale, a cui apporta notevoli cambiamenti, attualizzando la tematica di fondo.

La partitura si presenta come un puzzle di tessere differenti  che accosta il country texano al charleston degli anni '20, il rock  alla Elvis alla chanson française e al il calypso sudamericano. In alcune pagine si avverte la sonorità  dell'opera più famosa dell'autore, Jesus Christ Superstar.

I quindici brani musicali proposti  riducono il testo originale  ai temi  di maggiore  impatto emotivo e alla danza  è affidata la  rappresentazione dei momenti  più significativi  della vicenda. La voce narrante in  italiano ha una funzione esplicativa, necessaria data la scelta della versione originale in  lingua inglese.

La messinscena, essenziale e giocata sugli effetti delle luci, si avvale della suggestione della navata centrale del Duomo di Orvieto.

I movimenti di scena si riferiscono ai seguenti brani musicali:

§         Jacob and sons                              ( Giacobbe e i figli)

§         Joseph's coat                                 ( La tunica di Giuseppe )

§         Joseph's dreams                            ( I  sogni di Giuseppe )

§         Poor Joseph                                  ( Povero Giuseppe )

§         One more angel in heaven            ( Un angelo in più in cielo )

§         Close every door                           ( Chiudete tutte le porte )

§         Go, go, go Joseph                         ( Coraggio, Joseph )

§         Song of the king                            ( Canzone del re )

§         The brothers come to Egypt         ( I fratelli in Egitto )

§         Grovel, grovel                              ( Pietà )    
Any dream will do                     ( Ogni sogno si avvererà )     

 In sintesi la storia:

Undicesimo figlio di Giacobbe , Giuseppe è il preferito dell'anziano padre perché nato dall'amata Rachele. E' malvisto da tutti i fratelli anche perché non lavora nei campi ed ha la capacità di interpretare i sogni. La loro invidia aumenta quando il padre gli dona un elegante vestito dai mille colori sgargianti, segno della sua predilezione e di un futuro ruolo privilegiato.

 I fratelli invidiosi, quando Giuseppe li raggiunge in un pascolo lontano, decidono di sbarazzarsi di lui, gettandolo in un pozzo. E' il racconto di alcuni sogni, come quello in cui i covoni di grano dei fratelli fanno cerchio prostrati dinanzi al suo, e l'altro in cui sole, stelle e luna si inchinano alla sua presenza, ad innescare nei giovani la drammatica decisione di ucciderlo, ma la vista di una carovana di mercanti ismaeliti li spinge a  cambiare idea e a venderlo come schiavo, attribuendo davanti al padre la colpa della sua scomparsa ad una belva feroce. Falsamente affranti con la tunica macchiata del sangue di un capro, lo piangono davanti a Giacobbe esterrefatto.

Portato in Egitto, Giuseppe viene comprato da un ministro del Faraone, che lo nominerà soprintendente del suo palazzo. La moglie di questi tenta di sedurlo, ma Giuseppe la respinge; la donna allora per vendicarsi, lo accusa di avere approfittato di lei e lo fa imprigionare. Giuseppe è solo con se stesso, abbandonato da tutti, in un paese straniero. E' il momento del dubbio e del ricorso fiducioso a Dio. La salvezza non è lontana: il Faraone, infatti, assalito da sogni inquietanti, si rivolge al prigioniero ebreo che gode della fama di interprete di sogni  e gli racconta di sette vacche grasse sbranate da sette vacche magre e di sette spighe mature inghiottite da sette spighe magre e vuote. A sette anni di abbondanza seguiranno sette anni di  carestia, occorre prepararsi e provvedere. Questa la profezia di Giuseppe. Come annunciato, una grossa carestia colpisce molte delle regioni confinanti e presto numerose popolazioni si riversano in Egitto per comprare grano. Fra gli altri arrivano anche, esuli dalla terra di Canaan, i suoi fratelli. Senza farsi riconoscere, tentato tra la vendetta e il perdono, Giuseppe risolve  di metterli alla prova. Per accertare la loro maturazione e appurare la lealtà e la solidarietà nei confronti del fratello più piccolo Beniamino, egli nasconde una coppa d'oro nel sacco di questi e lo accusa del furto. Ma i fratelli sono davvero cambiati:  implorano in suo favore, proclamando la sua innocenza. Solo ora Giuseppe si fa riconoscere e  la riconciliazione sancisce il perdono. Anche il vecchio Giacobbe giunge in Egitto per riabbracciare quel figlio creduto morto. Ha con sé la veste dai mille colori,  simbolo di quei sogni ora completamente realizzati.

La conclusione mette in luce la tematica religiosa di fondo: la forza che viene dalla fiducia in Dio ed offre spunti su problematiche di tipo psicologico come il rapporto padre-figli, quello  tra fratelli; indaga sul sentimento dell'amore per la famiglia, sul perdono che vince l'odio e il desiderio di vendetta, sull'ambizione, il narcisismo, la gelosia, l'invidia e la rivalità, la sete di gloria, di denaro, il desiderio di prevaricazione,  fino al tentativo di annullamento dell'altro. Ne risulta una rappresentazione dell'esistenza come esperienza di buio e di luce, di caduta e di rinascita.

L'esegesi biblica in chiave cristiana  vede  nella figura  di Giuseppe la prefigurazione di Cristo, anch'egli tradito, venduto e divenuto salvezza per i suoi figli, come testimoniano le varie storie della vita di Giuseppe diffuse nell'arte cristiana sin dal VI sec., in particolare all'interno di cicli pittorici e nell'arte religiosa medievale.

I bambini che si affollano intorno a Giuseppe sono segno di speranza e di invito a credere nei sogni.

Pubblicato il: 04/11/2006

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