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Il requiem di Mozart firmato da Carlo Frajese commuove il Mancinelli

Frajese: "Se più persone amassero la musica di Mozart il mondo sarebbe migliore"

di Elio Taffi

Aveva promesso una concertazione scevra delle aggiunte e dei riempimenti maldestri, soprattutto a livello di orchestrazione, che la tradizione esecutiva affianca al testo originale di Mozart, e così è stato. Il maestro Carlo Frajese, una delle bacchette italiane più prestigiose di tutti i tempi, ha condotto con vigore i giovani musicisti dell'Orchestra e Coro stabile del Teatro Marrucino di Chieti in una lettura dell'immortale "Requiem" di Wolfgang Amadeus Mozart che ha restituito al capolavoro del genio salisburghese la forma e le intenzioni originali. Esempi, su tutti, gli stacchi del "Dies irae" e del "Rex tremendae", eseguiti al Mancinelli con un impulso ritmico ed una velocità virtuosistica tali da lasciare stupefatti. Il direttore napoletano, che tanti anni fa, agli esordi della sua carriera, fu considerato da molti critici autorevoli l'unico autentico erede della antica tradizione direttoriale italiana che aveva in Toscanini il suo primate, ha regalato ad Orvieto una intensa emozione, frutto di un'indiscussa professionalità superiore, evidente anche a chi non mastica abitualmente la grande musica. Le ultime, intense note del "Lux aeterna" si sono sciolte in un fragoroso applauso che il Teatro Mancinelli, gremito tanto in platea quanto nei quattro ordini di palchi, ha tributato al maturo direttore; dopo cinque minuti di ovazioni, Carlo Frajese ha ringraziato le autorità cittadine per il sostegno ricevuto in questa edizione del suo Festival Valentiniano, concludendo con una emblematica frase: "Se più persone amassero la musica di Mozart, il mondo sarebbe migliore!". Ed è venuto giù il Teatro


Pubblicato il: 30/10/2006

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