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Caccia allo storno ed al fringuello. Incontro in Provincia con le assocazioni venatorie

La Provincia difende la scelta, bocciata dal Tar del Lazio, di cacciare lo storno, dannoso per le colture. Ed il fringuello, chi danneggia?

L'assessore provinciale alla Caccia, Gianni Pelini, si è incontrato  a Palazzo Bazzani con le associazioni venatorie per esaminare la situazione determinata dalla decadenza del decreto legge 251/06 e dall'ordinanza di sospensione emessa dal TAR del Lazio in merito al provvedimento adottato dalla Provincia di Terni per il prelievo selettivo della specie "storno", che reca danni alle produzioni agricole, in modo particolare agli uliveti.
In merito alla decadenza del decreto, si è convenuto sul fatto che la sua mancata conversione in legge ha aggravato la situazione, "perché  -si è affermato- con le proposte di modifica avanzate dalle Istituzioni umbre e dalle Associazioni venatorie si sarebbe potuto raggiungere un risultato più che soddisfacente". Comunque è stato formulato l'auspicio che la Regione Umbria, nell'emanare propri provvedimenti, consenta di raggiungere gli stessi risultati.

Per quanto riguarda la questione "deroghe", la sospensione concessa dal TAR del Lazio al provvedimento della Provincia di Terni ha creato forti preoccupazioni nei cacciatori e nel mondo agricolo, e, al riguardo, si è auspicato che lo storno venga reintrodotto nell'elenco delle specie cacciabili. "Questa precisazione si è resa necessaria  -è stato sottolineato-  in quanto le notizie diffuse dagli organi di informazione nelle ultime ore hanno ingenerato confusione su questo argomento". L'Amministrazione provinciale, al riguardo, ha deciso di non ricorrere al Consiglio di Stato avverso l'ordinanza di sospensiva del provvedimento, in quanto l'eventuale accoglimento avverrebbe in tempi successivi alla scadenza dei termini della caccia alla specie, previsti dallo stesso provvedimento, ferma restando la difesa nel merito, con la convinzione di aver agito correttamente e nel rispetto del parere dell'"Istituto nazionale della fauna selvatica".

Per quanto concerne, invece, il prelievo in deroga della specie "fringuello" si è in attesa di conoscere l'orientamento dello stesso Istituto, al quale le istituzioni umbre hanno già richiesto un parere in merito, che ci auguriamo di salvaguardia della specie. Quell'animale di 30 grammi, "bel tiro" lo definiscono i cacciatori, riusciamo con difficioltà ad immaginare quali danni possa produrre, maggiori di quelli del piombo che lo colpisce e finisce in terra.
Al termine dell'incontro l'Amministrazione provinciale e le associazioni venatorie hanno espresso la propria soddisfazione per la sentenza di rigetto emessa dal TAR avverso il ricorso presentato dalla LAC e dal WWF per la sospensione del calendario venatorio umbro. Al riguardo è stato precisato che "tale sentenza non dà la possibilità di cacciare storno e fringuello, ma è riferita esclusivamente alla richiesta di sospensione del calendario venatorio umbro".

Per quanto riguarda le altre problematiche riguardanti la caccia, l'assessore Pelini ha annunciato che a breve convocherà un'apposita riunione cui parteciperanno, oltre alle associazioni venatorie, anche quelle agricole.

Pubblicato il: 02/11/2006

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